Lunedì gli azionisti hanno nominato il nuovo cda. Ecco chi siede attorno al tavolo. C’è anche l’ex ambasciatore Bradanini, molto critico dell’alleanza Italia-Usa. Soltanto le prossime mosse dell’azienda potranno dire se e come è cambiato il ruolo del colosso statale Sinochem
Lunedì l’assemblea degli azionisti di Pirelli ha nominato il consiglio di amministrazione per il triennio 2023-2025, frutto del nuovo patto parasociale tra il colosso statale cinese Sinochem e Camfin su cui il governo Meloni ha esercitato i poteri speciali. Soltanto le prossime mosse dell’azienda potranno dire se e come è cambiata l’influenza cinese.
IL NUOVO CDA
Sulla base delle due liste presentate, sono stati nominati amministratori: Jiao Jian (nominato presidente del consiglio di amministrazione) Marco Tronchetti Provera (C); Andrea Casaluci (C, che sarà amministratore delegato); Chen Aihua; Zhang Haitao; Chen Qian; Alberto Bradanini (indipendente); Michele Carpinelli (C) (indipendente); Domenico De Sole (C) (indipendente); Fan Xiaohua (indipendente); Marisa Pappalardo (indipendente); Tang Grace (indipendente). Questi – compreso Bradanini, ex ambasciatore italiano a Pechino, volto noto dei media di Stato cinesi e convinto che l’Italia tra i Paesi in via di sviluppo dal momento che è diventata “subordinata agli Stati Uniti” – sono stati tratti dalla lista di maggioranza (votata da circa l’83,82% del capitale rappresentato in assemblea) presentata da Marco Polo International Italy Srl anche per conto di Camfin SpA, che ha designato gli amministratori indicati con (C). Sono stati inoltre eletti Roberto Diacetti (indipendente); Paola Boromei (indipendente); Giovanni Lo Storto (indipendente). Questi sono stati tratti dalla lista di minoranza (votata da circa il 16,05% del capitale rappresentato in assemblea) presentata da un gruppo di società di gestione del risparmio e investitori istituzionali.
I VINCOLI ALL’EX DEPUTY-CEO
Con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione scade per compiuto mandato la carica del Deputy-CEO Giorgio Luca Bruno, al quale non sarà riconosciuta alcuna indennità di fine carica. La sua uscita era stata comunicata un paio di giorno dopo l’intervento del governo per limitare i poteri del maggiore azionista, cioè Sinochem. A tutela del know-how strategico e operativo del gruppo, il manager rimarrà vincolato, per i due anni successivi alla cessazione della sua carica di consigliere, a un patto di non concorrenza valido per i principali Paesi in cui Pirelli opera, a fronte di un corrispettivo – per ciascun anno di durata del vincolo – pari al 60% del compenso fisso annuo lordo sopra indicato, a cui va sottratta la quota erogata in costanza di rapporto a titolo di anticipo pari al 10% del compenso per ciascun anno di validità del patto.
IL NUOVO PATTO PARASOCIALE
Il nuovo patto parasociale è stato imposto dal governo su sollecitazione di Tronchetti Provera per evitare l’entrata in vigore di quello sottoscritto nel 2022, con cui i soci italiani Mtp (Marco Tronchetti Provera) e Camfin (14% di Pirelli) dovevano perdere un consigliere, passando da quattro a tre, mentre ne doveva guadagnare uno l’azionista cinese Cnrc, società del gruppo ChemChinaSinochem (37% tramite il veicolo Marco Polo), salendo da otto a nove. Il governo ha anche previsto che “l’amministratore delegato di Pirelli sia tratto dalla lista di maggioranza sia indicato dal socio Camfin”, modificando il patto di sindacato firmato nel maggio 2022 tra Sinochem e Camfin secondo cui a partire dal 2026 l’indicazione dell’amministratore delegato di Pirelli non spettasse più al socio italiano. Inoltre, i soci ciesi devono impegnarsi a reintrodurre la carica del direttore generale cui affidare l’implementazione del business plan, del budget e la gestione ordinaria di Pirelli e tutte le figure con deleghe dell’azienda dovranno inoltre essere scelte tra gli amministratori di emanazione Camfin e tutti i direttori e vicedirettori dell’azienda dovranno essere scelti o dal vicepresidente esecutivo o dall’amministratore delegato.
UNA DECISIONE STRATEGICA
Particolare attenzione è posta dal governo Meloni su Bari, dove il Digital solutions center lavora su software e algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale per la realizzazione di nuovi prodotti e servizi digitali per il mondo dei pneumatici. Sul mercato è già disponibile un pacchetto di tecnologie “Elect” per le auto elettriche e ibride plug-in e un pneumatico, il Cyber Tyre, dotato di microchip e sensori che trasferiscono informazioni alla centralina della vettura e, grazie al 5G, parlano con le altre macchine gommate Pirelli dotate della stessa tecnologia. Commentando l’esercizio dei poteri speciali, Chris Miller sul Financial Times aveva osservato che la spingere il governo italiano “può essere in parte” il protezionismo ma il caso Pirelli è il segnalo di un cambiamento di approccio sulle auto intelligenti e sul rapporto con la Cina.
LA REAZIONE CINESE
La decisione sulla Bicocca sembra aver irritato il Partito comunista cinese. “L’Italia sollecitata a non generalizzare il concetto di sicurezza nazionale”, aveva scritto a fine giugno il Global Times, giornale della propaganda del partito. Secondo Dong Dengxin, direttore del Finance and Securities Institute all’Università di Science and Technology di Wuhan, l’industria degli pneumatici italiana non dovrebbe temere sul fronte della sicurezza tecnologica. Ma la conclusione dell’articolo è netta: “La mossa italiana indubbiamente soffoca in modo irragionevole un’azienda cinese”. L’articolo contiene poi un avvertimento: il mercato cinese è importante per il made in Italy e le ripercussioni possono essere gravi.
INTANTO, IN RUSSIA…
Pirelli è decisa a non lasciare la Russia, dove opera “nel rispetto delle sanzioni internazionali e, come già comunicato al mercato, ha sospeso gli investimenti nelle proprie fabbriche nel Paese con eccezione di quelli destinati alla sicurezza nello svolgimento delle attività operative”. È quanto si legge in una nota dopo la pubblicazione dei risultati del primo semestre 2023. Nel primo semestre 2023 la Russia, dove il gruppo è presente con due stabilimenti, rappresenta circa il 4 per cento del fatturato.