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Parigi-Berlino, un documento per il futuro dell’Ue. Scrive Zagari

Di Cristiano Zagari

Parigi e Berlino con la loro proposta potrebbero aver dato il là ad un dibattito politico sulla riforma e allargamento dell’Unione europea (quanto mai necessario) un po’ meno banale e noioso di quelli che hanno caratterizzato le precedenti scadenze elettorali europee…

È notizia di poche ore fa che Parigi e Berlino hanno presentato un documento intitolato “Sailing on High Seas: Reforming and Enlarging the Eu for the 21 st Century”, scritto da un gruppo di lavoro di esperti, con proposte concrete su come mantenere governabile l’Ue con 30 o più membri – in particolare, il documento propone che l’Ue al fine di salvaguardare la propria fluidità istituzionale interna (e perciò la propria efficienza) proceda in un contesto allargato lungo quattro cerchi concentrici: 1. L’Inner circle (in teoria avanguardie basate sulla volontà di esserci ); 2. L’Ue; 3. Membri associati; 4. La Comunità politica europea [un’associazione libera di leader europei che si incontrano due volte l’anno per discutere].

Il documento poi spazia anche su altri temi affini all’eterna dinamica allargamento-approfondimento come ad esempio il bilancio. Ad ogni modo il tema sullo sfondo riguarda la necessità di preservare a pieno il vero vantaggio competitivo dell’odierna Ue ovvero la capacità di regolare la nuova economia mondiale oggi fondata su due pilastri specifici: la transizione verde e la transizione digitale.

Tale vantaggio competitivo, trascende per portata la mera valenza regolatoria e commerciale sconfinando ampiamente nel campo del politico.
L’Ue, infatti mediante una tale lead regolatoria può disseminare a livello mondiale la propria visione antropocentrica (e non è un caso che direttive come ad esempio il Dma ed il Dsa abbiano creato non poche frizioni con le Big Tech mondiali a lungo abituate a muoversi con grande disinvoltura all’interno dei perimetri regolatori internazionali).

A maggior ragione in prospettiva 2024 in cui cambieranno almeno due delle tre principali istituzioni del triangolo istituzionale europeo occorre puntellare il meccanismo di governance europeo su cui si regge l’appeal regolatorio del cosiddetto “Effetto Bruxelles” ; in tal senso non si può prescindere da:

● L’ineluttabilita della Rule of Law (ne va della credibilità di tutto l’impianto su cui si fa forza l’Effetto Bruxelles);

● La necessità di una solida equilibratura rispetto all’eterna dinamica allargamento-approfondimento (per alcun motivo la governance europea politica e amministrativa può concedersi incrostazioni o colli di bottiglia).

Last but not least, il tenore della sfida per la nuova Commissione 2024 presuppone un ulteriore surplus d’impegno rispetto al 2019. È indubbio infatti che per chi voglia assumere una lead negoziale in ambito di regolazione internazionale la “contaminazione” delle due transizioni in corso con la nuova variabile dell’Intelligenza artificiale alzi l’asticella a livello esponenziale rispetto a 5 anni fa. L’IA in tal senso racchiude enormi potenzialità ma anche enormi incognite.

Non è un caso che qualche giorno fa Ursula von der Leyen in occasione dello State of Union 2023 abbia suggerito di istituire un nuovo organismo internazionale “con scienziati, aziende tecnologiche ed esperti indipendenti attorno al tavolo” per consigliare eventuali regole globali e altresì affermato che esiste una “finestra di opportunità per guidare questa tecnologia in modo responsabile”.

Scelta questa condivisibile se non altro perché consente agli europei di volgere a proprio vantaggio qualcosa che diversamente avrebbero unicamente subito: “La nostra legge sull’Intelligenza artificiale è già un modello per il mondo intero”, ha affermato sempre nello stesso contesto von der Leyen, aggiungendo poi che Bruxelles “dovrebbe riunire tutto questo lavoro verso standard globali minimi per un uso sicuro ed etico dell’Intelligenza artificiale”.

In conclusione, Parigi e Berlino con la loro proposta potrebbero aver dato il là ad un dibattito politico (quanto mai necessario a livello europeo) un po’ meno banale e noioso di quelli che hanno caratterizzato le precedenti scadenze elettorali europee…

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