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Perché gli imperialisti russi sbagliano nel credere di avere il Niger in tasca

Di Samuel Ramani

Il colpo di Stato a Niamey ha rovesciato il governo eletto e installato una giunta. La Russia è entusiasta delle possibilità, ma le sue opzioni sono limitate. Samuel Ramani (Oxford, Rusi) spiega perché, a dispetto di quello che afferma la propaganda russa, è difficile che la Wagner possa entrare in Niger

Questo articolo è apparso sul sito del Center for European Policy Analysis sotto il titolo “Niger Is Ours! Say Russia’s Imperialists (But it Isn’t)”. Traduciamo e pubblichiamo per gentile concessione.

Il presidente nigerino Mohamed Bazoum, eletto democraticamente, è stato sostituito il 28 luglio dal generale Abdourahamane Tchiani del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (Ncsp). Mentre gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno prontamente condannato il colpo di Stato, la Russia ha visto più positivamente la presa di potere da parte di Tchiani.  Il capo dei mercenari di Wagner, Yevgeny Prigozhin, aveva salutato il colpo di Stato come un attacco al neocolonialismo e offerto i servizi della sua compagnia alla giunta. “Il Niger è nostro! L’ultima marionetta della France-Afrique è stata rovesciata durante il Forum Russia-Africa. Il Niger ai nigerini!” ha scritto su Telegram il filosofo fascista Alexander Dugin.

Ufficialmente, la Russia ha espresso solidarietà alla giunta e ha fatto eco alle sue rivendicazioni, ma si è astenuta dal fornire sostegno materiale. Una dichiarazione del Ministero degli Esteri russo dell’11 agosto ha avvertito che qualsiasi sforzo militare da parte degli undici Stati della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) avrebbe portato a un “confronto prolungato” in Niger e a “una forte destabilizzazione della situazione nella regione del Sahara-Sahel nel suo complesso”. Il Presidente russo Vladimir Putin ha ribadito questo messaggio in una telefonata del 15 agosto con il leader della giunta del Mali, Assimi Goita.

La macchina della disinformazione russa ha anche amplificato le affermazioni della giunta secondo cui l’aumento dell’insicurezza ha portato al colpo di Stato. Il 5 agosto, Prigozhin ha accusato Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea di aver creato gruppi terroristici in Niger per saccheggiare le riserve di uranio. Per giustificare la sua affermazione, il capo dei mercenari Wagner ha affermato che la Francia paga al Niger solo 11 dollari per ogni 218 dollari guadagnati dalle sue riserve di uranio.

L’editorialista di Ria Novosti Sergey Savchuk ha dichiarato che “Parigi sta succhiando tutto il succo del Niger” e ha sostenuto che si tratta di un “esempio da manuale della struttura coloniale su cui si basa l’ostentata prosperità occidentale”. La messaggistica anti-occidentale della Russia è stata coadiuvata dalla copertura sinergica del colpo di Stato in Niger da parte dei media cinesi, che hanno evidenziato i legami della Francia con Bazoum, e dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che ha inquadrato la sospensione delle vendite di uranio del Niger alla Francia come una risposta all’oppressione.

Queste narrazioni hanno ricevuto un sostegno entusiastico in Niger. Ispirata da Kemi Seba, una social media influencer finanziata da Prigozhin che è stata paragonata dai fan all’attivista statunitense per i diritti civili Malcolm X, l’opinione pubblica nigerina si è stretta attorno alla giunta e ai suoi alleati russi. Il movimento M62, una coalizione di attivisti e organizzazioni della società civile formatasi nell’agosto 2022, ha tenuto manifestazioni a Niamey sventolando bandiere russe. Le azioni della giunta hanno ricevuto il 79% dei consensi in un recente sondaggio. Se dovesse verificarsi un’interferenza esterna, il 53% dei nigeriani vorrebbe che fosse guidata dalla Russia, mentre solo il 6% appoggia l’intervento minacciato dall’Ecowas.

Nonostante ciò, la Russia non ha intenzione di aiutare economicamente la giunta nigerina sottoposta a sanzioni. Gennady Petrov, editorialista di Nezavisimaya Gazeta, ha dichiarato che il primo ministro nigerino Ali Lamine Zeine ha corteggiato gli investimenti russi per superare le sanzioni occidentali, ma ha ammesso che la “traccia russa” in Niger si limita alle bandiere.

L’apertura del Ministero degli Esteri a una soluzione diplomatica della crisi nigerina mediata dall’Ecowas e il sostegno al rilascio di Bazoum dagli arresti domiciliari sottolineano i limiti della sua solidarietà politica alla giunta. I media russi spiegano questa moderazione sottolineando la durata incerta della presa di potere di Tchiani, innescata dalla repressione di Bazoum nei confronti dei fedeli al suo predecessore Mohammed Issoufou.

È inoltre improbabile che Wagner entri in Niger per due motivi. In primo luogo, la Russia ha legami economici o di sicurezza molto limitati con il Niger. Nel 2021, il Paese ha esportato solo 154.000 dollari di merci in Russia e ha importato solo 4,58 milioni di dollari di merci. Il Niger ha firmato un accordo tecnico-militare con la Russia nell’agosto 2017, che si estende alla sfera dell’antiterrorismo, ma la cooperazione in materia di sicurezza tra i due eserciti è estremamente limitata.

Le affermazioni del propagandista di Rossiya-1 Vladimir Solovyov, secondo cui l’esercito nigerino sarebbe pronto a utilizzare i sistemi di difesa aerea russi, non sono conformi alla realtà. Wagner non ha un accesso significativo alle miniere di uranio del Niger, quindi non può auto-finanziare le sue operazioni come ha fatto nella Repubblica Centrafricana e in Sudan.

In secondo luogo, le prospettive di successo militare del Gruppo Wagner in Niger sono scarse. Dall’arrivo di Wagner in Mali alla fine del 2021, le vittime civili sono aumentate del 270% e la milizia Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimeen (Jnim), allineata ad al-Qaeda, ha rafforzato la sua presa sul nord-est e sul centro del Mali.

Nell’ultimo anno, Wagner ha perso l’accesso al supporto logistico e alle attrezzature pesanti per le sue operazioni in Mali. L’attenzione della Russia per la guerra in Ucraina e le conseguenze dell’insurrezione di Prigozhin potrebbero limitare le scorte di armi di Wagner nel Sahel a pistole e munizioni. Ciò rende Wagner di utilità limitata per la giunta nigerina. La Russia cercherà inoltre di evitare un confronto militare con l’Ecowas e il suo membro principale, poiché sta cercando di espandere i legami commerciali con il Niger nei settori dell’energia e dell’alluminio.

Per questi motivi, uno scenario in stile Burkina Faso – in cui la giunta rafforza i legami con le aziende statali russe e accetta istruttori russi a scopo di addestramento – è molto più plausibile di un intervento di Wagner in stile Mali. La propaganda russa sull’ingresso in Niger non riconosce i rischi causati dalle rivalità all’interno dell’élite, le stesse che hanno spinto il generale Tchiani al potere, e ignora inoltre la fragilità di Wagner come forza antiterrorismo nel Sahel.

 

Samuel Ramani è docente di politica e relazioni internazionali all’Università di Oxford, dove ha conseguito il dottorato nel marzo 2021. È anche analista e commentatore geopolitico e Associate Fellow al RUSI. 

Europe’s Edge è la rivista online del CEPA che si occupa di argomenti critici di politica estera in Europa e Nord America. Tutte le opinioni sono dell’autore e non rappresentano necessariamente la posizione o il punto di vista delle istituzioni che rappresentano o del Center for European Policy Analysis.

Immagine: Clash Report

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