Skip to main content

Vi spiego le minacce ai cavi sottomarini. Parla Bagnasco (Sparkle)

“L’Africa è destinata ad assumere una rilevanza ancora maggiore. Ma viste le sue dimensioni, va affrontata in modo selettivo”, spiega Enrico Maria Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle (Gruppo Tim), che sarà ospite lunedì del convegno di Formiche “Resilienza e infrastrutture critiche. L’Europa, l’Italia e l’interesse nazionale”

“Sparkle racchiude in sé sia l’elemento industriale sia quello commerciale, dai quali discende la nostra strategia: è importante tenerlo a mente anche quando si ragiona del futuro dell’azienda”. A parlare è Enrico Maria Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle (Gruppo Tim) da novembre dell’anno scorso, che sarà ospite del convegno “Resilienza e infrastrutture critiche. L’Europa, l’Italia e l’interesse nazionale”, promosso da Formiche, che si terrà lunedì 25 settembre presso la presidenza del Consiglio (sala Polifunzionale di Largo Chigi, 19) a partire dalle ore 18.

Il cavo Blue-Raman collegherà l’Italia all’India passando per Israele, Giordania, Arabia Saudita, Gibuti e Oman. A margine del G20 di Nuova Delhi, in India, è stato presentato il Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, con snodi in Israele e negli Emirati Arabi Uniti. Possiamo dire che Blue-Raman ha anticipato gli sviluppi geopolitici recenti riassunti da questa iniziativa?

Assolutamente sì. Quando noi iniziammo a pensare Blue-Raman volevamo realizzare una nuova infrastruttura che ampliasse la nostra disponibilità di traffico dati sulla rotta mediorientale. Il tutto, costruendo un nuovo percorso, non un’altra corsia di un’autostrada dei dati già esistente. Ecco perché abbiamo optato per un percorso differenziato rispetto a tutti gli altri cavi che fanno quella rotta passando per il Mar Rosso.

Quanto è importante il sostegno politico per iniziative come Blue-Raman?

Con questo e il precedente governo, con Palazzo Chigi e con la Farnesina in particolare, è iniziato un anno e mezzo fa un dialogo molto intenso. Blue-Raman, e in particolare BlueMed che si posiziona per collegare molti Paesi del Nord Africa, può far diventare l’Italia l’hub digitale del Mediterraneo. Il progetto è stato più volte citato anche dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, come era già accaduto durante l’incontro bilaterale in India in primavera. Il supporto politico è importante nei progetti visto che queste opere attraversano tanti Paesi, tante geografie e tanti contesti diversi. Non è solo questione di tecnologia o di capacità operativa. Paradossalmente, le caratteristiche distintive di Blue-Raman, per esempio il passaggio in Israele e non in Egitto, sono sì un elemento importante dal punto di vista architetturale e commerciale ma possono anche diventare un punto d’attenzione in fase di realizzazione.

Un anno fa Sparkle ha siglato un protocollo d’intesa con la Marina Militare italiana per la protezione dei cavi sottomarini. Quali sono le principali minacce per queste infrastrutture?

Le problematiche che possono interessare i cavi sottomarini sono molteplici. La più tipica è causata dall’uomo involontariamente: l’esempio tipico è un’ancora trascinata sul fondo, che distrugge tutto quel che trova, cavi compresi. Lo stesso vale per una rete da pesca a strascico. Poi c’è il tema dei sabotaggi, anche alla luce del contesto internazionale che stiamo vivendo. Infine, ci sono fatti naturali, come un terremoto sottomarino. La diversificazione è un modo per proteggersi intrinsecamente.

Immagino che la Marina Militare italiana non possa proteggere l’intera infrastruttura di Sparkle.

Non abbiamo accordi diretti analoghi. Ma i vari Paesi, al di là di chi sia il proprietario, riconoscono e quindi proteggono le infrastrutture, anche perché queste servono dei clienti che a lavoro volta servono i cittadini.

La parola chiave è diversificazione?

Assolutamente sì. Pensiamo alla città di Marsiglia, in Francia. Negli anni ha attirato su di sé tanti cavi intercontinentali. Questo, paradossalmente, è diventato oggi un punto di criticità. Ecco perché c’è un interesse, anche a livello europeo, di impostare una strategia generale che fornisca all’Europa delle strade alternative.

È sempre più forte l’attenzione internazionale verso l’Africa. L’Unione Africana è diventato membro del G20 e sarà invitata al G7 l’anno prossimo dall’Italia, che sarà presidente di turno e il cui governo sta per presentare il Piano Mattei per l’Africa. Che cosa rappresenta il continente per Sparkle?

Premesso che con il Nord Africa abbiamo un rapporto consolidato da moltissimo tempo, nel piano decennale l’Africa, oggi nostro terzo polo di interesse dopo il corridoio Medio Oriente-Estremo Oriente e quello Centro-Sud America, è destinata ad assumere una rilevanza ancora maggiore. Ma viste le sue dimensioni, l’Africa va affrontata in modo selettivo. Recentemente abbiamo firmato un accordo con la società emiratina Kush Investments per fornire una soluzione a lungo termine nel sistema di cavi Blue-Raman per collegare Gibuti con l’Europa. Per fare altri due esempi possiamo citare Equiano, per connettere Città del Capo a Lisbona, e l’accordo dell’anno scorso con Ciudad per il potenziamento della connettività internazionale dell’operatore nigeriano.

×

Iscriviti alla newsletter