Xi ha riunito Russia, Pakistan, Afghanistan, Bielorussia, Iran, Siria, Corea del Nord e Venezuela nel suo tentativo di indebolire le democrazie occidentali. Lo dimostra quanto accaduto al G20 in India. Il commento di Vas Shenoy
Il termine “Asse del male” fu usato per la prima volta dal presidente statunitense George W. Bush, meno di cinque mesi dopo gli attacchi dell’11 settembre, per descrivere Iran, Iraq e Corea del Nord. Il termine è una fa riferimento all’asse della Seconda guerra mondiale e all’“Impero del male”, espressione usata dal predecessore Ronald Regan negli anni Ottanta per descrivere l’Unione Sovietica. Il G20 di Nuova Delhi, in India, ha accelerato il consolidamento di un nuovo Asse del male guidato dalla Cina, con a capo Xi Jinping e formato da Stati alla continua ricerca di armi di distruzione di massa, che sostengono il terrorismo, che distruggono le libertà civili e che collaborano per indebolire le democrazie in tutto il mondo.
Imec: l’alleanza “virtuosa”
Il successo del G20 di Nuova Delhi, in India, ha riguardato anche l’annuncio del Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec), che riunisce India, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania, Israele, Unione europea, Germania, Francia e Italia sotto un’unica alleanza commerciale e di connettività sotto la guida degli Stati Uniti. La visita del presidente statunitense Joe Biden a Nuova Delhi è stata seguita dalla sua visita in Vietnam, Paese nella sfera d’influenza cinese, creando un ulteriore motivo di irritazione per Pechino. L’Imec si tiene chiaramente alla larga dai Paesi che potrebbero compromettere un’alleanza guidata dagli Stati Uniti. Il Pakistan – con la sua storia di “amicizia per tutte le stagioni” con la Cina e il sostegno al terrorismo transfrontaliero in India – è stato evitato, così come l’Iran e l’Afghanistan. Nonostante i suoi buoni rapporti con Nuova Delhi, è noto che l’Iran collabora con il Pakistan su complotti terroristici all’interno dell’India, soprattutto quando prendono di mira gli interessi israeliani. L’Iran è anche molto vicino alla Russia e alla Cina. Israele teme che la Russia possa presto armare l’Iran di missili in cambio di droni e altra assistenza fornita dalla Repubblica islamica per la guerra in Ucraina.
Anche la Turchia è stata aggirata, con suo grande shock e dispiacere. Un rapporto del 2020 dell’agenzia di sicurezza indiana R&AW designa la Turchia e gli enti di carità vicini alla famiglia del presidente Recep Tayyip Erdogan come il secondo più grande sponsor del terrorismo in India dopo il Pakistan. Il partito della Fratellanza islamica di Erdogan sostiene da vicino Hamas e altre organizzazioni terroristiche che attaccano regolarmente Israele e ricevono aiuti dall’Iran per cancellare lo Stato ebraico dalla mappa geografica. Viene inoltre spesso riportato come i migranti illegali pakistani arrivino in Grecia dalla Turchia e, su indicazioni dell’Iran, prendano di mira gli israeliani in vacanza o le risorse israeliane ed ebraiche in Europa.
Erdogan ha anche tenuto in ostaggio l’Europa per la crisi dei rifugiati, così come ha tenuto in ostaggio l’espansione della Nato per il suo interesse personale. È rimasto tuttavia sorpreso nell’apprendere che la Turchia è stata esclusa dall’Imec. Dopo essersi inizialmente opposto all’Imec, ha subito fatto marcia indietro annunciando: “Stiamo dicendo che non esiste il corridoio senza la Turchia. La Turchia è un Paese importante per la produzione e il commercio. La linea di viaggio più conveniente da Est a Ovest passa attraverso la Turchia”. In effetti, fu la caduta di Costantinopoli nelle mani dell’Impero ottomano nel 1453 a chiudere la rotta terrestre tra l’India e l’Europa e ad avviare la competizione tra le potenze europee per trovare una rotta marittima navigabile tra i continenti. Non è un caso che India e Europa si fidano della Turchia anche ora. L’Imec evita inoltre l’Egitto e ridurrà la dipendenza dal Canale di Suez per il commercio tra India ed Europa. Sebbene l’Imec sia un’alleanza commerciale, essa è stata strutturata anche come un’alleanza di sicurezza contro l’estremismo islamico evitando e contrastando le nazioni che potrebbero sostenerlo.
Per l’India, il perno è rappresentato dal corridoio internazionale di trasporto Nord-Sud Russia-Iran-India (Instc) e dal suo investimento nel porto di Chabahar in Iran. L’investimento dell’India a Chabahar è quello di contrastare il dominio cinese nell’Oceano Indiano. La Cina ha investito molto nel porto di Gwadar in Pakistan per creare una presenza nell’Oceano Indiano. Chabahar è tra i pochi progetti iraniani esenti dalle sanzioni statunitensi poiché collega l’Afghanistan e l’India tramite un collegamento marittimo attraverso l’Iran evitando il Pakistan. Le sfide dell’India nel finanziare lo sviluppo di Chabahar a causa delle sanzioni contro l’Iran hanno già complicato il progetto. L’annuncio dell’Imec potrebbe portare l’Iran a rivolgersi alla Cina per ottenere sostegno. L’Iran cercherà anche di convincere l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti dell’efficienza del Corridoio internazionale Nord-Sud (Instc) dopo che il primo treno con merci russe è arrivato a Bandar Abbas in agosto, da dove dovevano essere spedite in Arabia Saudita.
Xi muove il suo asse
Tutte queste mosse geopolitiche hanno influenzato profondamente la Cina, che ha iniziato a muovere pezzi sulla scacchiera globale per opporsi a questi sviluppi. Prima del vertice del G20 a Nuova Delhi, la Cina aveva cercato di utilizzare il vertice dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) per spingere i Brics a diventare un’alternativa al G7. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha quasi saltato il vertice e il Sudafrica e il Brasile, Paese ospitante, hanno moderato l’espansione annacquando le ambizioni del leader cinese Xi di affiancare i Brics agli Stati vassalli della Cina e di lanciare una valuta Brics per contrastare il dollaro statunitense.
Mentre Biden si sforzava di riunire un gruppo virtuoso di alleati per consolidare l’alleanza guidata dagli Stati Uniti a Nuova Delhi, Modi si sforzava di creare un riavvicinamento tra il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman e Biden. Ciò deve aver sconvolto l’establishment cinese che ha lavorato duramente per creare la pace tra Iran e Cina con la speranza di continuare il patrocinio saudita e il contratto per costruire il programma di energia nucleare del regno. Nell’epoca dell’immagine, la foto Modi-Biden-bin Salman al vertice del G20 ha posto seri punti interrogativi sulle affermazioni della Cina di aver contrastato l’influenza degli Stati Uniti in Medio Oriente. Questa è una grande perdita di faccia per Xi in patria, dove deve affrontare problemi economici e politici.
La Cina nomina un ambasciatore presso i talebani
Appena tre giorni dopo il vertice del G20 e due giorni dopo l’anniversario dell’11 settembre, la Cina ha nominato il suo primo ambasciatore presso l’Emirato islamico dell’Afghanistan. Il tempismo non è casuale. La Cina è il primo Paese a nominare un inviato nell’Emirato islamico dalla presa di Kabul da parte dei talebani due anni fa. Mettendolo in contrasto con il resto del mondo, annuncia l’intenzione della Cina di collaborare con un regime terroristico per accedere alle materie prime, creando allo stesso tempo una profondità strategica nell’Asia centrale. Si prevede inoltre che la mossa accelererà l’attuazione del Corridoio economico Cina-Pakistan (Cpec), che è stato ritardato in parte a causa della governance e dei problemi economici del Pakistan e in parte a causa di problemi di sicurezza. I gruppi separatisti Tehrik-e-Taliban, Pakistan e Beluci hanno creato un incubo per la sicurezza della Cina. Lo sviluppo dell’attuale autostrada del Karakorum, che attraversa il passo Khunjerab collegando Peshawar con Kabul, è considerato un percorso fattibile per collegare Kabul con il Cpec e, infine, con la Cina. L’Afghanistan condivide un confine di 92 chilometri con la Cina attraverso lo stretto corridoio del Wakhan, che si estende da Badakhshan al Turkestan orientale (Xinjiang). Sebbene il corridoio abbia tre passaggi, la loro precaria posizione geografica rende improbabile qualsiasi inclusione diretta dell’Afghanistan nella BRI nel breve e medio termine, tuttavia entrambe le parti ammettono l’importanza dello sviluppo del corridoio Wakan come priorità.
Dall’Afghanistan, un emirato terrorista, a un altro regime paria in America Latina. L’8 settembre il venezuelano Nicolás Maduro ha effettuato una visita di Stato di sette giorni in Cina. Il 13 settembre, Xi ha avuto il suo primo incontro con Maduro dal 2018. La Cina è lo sponsor principale del Venezuela e Xi ha anche annunciato con Maduro l’elevazione della relazione Cina-Venezuela a una partnership strategica per “tutte le stagioni”, probabilmente una fase inferiore all’“amicizia senza limiti” che la Cina condivide con la Russia. La visita di Maduro, con i suoi elogi ai modelli cinesi, ha favorito la propaganda cinese. Maduro ha affermato anche che il Venezuela sostiene la costruzione congiunta dell’iniziativa Belt and Road. La parte venezuelana sostiene anche l’Iniziativa di sviluppo globale, l’Iniziativa di sicurezza globale e l’Iniziativa di civiltà globale proposte da Xi, ha riferito il Global Times, organo della propaganda del governo cinese.
Il Venezuela ha un peso importante in America Latina ed è un grattacapo in termini di sicurezza per i regimi che influenzano gli Stati Uniti, i cartelli della droga e l’immigrazione illegale dal Sud America che colpiscono direttamente gli Stati Uniti. Nelle prossime elezioni, l’immigrazione illegale incontrollata dal Sud America potrebbe far pendere l’ago della bilancia nelle elezioni governative e presidenziali Usa. Il Venezuela potrebbe eventualmente avere un ruolo chiave nel decidere chi verrà eletto a Washington.
La visita più interessante del mese è stata probabilmente quella del leader nordcoreano Kim Jong Un in Russia. Nel suo tradizionale treno a prova di proiettile, Kim si è recato nell’Estremo Oriente russo per, probabilmente, concludere accordi sugli armamenti. Non si sa esattamente per quanto tempo Kim resterà in Russia.
Nell’incontro con il presidente russo Vladimir Putin, svoltosi dopo quello con Kim, il leader bielorusso e alleato di Putin, Aleksandr Lukashenko, ha suggerito un partenariato trilaterale tra Russia, Bielorussia e Corea del Nord. Pechino è lo sponsor principale della Corea del Nord e la Russia è ora fortemente dipendente dalla Cina dopo le sanzioni globali e una lunga guerra in Ucraina. L’alto diplomatico cinese Wang Yi dovrebbe visitare Mosca la prossima settimana e la Cina sta tenendo d’occhio le relazioni Mosca-Pyongyang. Il dittatore siriano Bashar Al-Assad visiterà a breve Pechino.
L’Asse del male della Cina comprende ora principalmente Russia, Pakistan, Afghanistan, Bielorussia, Iran, Siria, Corea del Nord e Venezuela e questi stati hanno iniziato a consolidare le relazioni reciproche per aiutare la Cina a mantenere la sua iniziativa Belt and Road e a contrastare le democrazie occidentali.
Mentre l’annuncio dell’Imec ha suscitato rivalità in Asia ed Europa, Cina e Xi hanno scelto una dimostrazione di forza con azioni rapide in Afghanistan, Venezuela e Corea del Nord. Xi ha perso la faccia una volta con il riavvicinamento Usa-Arabia Saudita a Delhi, la perderà di nuovo quando l’Italia annuncerà formalmente la sua intenzione di uscire dalla Bri a novembre. Per Xi, la Bri è la sua eredità e farà di tutto, anche creando un nuovo asse del male per proteggerla.
Oltre due miliardi di persone andranno a votare nel 2024 nelle democrazie elettorali: dagli Stati Uniti d’America, la democrazia più antica del mondo, all’India, la più grande del mondo. Unione europea, Messico, Bangladesh, tra gli altri, voteranno tutti per il loro prossimo governo. L’Asse del male guidato da Cina e Russia farà del suo meglio per interferire con questo risultato. Affinché l’Imec abbia successo è importante che le elezioni siano libere ed eque in tutti questi Paesi. Ciò che è in gioco non è solo un’alleanza commerciale, ma il futuro di tutte queste repubbliche. La lotta tra democrazie e autocrazie è ormai iniziata. E le repubbliche devono essere innanzitutto e soprattutto sicure.