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Che fine ha fatto Evghenij Prigozhin? Gli scenari di Quintavalle

Ci sono tre scenari possibili sulla scomparsa del mercenario in capo, comandante della Wagner. In ogni caso, questo è l’ultimo di una serie di incidenti misteriosi che via via hanno insanguinato la Russia. La fine di Prigozhin è l’indice della definitiva trasformazione della Russia in uno Stato canaglia dove diverse fazioni si combattono ricorrendo a metodi banditeschi anche quando sarebbe possibile aprire procedimenti penali legali

Hanno ammazzato Pablo, ma Pablo è vivo, cantava Francesco De Gregori. Evghenij Prigozhin, il mercenario golpista proprietario della Pmc Wagner è ufficialmente morto, ma la notizia, come commentò lui stesso in occasione di un analogo incidente aereo che lo coinvolse, potrebbe essere esagerata.

Come sempre, quando si ha a che fare con gli affari interni russi,  molte cose non tornano. Davvero Prigozhin era così ingenuo da pensare di poter circolare in Russia dopo il fallito golpe, e da viaggiare nello stesso aereo con tutto il suo stato maggiore? Il primo a sollevare dubbi è stato Aleksei Venediktov di Radio Ekho. Si tratta più o meno dell’unica voce libera ancora in circolazione. Venediktov ha segnalato poi un Ilyshin-72 atterrato all’aeroporto bielorusso Machulishchi speculando che trasportasse la leadership del gruppo Wagner.

A tutt’oggi dunque, né le autorità russe né l’intelligence statunitense e nemmeno la stragrande maggioranza dei media del mondo hanno ancora dichiarato Prigozhin morto. La caduta del jet della Wagner si accompagna a altri strani segnali che provengono dal fronte russo.

Ricapitolando: l’ufficiale russo (Girkin) che ha iniziato la guerra del Donbass nel 2014 è in prigione, l’unico generale russo ad aver effettuato con successo una manovra nel 2022 (Surovikin) è stato sollevato dall’incarico e l’unico comandante russo a conquistare una città nel 2023 (Prigozhin) è stato assassinato.

Ci sono tre scenari plausibili riguardo alla scomparsa dalla scena (non necessariamente però dalla vita terrena) del mercenario in capo

1) Una mossa calcolata di Putin: Storicamente, Putin ha mostrato poca o nessuna clemenza nei confronti dei traditori. La destituzione di Surovikin dalla carica di capo delle forze aerospaziali russe suggerisce che Putin potrebbe aver scelto lo stesso giorno per orchestrare un tragico incidente aereo che ha coinvolto Prigozhin. Ciò costituirebbe un esempio atteso da molti. Il fatto che l’evento sia accaduto a due mesi esatti dalla “Marcia della Giustizia” delle truppe Wagner verso Mosca appare corroborare questa ipotesi.

2) Depistaggio strategico: le ultime iniziative di Prigozhin, in particolare l’operazione ibrida in Bielorussia contro la Polonia e i suoi movimenti in Africa dopo il colpo di stato in Niger, sembravano essere in linea con la politica di Putin. Un recente videoclip mostrava Prigozhin in quella che sembrava essere la regione africana del Sahel, anche se la data esatta della registrazione rimane incerta. Con l’Agenzia aeronautica russa (Rosaviatia) che ha dato la notizia dell’incidente aereo e considerando lo stretto controllo della Russia sulla diffusione delle informazioni, è plausibile che le notizie sulla morte di Prigozhin possano essere uno stratagemma elaborato. Potrebbe trattarsi di un tentativo di smascherare potenziali cospiratori nei settori militare e della sicurezza che complottano contro Putin. Ho ipotizzato che il tentato golpe fosse una simulazione (1) e sono convinto che anche questa potrebbe essere una messinscena.

3) Ritorsione della fazione militare: lo scenario finale presuppone che Prigozhin sia caduto vittima di un atto vendicativo da parte della fazione militare di cui era antagonista. Ciò potrebbe segnalare l’inizio di un’epurazione più estesa, non necessariamente appoggiata da Putin ma avviata proprio dalla fazione a cui Prigozhin si era opposto.

In ogni caso, questo è l’ultimo di una serie di incidenti misteriosi che via via hanno insanguinato la Russia. Decifrare questi gialli non è tanto importante quanto acquisire l’habitus mentale di non prendere mai per totalmente vere le notizie che arrivano dalla Russia. Occorre essere critici, non per complottismo, ma per consapevolezza che il potere russo da secoli prospera nella dissimulazione e ne ha fatto un’arte, la cosiddetta Maskirovka. Niente è come sembra.

Di sicuro, la fine di Prigozhin è l’indice della definitiva trasformazione della Russia in uno stato canaglia dove diverse fazioni si combattono ricorrendo a metodi banditeschi anche quando sarebbe possibile aprire procedimenti penali legali.

Al centro di questo vortice criminale è Putin, la cui forza sta proprio nella crescente debolezza dello Stato. Via lui, questo è il messaggio ricattatorio, la Russia si decomporrebbe lasciando un vuoto geopolitico immenso.

Nella prospettiva Ucraina, questo non sarebbe affatto un male. Mentre la Wagner veniva decapitata, l’Ucraina ha fatto esplodere una batteria S-400 in Crimea; un pilota russo e il suo elicottero Mi-8Amtsh hanno disertato in Ucraina, mentre i servizi di Kyiv mettevano in salvo la sua famiglia; almeno un drone ucraino ha colpito il centro di Mosca.

Il 23 agosto 2023 non è stata affatto una brutta giornata per l’Ucraina.

(1) Quintavalle, D “Popcorn per l’Ucraina”. Rivista Domino 7/2023



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