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La guerra di Ortega contro la Chiesa (e perché c’entra la Cina)

Terroristi ed evasori finanziari. Il Nicaragua attacca ancora la Chiesa cattolica confiscando i beni dei gesuiti, aiutando e favorendo invece il governo di Pechino. Cosa c’è dietro questa nuova – e sempre più forte – amicizia…

Il regime di Daniel Ortega in Nicaragua ha cancellato giuridicamente la Compagnia di Gesù, l’ordine dei gesuiti, con l’obiettivo di confiscare tutti i loro beni. L’accusa è di avere violato degli obblighi finanziari tra il 2020 e il 2022 e di avere mancato la comunicazione delle entrate e le uscite dei loro bilanci.

Anche l’Università Centroamericana di Nicaragua è stata sequestrata da parte dello Stato del Nicaragua perché accusata di essere un “centro di terrorismo”. Per il regime di Ortega, i gesuiti non promuovono “politiche di trasparenza nel controllo e gestione dell’associazione”.

Questa è considerata l’ennesima azione del governo nicaraguense contro la Chiesa cattolica. A marzo, Papa Francesco ha detto di essere “preoccupato e triste” per la situazione del Nicaragua, specialmente per il vescovo Rolando Álvarez, attualmente arrestato, e la deportazione di circa 222 oppositori negli Stati Uniti. Per il Pontefice, il Nicaragua vive in questo momento una grottesca dittatura. Ma per Ortega la Chiesa cattolica non è altro che una “mafia” incaricata di nominare i gerarchi, tra cui il Papa, per cui ha proposto che queste figure siano elette attraverso il voto popolare.

In questa guerra del regime di Ortega contro i cattolici sembra esserci lo zampino della Cina. Due anni fa, il Nicaragua ha riconosciuto alla Cina la proprietà dei beni di Taiwan nel Paese. Le autorità di Taipei avevano donato le loro proprietà alla Chiesa cattolica prima dell’interruzione dei rapporti. Tuttavia, secondo la Procura Generale della Repubblica del Nicaragua, “una sola Cina implica l’immediato registro di tutti i loro beni, immobili, mobili, macchinari e mezzi, a favore dello Stato riconosciuto […] Le identità che promuovono illegittimi e illegali contestazioni, rimarranno esposte a tribunali e azioni giudiziali”.

Il Nicaragua ha rotto i rapporti con Taiwan il 9 dicembre del 2021 e lo stesso giorno ha ripreso le relazioni diplomatiche con la Cina. Una settimana dopo, con l’approvazione del Parlamento, ha cancellato gli accordi commerciali e politici con Taiwan.

Un esempio del rafforzamento strategico di questo legame risale all’incontro (virtuale) tra il capo del Congresso nazionale del popolo cinese e il rappresentante dell’Assemblea nazionale del Nicaragua. Jorge Serrano, esperto di sicurezza e membro del gruppo di consiglieri della Commissione di Intelligence del Congresso peruviano, sostiene che “la Cina ha a Managua un piccolo paese con una posizione geostrategica vicino agli Stati Uniti – come si legge sul sito Dialogo Américas – L’alleanza tra i due paesi si adatta perfettamente ai loro interessi. Gli Ortega-Murillo hanno un alleato in più per sostenere la loro dittatura”.

L’anno scorso, la Cina ha consegnato alla Polizia Nazionale del Nicaragua, accusata di genocidio e di gravi violazioni dei diritti umani, una quantità sconosciuta di attrezzature e materiali di difesa. “Questa donazione mostra come la Cina stia cominciando a prendere il posto della Russia nel rafforzamento della dittatura Ortega-Murillo – spiega Serrano -. Mosca non può fornire quelle risorse, perché non le ha”.

L’esperto insiste che “la Cina sta avanzando senza pietà nella regione dei Caraibi. Il Nicaragua è un fattore destabilizzante nella regione e la presenza della Cina, per legge di gravità politica, attirerà un altro Paese come satellite sul suo asse. Pechino è molto abile in questo. Non parliamo più di un solo Paese”. Infine, in questo nuovo ruolo la Cina “potrebbe facilitare, sostenere, promuovere e incitare la dittatura in Nicaragua, in cambio della protezione e delle risorse che fornirà, per facilitare il transito di farmaci e precursori chimici del fentanil, in modo che i cartelli messicani possano produrli”.



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