Se per Conte la Via della Seta è stata un boomerang politico e flop commerciale, Meloni può rivendicare il mancato rinnovo e l’aver spinto Pechino ad alzare la posta per mantenere il rapporto con Roma
Nel 2019 Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio espresso dalla maggioranza gialloverde, ha firmato il memorandum d’intesa sulla Via della Seta rendendo l’Italia il primo e unico Paese del G7 ad aderire all’iniziativa-faro del leader cinese Xi Jinping. Quell’accordo si è rivelato allo stesso un boomerang politico e un flop commerciale.
L’ha riconosciuto in qualche modo lo stesso Conte, che nel fine settimana ha rivendicato la firma che “doveva riequilibrare la nostra bilancia commerciale”. “Ovviamente poi”, ha spiegato, “è arrivata la pandemia e quando si valutano gli effetti di quell’accordo bisogna tenere conto che Cina e Italia sono stati i Paesi più colpiti”. In realtà, le tendenze import-export dell’Italia verso la Cina “non sono state significativamente influenzate dalla Via della Seta ma piuttosto da fenomeni ciclici e strutturali nell’economia globale”, ha spiegato l’economista Lorenzo Codogno a Formiche.net aggiungendo che per queste ragioni “non sarà affatto facile” riequilibrare la bilancia commerciale.
All’indomani della missione a Pechino di Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, che ha gettato le basi per il non rinnovo del memorandum d’intesa e per il futuro del partenariato strategico globale tra Italia e Cina, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, può rivendicare la prossima uscita della Via della Seta che porrà fine all’anomalia interna al G7 e l’aver portato la Cina ad aumentare la posta che è disposta a mettere sul piatto per mantenere il rapporto con l’Italia grazie a un gioco di sponda tra Farnesina e Palazzo Chigi.
Nei giorni scorsi Nancy Pelosi, speaker emerita della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, aveva spiegato che la relazione tra Stati Uniti e Italia “è improntata anche sui grandi temi della sicurezza. Questo è molto importante in termini di Unione europea, Nato, Ucraina e Russia e speriamo anche sulla Cina”. L’uscita dell’Italia dalla Via della Seta dovrebbe spianare la strada a un confronto con gli Stati Uniti in materia di sicurezza anche sulla Cina, in particolare su Taiwan, con l’impegno al mantenimento di pace e stabilità nello Stretto ribadito da Meloni e dal presidente americano Joe Biden a luglio.