L’Italia negli Stati Uniti non viene più vista semplicemente attraverso la lente degli stereotipi legati a cibo e turismo, ma emerge come attore rilevante nei campi della tecnologia, dell’aerospazio e, sorprendentemente, del metaverso. E non solo nelle grandi città costiere, ma nella profondità delle aree industriali come Detroit. Il racconto di Davide Ippolito, co-fondatore dell’Italian American Reputation Lab
Quando si parla di affari e cultura negli Stati Uniti, luoghi come New York, Los Angeles e Miami sono spesso al centro delle nostre riflessioni geopolitiche. Eppure, nel cuore industriale dell’America, c’è un rinascimento silenzioso che si sta sviluppando, ed è intriso dell’eleganza e dell’innovazione del “Made in Italy”.
Recentemente, ho avuto l’opportunità di esplorare questa tendenza in profondità, grazie a un invito speciale da parte della Console Italiana a Detroit, Allegra Baistrocchi. Insieme a Umberto Mucci, co-fondatore con me dell’Italian American Reputation Lab (IARL), abbiamo sviluppato un rapporto che mette in luce una trasformazione affascinante nella percezione dell’Italia nella regione del Michigan. Dopo l’evento “LoveITDetroit” dello scorso anno, la reputazione dell’Italia ha registrato un aumento del 21,7% (il report completo è scaricabile su iarl.org). Ciò che è maggiormente degno di nota è il cambio di percezione: l’Italia non viene più vista semplicemente attraverso la lente degli stereotipi legati a cibo e turismo, ma emerge come attore rilevante nei campi della tecnologia, dell’aerospazio e, sorprendentemente, del metaverso.
L’importanza di iniziative come LoveITDetroit va ben oltre le mere statistiche o metriche. Servono come catalizzatori di cambiamento, influenzando non solo l’opinione popolare, ma alterando fondamentalmente il modo in cui intere nazioni si percepiscono a vicenda.
Questi sviluppi rappresentano un forte segnale che l’Italia sta coltivando legami profondi e significativi al di fuori delle tradizionali porte dorate delle metropoli costiere americane. Detroit e altre regioni industriali degli Stati Uniti potrebbero diventare i nuovi epicentri di collaborazione e partnership tra le due nazioni.
In un mondo sempre più interconnesso, il ruolo della valutazione basata sui dati nel plasmare le narrazioni è diventato proporzionalmente più cruciale. Le narrazioni, dopotutto, possono essere facilmente manipolate e gli stereotipi, una volta formati, possono essere durevoli. I dati possono agire come una forza dirompente, contrastando i pregiudizi con narrazioni basate su prove. Non si tratta di assecondare i desideri del pubblico, è un compito molto più sfumato. Si tratta di ideare e realizzare iniziative progettate per soddisfare esigenze genuine, e poi applicare un rigore analitico per misurare il loro impatto reale.
Così, mentre gli occhi del mondo sono spesso fissi sulle coste, le profondità dell’America industriale stanno emergendo come terreno fertile per un nuovo capitolo delle relazioni italo-americane. Un capitolo che promette collaborazione, innovazione e una grande opportunità per le imprese che sapranno coglierle.