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Così la disinformazione russa cavalca il caso Vannacci

L’ambasciata di Mosca in Italia rilancia un articolo di Maria Zakharova, portavoce della diplomazia, sull’uranio impoverito in Ucraina con richiami ai precedenti “italiani”. L’ufficiale al centro della bufera non viene citato, ma non serve. La macchina della disinformazione russa ha trovato un nuovo tema divisivo nel dibattito pubblico italiano

La diplomazia di Mosca, sempre più integrata negli sforzi di disinformazione russa, ha fiutato il caso del generale Roberto Vannacci. L’ufficiale è finito nella bufera a causa del suo libro dai contenuti omofobi e sessisti, “Il mondo al contrario”. Secondo tanto l’estrema destra quanto l’estrema sinistra sarebbe in realtà caduto vittima di un complotto per le sue passate denunce sull’uranio impoverito.

Si tratta di tema divisivo, perfetto per la disinformazione russa che negli ultimi anni ha ridimensionato i propri sforzi preferendo piccole campagne impostate per sfruttare le opportunità offerte dal dibattito politico e abbandonando le grandi campagne accompagnate spesso da attacchi informatici (come quelle delle elezioni presidenziali statunitensi nel 2016). Per Mosca cavalcare temi divisivi è un’opportunità ghiotta e a basso costo per minare le democrazie occidentali, la loro compattezza e il loro sostegno all’Ucraina.

Così l’ambasciata russa in Italia ha condiviso sui suoi media un recente articolo di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri di Mosca, per la Komsomolskaja Pravda. Il titolo: “Terra morta: i proiettili occidentali all’uranio impoverito stanno trasformando l’Ucraina in un territorio inabitabile”. I post sono stati accuratamente corredati da uno screenshot di una pagina di Olympus, l’Osservatorio per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro costituito presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo: “Camera dei Deputati, Commissione uranio impoverito – Proposta di Relazione sull’attività svolta dalla Commissione, 7 febbraio 2018”. Il caso italiano viene richiamato dalla stessa Zakharova nel suo articolo.

Non viene citato, invece, il generale Vannacci. Ma il richiamo è comunque forte, come dimostra l’eco ricevuta dall’articolo della diplomatica russa negli stessi ambienti online schierati con l’ufficiale.

“Gli ucraini devono capire che i britannici stanno fornendo loro un vero e proprio veleno foriero di tumori maligni e devono esigere che i proiettili all’uranio impoverito siano al più presto evacuati dal loro Paese”, conclude l’articolo di Zakharova. La notizia della fornitura di Londra a Kyiv di proiettili con uranio impoverito è di marzo.


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