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Le carte di Israele nel corridoio Imec secondo Lipner (Atlantic Council)

Come dimostra la pronta reazione di Netanyahu, il Paese può dare un “contributo fondamentale al progetto come ponte tra Asia ed Europa”, dice l’ex consigliere di sette premier di Gerusalemme. “I benefici serviranno da potente contrappeso ai fattori che promuovono le ostilità”, aggiunge

“Non è un caso che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu abbia subito elogiato l’annuncio del Corridoio economico India-Medioriente-Europa al G20”, dice Shalom Lipner, un quarto di secolo passato all’ufficio del primo ministro israeliano (con sette capi di governo diversi) e oggi nonresident senior fellow del think tank statunitense Atlantic Council, a Formiche.net.

Il corridoio, un collegamento dall’India all’Europa con linee ferroviarie, di gas e di fibra ottica che passano per Israele e l’Arabia Saudita, conferma l’approccio multilaterale scelto dall’amministrazione americana di Joe Biden (opposto all’unilateralismo di Donald Trump) per contrastare l’ascesa della Repubblica popolare cinese. La dichiarazione d’intenti è stata sottoscritta dai governi di Arabia Saudita, Unione europea, India, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Italia e Stati Uniti.

In un periodo di crescenti sabotaggi orchestrati dall’Iran contro le navi del Golfo, di crescente influenza regionale cinese e di occasionali ma costosi incidenti nel Canale di Suez, questo piano dimostra che le potenze mondiali stanno pensando ad alternative”, ha osservato Mark Dubowitz, amministratore delegato del think tank statunitense Foundation for Defense of Democracies. Il corridoio “prende spunto dal manuale cinese”, basti pensare alla Belt and Road Iniziative (o Via della Seta), “ma rafforza anche gli importanti progressi compiuti dai Paesi del Medio Oriente verso la normalizzazione”, ha aggiunto.

Israele può avere un ruolo cruciale nell’infrastruttura. “Abbiamo già trasformato Israele in un hub globale nel settore informatico, idrico e del gas. Ora faremo lo stesso nei trasporti, nell’energia e nelle comunicazioni globali”, ha dichiarato Netanyahu. E il corridoio sembra poter aiutare a superare anche alcuni contrasti con l’amministrazione Biden. “Questa visione, promossa dal presidente Biden insieme ai Paesi europei e agli Emirati Arabi Uniti, all’Arabia Saudita e ad altri Paesi (…) è un cambiamento epocale”, ha aggiunto il primo ministro sottolineando come Israele stia diventando “uno snodo centrale dell’economia mondiale” e “un ponte di pace”. Un nuovo “volto” per il Paese.

“La geografia di Israele, con la sua lunga costa mediterranea, e le sue moderne infrastrutture posizionano il Paese in modo perfetto per dare un contributo fondamentale al progetto, il cui successo genererà significativi dividendi economici e diplomatici anche per Israele stesso”, osserva Lipner. “In quanto ponte strategico marittimo e terrestre per le merci tra l’Asia e l’Europa, Israele attirerà nuovi affari sulle sue coste e rafforzerà anche la promessa di integrazione regionale, aprendo le porte ad altri Paesi per migliorare le loro relazioni con Israele”, aggiunge. “Man mano che una maggiore interdipendenza prende piede in Medio Oriente, i benefici dei legami pacifici tra i Paesi serviranno da potente contrappeso ai fattori che promuovono le ostilità”, conclude.


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