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Ecco cosa sappiamo dell’agente cinese che lavorava a Westminster

Chris Cash, 28 anni, ha lavorato come ricercatore per diversi esponenti di spicco del Partito conservatore. Arrestato a marzo assieme a un altro uomo, nascondeva l’attività di interferenza dietro l’immagine del falco ma ragionevole

Chris Cash, 28 anni, assistente parlamentare a Londra, è stato arrestato a marzo per spionaggio a favore della Cina. Lavorava a Westminster dal 2021 come ricercatore del China Research Group, gruppo fortemente critico verso la Cina (è stato tra i promotori del divieto del 5G di Huawei) fondato da Tom Tugendhat, oggi sottosegretario alla Sicurezza. Recentemente era stato assunto come ricercatore per Alice Kearns, presidente della commissione Esteri della Camera dei Comuni, anche lei membro del Partito conservatore come Tugendhat. È stato arrestato assieme a un secondo uomo sulla trentina. Entrambi sono stati rilasciati su cauzione dalla polizia fino a ottobre.

IL MATERIALE

Aveva un pass parlamentare, ma non aveva nullaosta di sicurezza. Secondo il Times, il materiale che maneggiava non era necessariamente classificato o top secret. Tuttavia, una fonte del comparto intelligence ha dichiarato che le informazioni non devono essere necessariamente top secret per essere altamente sensibili e preziose per la Cina: “Si tratta di reti e di influenza. Che cosa pensano le persone in Parlamento, con quali altre persone si può parlare?”.

IL RECLUTAMENTO

Cash aveva studiato storia all’Università di St Andrews prima di trascorrere due anni insegnando letteratura inglese in una scuola internazionale di Hangzhou, vicino a Shanghai, nell’ambito di un programma gestito dal British Council. Era tornato nel Regno Unito per studiare un master in Cina e globalizzazione al King’s College di Londra, prima di ottenere un lavoro a Westminster nel 2021. Era piuttosto attivo a Londra tra Westminster e gli eventi politici e diplomatici, ma anche sulle app di dating. Noa Hoffman, giornalista del Sun, ha scritto su X che “è stata molto vicina a uscire con una presunta spia cinese”. Secondo il Times, però, il presunto approccio iniziale per reclutarlo non è stato effettuato online, tramite LinkedIn per esempio: ciò rende probabile che l’uomo abbia incontrato qualcuno all’estero o nel corso del suo lavoro parlamentare.

L’ATTIVITÀ

“In privato, è stato feroce: ha detto ai giornalisti che ero ‘pericoloso’ e che ‘non c’era da fidarsi della Cina”, ha raccontato Luke de Pulford, direttore dell’Inter-Parliamentary Alliance on China. In pubblico, era incredibilmente intelligente. Si nascondeva dietro l’immagine di ‘falco ragionevole’. ‘Certo, quello che sta accadendo nello Xinjiang è terribile… ma’. L’uso di questo tipo di argomentazioni ha smussato l’unità della campagna parlamentare. Si potrebbe dire che ha diviso i falchi della Cina. Era retoricamente molto sofisticato. Non ha mai esagerato”, ha aggiunto de Pulford. Lo conferma un suo articolo per il SOAS China Institute dell’Università di Londra datato marzo 2022: “Ci sono ancora molte grandi opportunità nelle nostre relazioni con la Cina, ma potremo realizzarle solo se saremo in grado di creare contesti che salvaguardino i nostri interessi e coinvolgano l’intera società britannica nella più grande sfida geopolitica della nostra generazione”.

LA REPLICA

Cash ha diffuso una dichiarazione tramite i suoi legali ma tenendo l’anonimato. Si dice “completamente innocente”. “Mi sento costretto a rispondere alle accuse dei media di essere una ‘spia cinese’”, si legge. “È sbagliato che io sia obbligato a fare qualsiasi tipo di commento pubblico sulle notizie errate che sono state diffuse. Tuttavia, alla luce di quanto è stato riportato, è fondamentale che si sappia che sono completamente innocente”, ha aggiunto.

L’INCONTRO SUNAK-LI

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha parlato del caso con l’omologo cinese Li Qiang durante un incontro a margine del G20 di Nuova Delhi, in India, domenica mattina. Poco prima di imbarcarsi sul volo di ritorno per Londra, ha spiegato alla stampa di aver discusso delle “fortissime preoccupazioni” per le potenziali interferenze di Pechino nel Parlamento.

LE DIVISIONI NEL GOVERNO

Il governo di Sunak è diviso sull’opportunità di definire formalmente la Cina come una minaccia alla sicurezza nazionale. Se ciò accadesse chiunque lavori “sotto la direzione” della Cina o di società cinesi legate allo Stato sarebbe obbligato a registrarsi presso il governo e rivelare qualsiasi attività svolta per loro conto. L’inosservanza di tale obbligo costituirebbe un reato. Suella Braverman, ministra dell’Interno, e Tugendhat sono favorevoli all’idea. Ma altri membri del governo rimangono preoccupati per l’impatto economico.

I PRECEDENTI

L’anno scorso aveva destato grande preoccupazione il caso di Christine Lee, presunta agente del Partito comunista cinese a Londra. MI5 aveva diffuso un insolito bollettino sul rischio interferenza. La donna nega di aver commesso qualsiasi reato e pare stia facendo causa a MI5. Negli ultimi due anni Ken McCallum, direttore generale di MI5, ha ripetutamente messo in guardia dalla campagna di influenza esercitata da Pechino. Semi-nascosto in un articolo del Wall Street Journal si legge: “Nel 2021, il governo britannico ha espulso silenziosamente tre presunte spie cinesi che si spacciavano per giornalisti, secondo un funzionario del Regno Unito. I tre lavoravano per il ministero della Sicurezza di Stato cinese”.



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