“L’Oasi dei Libri. Lezioni sulla contemporaneità in vista del futuro” è la rassegna andata in scena a Sabaudia questa estate. Un ciclo di “lezioni” ed “incontri con l’autore” che ha cercato di rilanciare l’importanza del binomio cultura e politica, di fronte alle sfide della crisi dei poteri. L’intervento di Luigi Tivelli, presidente dell’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini e Francesco Subiaco, vicesegretario generale dell’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini
Senza un vero senso della memoria storica non si può né comprendere il presente né progettare il futuro. Un senso della memoria storica su cui si fonda ogni seria cultura politica e che nell’epoca del presentismo e della oggicrazia, è purtroppo assente sia nella nostra classe politica che in buona parte della classe dirigente, che ha, infatti, reciso ogni corrispondenza tra “Cultura” e “Politica”. Contro questa degenerazione abbiamo fondato L’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini, che tra le sue tante attività ha annoverato una sorta di Summer school a Sabaudia per promuovere tra i suoi obiettivi principali: il rilancio del senso della memoria storica, il risanamento del divorzio tra politica e cultura, la valorizzazione dei principi del merito e della concorrenza e, non meno rilevante, la denuncia (e il tentativo di superarle) della troppa divisività, dei troppi clan e cerchi magici che ci sono nel nostro Paese.
Seguendo tale impostazione si è conclusa nella prima metà di settembre, nella bella cornice dell’hotel Oasi di Kufra, a Sabaudia, la rassegna “L’Oasi dei Libri. Lezioni sulla contemporaneità in vista del futuro”. Un ciclo di “lezioni” ed “incontri con l’autore” che ha cercato di rilanciare l’importanza del binomio Cultura e Politica, di fronte alle sfide della crisi dei poteri pubblici, del digitale, delle prospettive del lavoro libero e dell’evoluzione della nostra classe politica.
La rassegna ha visto alternarsi sul piccolo podio dell’albergo, tredici autori e tredici libri, di cui otto editi da Rubbettino, che hanno suscitato liberi ed aperti confronti culturali con relatori provenienti dal mondo politico, culturale, istituzionale. A ben sei di questi, ad esempio, ha partecipato con grande passione civile e competenza specifica, l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, così come con analoga competenza e passione civile, ma con imparzialità, in ben altri cinque casi il prefetto di Latina, Maurizio Falco e il sindaco di Sabaudia, Generale Alberto Mosca.
Una Summer School dell’Academy Spadolini che si è configurata soprattutto come un ciclo di “Lezioni sulla contemporaneità in vista del futuro” proprio perché ha sviluppato incontri e confronti sul presente con una proiezione sulle sfide del domani, favoriti da libri giusti, scelti con cura, attenzione e sana passione civile dal presidente della Academy. Dalla questione del cambiamento climatico, che tanto pesa sia sul Mediterraneo, sia sull’Italia, con il libro “Ecoshock” di Giuseppe Caporale, allo studio delle sfide del mondo del lavoro nell’epoca della transizione digitale con “L’era del lavoro libero” di Francesco Delzio, entrambi editi Rubbettino. Un confronto tra presente e futuro che si è sviluppato soprattutto con il libro Paolo Savona e di Fabio Vanorio “Geopolitica dell’infosfera”, un testo fondamentale frutto di una ricerca attenta e approfondita sugli effetti del digitale sulla geopolitica e sulla geoeconomia, che indaga e ripensa il rapporto tra Stato, individuo e mercato nell’epoca del digitale e dell’AI.
Un testo quello del presidente Savona, che ha visto sul palco dell’Oasi di Kufra insieme all’autore, grande economista ed oggi autorevole presidente della Consob come presentatori Gianfranco Fini e Maurizio Falco che hanno inaugurato un dialogo culturale aperto sulle sfide di un nuovo illuminismo digitale e di una nuova “politeia”, capace di affrontare i cambiamenti della transizione tecnologica. Dialoghi sul futuro che però non sottovalutano le principali sfide della contemporaneità: dalla geopolitica alla crisi dei poteri pubblici. Non poteva mancare, infatti, in questa rassegna un libro come “La guerra in casa”(Rai Libri), di Roberto Arditti, direttore editoriale di Formiche.net e già direttore de Il Tempo, che ha favorito un confronto animato sui principali nodi delle questioni internazionali, insieme al professor Vittorio Emanuele Parsi. Ma oltre al digitale alla geopolitica molti sono stati i temi di questo “Cenacolo della cultura”. Dall’importante tema dell’integrazione islamica in “Anche se Allah non vuole” di Davide Giacalone, fino all’analisi della classe politica e della crisi della nostra amministrazione emerse rispettivamente in “Quirinal Games”(Palomar) del professor Pino Pisicchio e nel testo del direttore dell’Agenzia dei monopoli e delle dogane Roberto Alesse: “Il declino del potere pubblico in Italia” (Rubbettino).
Tra i libri che più hanno ottenuto l’apprezzamento del pubblico spiccano “Monica. Vita di una donna irripetibile” (Rai Libri) di Laura Delli Colli, sulla grande attrice Monica Vitti, presentato con grande competenza dall’autrice e dal tre volte premio Oscar per la cinematografia Vittorio Storaro, e quello presentato dalla grande scrittrice, psicoterapeuta e psicopedagogista Maria Rita Parsi, il cui incontro con il pubblico, sulla scia dei suoi ultimi libri, ha avuto uno straordinario successo. Come ha generato molto interesse il confronto sul libro di Diodato Cifoni e Luca Pirone “La trappola delle culle”(Rubbettino), che ha affrontato i veri nodi di una delle questioni più urgenti per il Paese: quella demografica. Sollevando analisi e proposte, come quella, più volte rilanciata da queste colonne, di un “Piano Mattei per i bambini africani”.
Al termine di questi incontri con l’autore è stato assegnato come riconoscimento conclusivo, un premio, tra i tredici libri della rassegna, al libro di Alessandro Barbano “L’inganno. Antimafia. Usi e soprusi dei professionisti del bene” (Marsilio), che è stato presentato, tra gli altri, con grande competenza dall’autorevolissimo presidente dell’Unione delle Camere Penali, avv. Giandomenico Caiazza, generando un confronto che ha messo in luce vizi e veri nodi dell’antimafia. Il cui fondamentale lavoro è spesso inquinato dagli eccessi di certo giustizialismo, a cui l’autore contrappone, un approccio veramente garantista e non giustificativo alla lotta alle mafie.
Una rassegna che ha enfatizzato quanto i libri, specie se scelti in modo appropriato, sollevano, generano, fanno agitare nuove idee, così come le nuove idee possono generare buoni e nuovi libri. Perché solo i buoni libri diffondono le buone idee e le buone idee generano i buoni libri. È su questa corrispondenza tra cultura e politica che si basa un vero e serio dibattito culturale senza il quale non può esistere né un vero dibattito politico, né un serio sviluppo culturale. Perciò vedere “volare” le idee e i libri mentre gli autori e i presentatori stavano seduti o parlavano dal palco dell’Oasi di Kufra, non è stata solo una grande soddisfazione, perché si è configurata come una Summer school dell’Academy Spadolini, ma anche come la constatazione che se si stimola finalmente un serio e produttivo dibattito sui libri e sui veri nodi del Paese, rifuggendo i rischi e danni del “presentismo” e dell’ “oggicrazia”, si fa veramente cultura e ne beneficiamo un po’ tutti.