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Se l’Europa e l’Italia imboccano la strada giusta sull’idrogeno

A differenza di quanto accadde con le rinnovabili, con l’idrogeno si potrà evitare “l’errore cinese”: tra le risorse rese disponibili dal Pnrr per lo sviluppo della filiera produttiva della preziosa molecola verde (che nel complesso superano i 4 miliardi di euro) non figurano solo gli impianti di produzione e le infrastrutture di trasmissione, ma anche la produzione degli elettrolizzatori, i dispositivi chiave per la produzione di H2

Sono passati esattamente vent’anni da quando, in vista della Conferenza di Bonn, la Commissione europea approvò il primo obiettivo della transizione energetica: il 22% come quota di energie rinnovabili sul consumo energetico Ue. Nel giro di pochi mesi il mercato comunitario fu travolto da una piena di sussidi (col senno di poi eccessivi) di cui però l’industria europea non seppe approfittare.

Ingolositi dagli elevati profitti di breve termine consentiti dagli incentivi, gli operatori nostrani si appiattirono sul business, tutto finanziario, della produzione.

Ad approfittarne furono i lungimiranti cinesi che, speculando sui prezzi drogati, misero in piedi quella che, tuttora, è la fabbrica mondiale di pannelli solari. In altre parole, a finanziare produttori asiatici furono i cittadini europei. Così, nonostante non pochi sforzi per emanciparci, noi europei soffriamo ancora oggi la forte dipendenza dai cinesi per uno dei componenti chiave della transizione energetica.

Ora è la volta dell’idrogeno. In questa occasione, però, sembra che la Commissione europea e il governo italiano abbiano finalmente imboccato la strada giusta. Infatti, tra le risorse rese disponibili dal Pnrr per lo sviluppo della filiera produttiva della preziosa molecola verde (che nel complesso superano i 4 miliardi di euro) non figurano solo gli impianti di produzione e le infrastrutture di trasmissione, ma anche la produzione degli elettrolizzatori, i dispositivi chiave per la produzione di H2, l’equivalente tecnologico dei pannelli.

È di pochi giorni fa la notizia che, dopo l’autorizzazione da parte di Bruxelles, il ministero delle Imprese e del Made in Italy e De Nora Italy Hydrogen Technologies (DNIHT) hanno firmato il decreto di concessione che riconosce a DNHIT 32 milioni di euro (che saranno successivamente raddoppiati) a valere sul fondo del Pnrr riservato ai progetti IPCEI (Important Projects of Common European Interest).

Le risorse contribuiranno all’ambizioso investimento progettato da De Nora in collaborazione con Snam e con il supporto tecnico di OpenEconomics, finalizzato alla realizzazione della gigafactory italiana dell’idrogeno destinata a servire il mercato europeo e mondiale degli elettrolizzatori.

Il progetto rafforza la strategia avviata dal governo italiano in accordo con la Commissione europea in cui rientra anche la gigafactory di Enel a Catania, che diventerà nel giro di pochi mesi il più grande stabilimento produttivo europeo di pannelli fotovoltaici. I due impianti produttivi, fortemente integrati nella filiera dell’idrogeno verde, rappresentano due asset strategici essenziali al dispiegamento di una transizione energetica sostenibile per i tax payer europei, grazie alla possibilità di ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di componenti chiave della filiera industriale e al valore economico che gli investimenti saranno in grado di attivare sia nel breve che nel lungo periodo.


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