L’intelligence di Mosca non rimarrà mai senza l’assistenza di persone “ideologicamente vicine”, ha dichiarato Naryshkin, capo dell’Svr, replicando di fatto alla controparte, il direttore della Cia, che nelle scorse settimane aveva parlato di occasione unica per agganciare nuove fonti
Il servizio di intelligence esterna della Russia (Svr) non rimarrà mai senza l’assistenza di persone “ideologicamente vicine alla Russia”. Ad affermarlo in un’intervista al quotidiano Natsionalnaja Oborona è stato il direttore dell’agenzia, Sergej Naryshkin. “Molte persone sane, anche in Paesi difficili da definire amichevoli nei confronti della Russia, riconoscono la sua leadership nel costruire un mondo multipolare basato sui principi di sovranità, uguaglianza e rispetto reciproco”, ha detto. “Ecco perché il nostro servizio non rimarrà mai senza assistenti stranieri ideologicamente vicini a noi, senza coloro che saranno pronti ad aiutare il nostro Paese, anche su base confidenziale. È su di loro che il nostro lavoro si concentra”, ha sottolineato ancora.
LA RISPOSTA AGLI STATI UNITI
Le parole di Naryshkin sembrano una risposta a William Burns, capo della controparte americana, la Central Intelligence Agency. Nelle scorse settimane Burns aveva spiegato che la disaffezione della popolazione russa verso la leadership di Vladimir Putin per l’invasione dell’Ucraina “crea un’opportunità che capita una sola volta in una generazione per noi della Cia, che siamo un servizio di human intelligence”. Proprio come la rivoluzione ungherese del 1956 repressa nel sangue dalle truppe sovietiche o la Primavera di Praga del 1968, che hanno spinto funzionari del Blocco orientale a disertare per l’Occidente o a spiare. Poco prima, invece, la stessa agenzia statunitense aveva diffuso un video di due minuti per reclutare spie tra i russi e convincere quanti sono delusi dalla guerra in Ucraina e dalla vita in quel Paese a condividere i loro segreti (pubblicata inizialmente sul nuovo canale su Telegram, il social che in Russia costituisce una fonte altamente popolare di notizie non filtrate). Quella di Naryshkin sembra dunque una risposta a Burns, ma anche un modo per tentare di copiargli la cura del ruolo pubblico dell’intelligence. Chissà se avrà gli stessi effetti. Ma appare anche come un tentativo di instillare nuovi dubbi nella comunità occidentale per alimentare divisioni e indebolire il sostegno all’Ucraina.
IL FUTURO DEL MONDO
Nell’intervista Naryshkin, uno degli uomini più vicini al presidente Vladimir Putin, ha anche parlato di scenari globali strizzando l’occhio in primis alla Cina di Xi Jinping, partner “senza limiti” (o quasi) della Russia. Dopo la vittoria nella cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina, una guerra iniziata come blitz ma arrivata ormai a un anno e mezzo, la Russia dovrà contribuire allo sviluppo di nuove norme d’interazione per un mondo multipolare, ha spiegato. “Stiamo assistendo all’affermazione diffusa da parte degli Stati della loro sovranità, al ripristino dell’identità, al rafforzamento dei centri di potere alternativi all’Occidente”, ha osservato promettendo che Mosca avrà un ruolo significativo “in termini politico-militari, economici e culturali”.
I CONTATTI CON WASHINGTON
Ha poi parlato dei contatti di intelligence tra Mosca e Washington. Le consultazioni tra il suo servizio e la Central Intelligence Agency sono “rare, ma regolari”, ha detto. “Il dialogo professionale è utile, anche per ridurre le tensioni internazionali e ridurre i malintesi tra i Paesi”, ha osservato Naryshkin che ha avuto due mesi fa un contatto telefonico con la controparte Burns, figura di riferimento per il presidente americano Joe Biden sul dossier Ucraina essendo stato in passato ambasciatore a Mosca. Naryshkin ha però accusa i funzionari statunitensi di non riuscire “a liberarsi dall’uso di cliché ideologici. Tuttavia, non escludo che mentre la Russia prosegue con l’operazione militare speciale, la situazione potrebbe cambiare”, ha aggiunto.