Nell’attuale battaglia tra democrazie e autocrazie, era necessario dare all’Africa la sua voce nel gruppo del G20, con la speranza che venga presto invitata nel gruppo del G7 come membro permanente. L’analisi di Vas Shenoy
Il vertice dei capi di Stato del G20 (Gruppo dei 20) a Delhi è stato storico e avvincente. Fino all’ultimo minuto non è stato raggiunto alcun accordo sulla dichiarazione congiunta. Mentre lo sherpa indiano Amitabh Kant alla fine informava i giornalisti, il primo ministro indiano Narendra Modi è dovuto intervenire personalmente per ottenere un accordo unanime da Russia e Cina per la dichiarazione.
Il vertice è stato storico anche perché si tratta dell’ultimo vertice del G20 (Gruppo dei 20). Grazie agli sforzi dell’India, l’Unione Africana (Ua)è ora un membro permanente del gruppo, portando il numero a 21 e includendo il Sud Globale. Politicamente questo è un risultato molto importante perché porta l’Africa come continente sul tavolo e dà all’Ua la stessa statura politica dell’Unione Europea (Ue). Nell’attuale battaglia tra democrazie e autocrazie, era necessario dare all’Africa la sua voce nel gruppo del G20, con la speranza che venga presto invitata nel gruppo del G7 come membro permanente.
La dichiarazione di Nuova Delhi ha portato in primo piano anche la leadership dell’India nel Sud globale. L’attenzione dell’India era stata una dichiarazione inclusiva e, sebbene nella dichiarazione finale non vi fosse alcuna condanna della Russia, c’era un linguaggio che condannava l’aggressione di Paesi con l’obiettivo di catturare territori di altri. Solidarietà e preoccupazione sono state espresse anche per la guerra in Ucraina, ma questa è stata fortemente criticata dal governo ucraino che voleva vedere la forte condanna della Russia.
Il focus di questo G20 era il Sud globale e alla fine è stata annunciata un’alleanza che contrasta la Belt and Road Initiative (Bri) della Cina. Il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec) è stato annunciato a margine di un più ampio partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali (Pgii) co-presieduto dal presidente Joe Biden e dal primo ministro Modi.
L’Imec crea un corridoio dati, ferroviario e di gasdotti tra India ed Europa attraverso il Medio Oriente con il sostegno di Israele, Emirati Arabi Uniti e Regno dell’Arabia Saudita. I leader di Unione Europea, Francia, Germania, Italia, Mauritius, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Stati Uniti e India hanno firmato il protocollo d’intesa che annuncia lo storico progetto. “Il corridoio economico Indiano-Medio Oriente farà rivivere l’antica rotta del Mar Rosso che un tempo collegava l’Egitto romano con il Kerala e il Gujarat”, afferma William Dalrymple, un eminente storico. Mentre Israele non era presente al vertice del G20, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto una conferenza stampa dettagliata spiegando e sostenendo l’Imec. “Israele è al centro di un progetto internazionale senza precedenti che collegherà le infrastrutture dall’Asia all’Europa”, ha dichiarato.
L’Italia è stata anche l’unico Paese europeo a firmare come membro fondatore dell’Alleanza globale per i biocarburanti lanciata durante il G20. Singapore, Bangladesh, Italia, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Mauritius ed Emirati Arabi Uniti sono membri fondatori insieme all’India che si concentreranno sulla promozione dei biocarburanti come mezzo per un’economia a zero emissioni di carbonio.
I leader di India, Brasile, Sudafrica e Stati Uniti hanno tenuto un annuncio congiunto, in qualità di leader dell’attuale e dei prossimi tre vertici del G20, impegnandosi a basarsi sui progressi storici della presidenza indiana del G20 per affrontare le sfide globali. L’ottica di questa dichiarazione congiunta ha rafforzato l’attuale trilaterale India-Brasile-Sudafrica (Ibsa) con la presenza degli Stati Uniti e lascia intravedere crepe nei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa). Al recente vertice Brics di Johannesburg, l’India ha dovuto negoziare duramente per contenere l’espansione dei Brics, per la quale la Cina stava fortemente esercitando pressioni. Le intenzioni della Cina erano di sviluppare i Brics come alternativa al G7, dove non è invitata.
L’India ha ottenuto risultati desiderati nella dichiarazione finale contro il terrorismo, il riciclaggio di denaro e ogni forma di discriminazione razziale e religiosa. Tale linguaggio era importante per affrontare il terrorismo transfrontaliero proveniente dal Pakistan.
Mentre l’India di Modi è stata la vincitrice principale, dimostrando finalmente il suo acume in politica estera nonostante l’assenza del cinese Xi Jinping e del russo Vladimir Putin, il presidente Joe Biden e il primo ministro Giorgia Meloni hanno ottenuto risultati significativi attraverso questo vertice. Biden ha avuto un riavvicinamento tanto atteso con il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman. MbS ha guidato l’annuncio iniziale del corridoio India-Medio Oriente. Poiché questo corridoio attraversa la Giordania e Israele, si è trattato anche di un silenzioso riconoscimento dei legami tra Arabia Saudita e Israele sull’orlo della formalizzazione, un obiettivo per il quale Biden ha lavorato tanto e continua a impegnarsi.
Con il lancio del Pgii, Biden contrasta concretamente anche la Bri della Cina, riunendo sotto un unico ombrello gli alleati dell’area indo-mediterranea allargata. L’Imec riunisce i più forti alleati degli Stati Uniti in Asia, Medio Oriente ed Europa sotto un’unica alleanza commerciale guidata dagli Stati Uniti.
Per il primo ministro Meloni, il bilaterale con il primo pinistro cinese Li Qiang è stata l’occasione per informarlo dell’intenzione dell’Italia di non rinnovare e di ritirarsi dal protocollo d’intesa sulla Belt and Road Initiative (Bri). La partecipazione italiana all’Imec è quindi una vittoria. La tappa finale europea dell’Imec, precedentemente prevista in Grecia, ora probabilmente si sposterà in Italia. Con l’Italia e l’India che già condividono il cavo dati ad alta velocità Blue-Raman e la breve rotta marittima cargo di Msc che dura 19 giorni, l’Italia svolgerà un ruolo chiave non solo nello sviluppo dei biocarburanti ma anche nei gasdotti, trasporto di idrogeno e nella sicurezza energetica, nella carbon transition e potenzialmente nello sviluppo delle ferrovie transcontinentali. A parte la rilevanza economica di questi vari programmi, ciò estende il “piano Mattei” della Meloni alle coste dell’India. L’Italia diventa il crocevia europeo, come Israele diventa il crocevia mediorientale di dati, energia e commercio dall’India all’Europa.
L’inclusione dell’Ua nel G20 offre anche l’opportunità all’agenda della Meloni per il prossimo G7 del 2024 di proseguire con gli sforzi dell’India. Meloni ha messo l’Africa al centro della sua strategia internazionale. Il linguaggio sulla migrazione nella dichiarazione del G20 era in linea con le conclusioni della Conferenza internazionale su sviluppo e migrazione che Meloni ha ospitato nel luglio 2023. L’Italia è stata uno dei primi sostenitori dell’iniziativa per includere permanentemente l’Ua nel G20.
Questa mattina tutti i leader che hanno partecipato al vertice del G20 hanno concluso la loro visita a Delhi rendendo omaggio al Mahatma Gandhi nel suo memoriale a Rajghat. Questo è stato il momento più solenne della leadership indiana, del suo impegno per la pace e la non violenza. In questo vertice del G20, l’India è rimasta fedele al suo motto, “Vasudhaiva Kutumbakam”. Il mondo, per questi due giorni, è stata una sola famiglia.