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Chiude il consolato a Monaco e le spie russe piangono

Berlino ha imposto a Mosca la chiusura della maggior parte delle rappresentanze. Quella in Baviera è da sempre fondamentale per l’intelligence, vista la vicinanza ad aziende della difesa e al parlamento locale. I precedenti

Alla fine di maggio la Germania aveva comunicato alla Russia che avrebbe chiuso entro fine anno quattro dei suoi cinque consolati distribuiti tra Amburgo, Bonn, Francoforte, Lipsia e Monaco. È stata una risposta al limite di 350 funzionari imposto da Mosca a Berlino poche settimane prime, che ha scritto il governo tedesco ad annunciare la chiusura, entro novembre, dei consolati di Ekaterinburg, Novosibirsk e Kaliningrad lasciando aperti soltanto l’ambasciata Mosca e il consolato di San Pietroburgo. Tra i cinque consolati, Mosca ha scelto di mantenere Bonn, capitale della Germania Ovest durante la Guerra fredda.

La rinuncia a Monaco è piuttosto pesante per Mosca, come si legge sul profilo X Le Cueilleur, riferimento per le vicende di spionaggio tedesche. Nella città bavarese e nei suoi dintorni hanno sede importanti aziende dell’industria della difesa tedesca, come Krauss-Maffei Wegmann, che produce il Leopard 2, Hensoldt, attiva nel campo dei sensori per applicazioni in ambito difesa e sicurezza, e Airbus Defence and Space. Tutti fornitori importanti per l’Ucraina e tutti importanti obiettivi per lo spionaggio russo.

Non mancano i precedenti. Nel 2019 un ex dipendente dell’Università di Augusta è stato reclutato dall’intelligence russa (precisamente Svr) a caccia di informazioni sul razzo europeo Ariane. Il suo “cliente” è Leonid Strukov, viceconsole a Monaco. Nel 2014 Markus R., dipendente del Bundesnachrichtendienst, cioè l’intelligence esterna tedesca, ha inviato un’email con documenti riservati al consolato russo di Monaco offrendosi come informatore ma la sua comunicazione viene intercettata e l’uomo, che già era una fonte della statunitense Central Intelligence Agency dal 2008, viene denunciato.

Inoltre, sul tetto del consolato è presente una serie di apparecchiature come parabole e antenne utili per la signals intelligence. Non sono della portata di quelle installate all’ambasciata di Berlino o al consolato di Bonn. Ma il parlamento bavarese si trova a circa 600 metri dal consolato.

Infine, dirimpettaio della rappresentanza è stato per lungo tempo Jan Marsalek, che viveva in una villa da 50.000 euro di affitto al mese fino alla latitanza iniziata nel giugno del 2020, subito dopo l’emersione del cosiddetto scandalo Wirecard, società di cui era direttore operativo e membro del consiglio. Su di lui pende una red notice emessa dall’Interpol ma i dove si trovi non è certo. Poche settimane dopo la sua scomparso, il giornale tedesco Handelsblatt aveva ipotizzato che l’uomo si trovasse in Russia sotto la supervisione dell’intelligence militare (Gru), fuggito probabilmente proprio tramite il consolato di Monaco.

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