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Lontani sui migranti ma il Piano d’azione italo-tedesco corre

La cerimonia si terrà a fine novembre in occasione di un vertice intergovernativo in Germania, come confermato oggi dai ministri Baerbock e Tajani. Al centro dell’incontro a Berlino la questione sbarchi (e il ministro italiano risponde alle parole del leghista Crippa)

Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si avvicinano. Le tensioni politiche si accendono, specie su dossier come quello dei migranti. Ma l’orizzonte per la firma del Piano d’azione italo-tedesco non si allontana. Anzi, la cerimonia si terrà a fine novembre, in occasione di un vertice intergovernativo in Germania, come confermato oggi da Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca, in conferenza stampa al termine dell’incontro a Berlino con Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

Il documento, pensato per chiudere il triangolo con la Germania dopo il Trattato del Quirinale siglato con la Francia, è chiuso, come hanno spiegato Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e Olaf Scholz, cancelliere tedesco, al termine del loro incontro di giugno a Roma: copre cinque settori strategici di collaborazione previsti (crescita, competitività e occupazione; politica estera e di sicurezza; agenda verde e protezione climatica; Europa e Stato di diritto; cultura e società civile) e prevede la creazione di un format 2+2 con i ministri degli Esteri e della Difesa dei due Paesi, un Forum macroeconomico bilaterale tra quelli delle Finanze e un dialogo istituzionale sulle migrazioni tra i ministeri dell’Interno.

La questione migratoria è inevitabilmente al centro dell’agenda bilaterale. Sabato scorso Meloni aveva scritto a Scholz spiegandogli di aver appreso “con stupore” che il suo governo, “in modo non coordinato” con quello italiano, “avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo. Entrambe le possibilità”, aveva sottolineato, “suscitano interrogativi. Innanzitutto, per quanto riguarda l’importante e oneroso capitolo dell’assistenza a terra è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco piuttosto che in Italia. Inoltre, è ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare”. Meloni, auspicando “soluzioni strutturali”, aveva dato appuntamento a Scholz per “discutere di persona della questione” al Vertice della Comunità politica europea e al Consiglio europeo di Granada, in Spagna, il prossimo 5 e 6 ottobre.

Oggi in conferenza stampa Tajani ha sottolineato che “servono investimenti dell’Unione europea nel continente africano. Io ho sempre parlato di un Piano Marshall, di cui il Piano Mattei italiano è parte, che consenta di dialogare con un continente amico”. E ancora: “Dobbiamo favorire la crescita del continente africano, solo cosi’ potremo evitare le migrazioni”.

Ma quello migratorio non è l’unico dossier caldo tra Italia e Germania, Paesi fortemente legati a livello industriale. I recenti dati Istat hanno dimostrato che nel primo semestre di quest’anno lo scambio commerciale italo-tedesco si è attestato su un valore di 86,5 miliardi di euro, in lieve aumento (+0,3%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Nei primi sei mesi del 2023, infatti, l’export verso la Germania ha segnato un valore di 39,4 miliardi: solo un leggero calo rispetto al 2022 (39,8 miliardi, -1%). In lieve crescita, invece, l’import dalla Germania, pari a 47,1 miliardi (contro 46,4 del primo semestre 2022, +1,5%). A livello settoriale, si osservano dinamiche diverse a seconda dei comparti: per l’export, crescono in termini di valore monetario l’alimentare (3,96 miliardi, +11,5%), i macchinari (5,59 miliardi, +11,6%) e l’elettrotecnica-elettronica (3,93 miliardi, + 6,3%); particolarmente importante la crescita dei mezzi di trasporto, che segna un +26,1% e tocca un valore di 5,46 miliardi. Rallenta, invece, l’export italiano nei settori del chimico-farmaceutico (4,5 miliardi, -16,2%) e della siderurgia (6,86 miliardi, -18%). Passando all’import dalla Germania, si osservano dinamiche settoriali simili: in crescita alimentare (3,38 miliardi, +19,9%), macchinari (6,04 miliardi, +13,3%), elettrotecnica-elettronica (6,57 miliardi, +11,9%) e, soprattutto, mezzi di trasporto (7,87 miliardi, +26,3%), mentre si registra un calo nel chimico-farmaceutico (9,48 miliardi, -20,9%) e nel siderurgico (5,05 miliardi, -3,6%). Come fatto notare dalla Camera di Commercio Italo-Germanica, i volumi di merce scambiata tra i due Paesi seguono dinamiche più frastagliate. L’export dal nostro Paese segna volumi in crescita solo nei comparti dei macchinari e dell’elettrotecnica-elettronica, mentre nell’import crescono l’alimentare e i mezzi di trasporto a crescere, insieme a macchinari ed elettrotecnica-elettronica.

Come dimostra anche il mancato seguito da parte tedesca alle parole di Andrea Crippa, vicesegretario della Lega – “Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andò male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai social-democratici” –, i due governi lavorano verso la firma del Piano d’azione nonostante le distanze politiche che potrebbero essere utilizzate strumentalmente a livello interno in vista del voto.

Secondo Jörg Buck, consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica, “è necessario che il Piano preveda anche un cooperazione più stretta sulle politiche industriali per la transizione ecologica: coordinare sempre di più le nostre strategie e il nostro ruolo in Europa è fondamentale per compiere con successo la transizione ecologica e digitale e per proseguire in maniera decisa sul percorso d’integrazione europea, unico vero strumento per vincere le sfide che abbiamo davanti”, ha aggiunto.


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