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Nato, Ue e ricostruzione. Il futuro dell’Ucraina dipinto dal Gmf

Di Duccio Fioretti

Il think thank americano ha chiesto agli intervistati come valutassero le possibili scelte di policy verso l’Ucraina. Portogallo e Lituania si sono dimostrate fortissimi sostenitori di Kyiv, mentre la Germania è spaccata. E anche la polarizzazione tra fazioni politiche è netta

L’edizione 2023 del Transatlantic Trends (Tt), sondaggio pubblicato con cadenza annuale dal German Marshall Fund che si occupa di rilevare gli orientamenti della popolazione tanto in territorio europeo quanto in quello statunitense, ha riservato una sezione specifica al futuro dell’Ucraina. Al suo interno sono espresse le opinioni degli intervistati riguardo alle possibili opzioni di policy che i propri governi, in quanto Stati sovrani o in quanto membri di organizzazioni internazionali e sovranazionali, potrebbero perseguire. I risultati registrati dallo studio demoscopico mostrano come in generale i cittadini delle due sponde dell’Atlantico siano favorevoli ad una maggior integrazione dell’Ucraina nel sistema euroatlantico, anche se con intensità diverse a seconda di Paesi di provenienza o di schieramenti politici di riferimento.

Assistenza finanziaria

Su questo tema il Tt registra un consenso generale diffuso, con quasi 7 intervistati su 10 che si dichiarano favorevoli a sostenere finanziariamente il processo di ricostruzione ucraina (69% totale degli intervistati). Picchi di risposte positive sono stati rilevati in Portogallo (86%), Lituania (79%), Svezia (75%), Regno Unito e Spagna (74%), e Turchia (73%). I Paesi dove è stato individuato un minore sostegno nei confronti di questo approccio sono la Francia, col 60%, gli Stati Uniti e la Germania, entrambi con il 57%. È doveroso notare che, per quanto in fondo alla classifica, anche in questi Paesi più di metà della popolazione si è comunque espressa a favore della fornitura di strumenti economici necessari all’Ucraina per riparare ai danni del conflitto.

Adesione all’Unione Europea

Anche per l’adesione di Kyiv all’Unione Europea, pur con un consenso generale (63% degli intervistati in totale) si hanno responsi contrastanti su base locale. In alcuni Paesi, la popolazione si è espressa a netto favore dell’adesione, con Portogallo e Lituania che continuano ad essere in cima alla classifica (rispettivamente con l’81% e il 77% dei consensi), seguiti dalla Polonia con il 72% di risposta positiva. A mostrarsi meno tiepidi verso Kyiv sono l’Italia (56%), la Romania (55%) e i Paesi Bassi (54%). La questione è stata posta anche ai cittadini di Paesi esterni all’Unione, che hanno comunque fornito la loro opinione: in Canada (70%) e Regno Unito (67%) si registra un forte sostegno all’integrazione di Kyiv nel sistema europeo, mentre negli Stati Uniti (59%) e in Turchia (58%) questo sostegno è meno marcato. Come nel caso precedente, anche in questo non vi sono Paesi dove sia stato registrato un consenso inferiore al 50% della popolazione.

Adesione alla Nato

La situazione è leggermente diversa per quanto riguarda il quesito sull’adesione ucraina all’Alleanza Atlantica. In un caso, quello della Germania, meno di metà della popolazione è favorevole all’accessione di Kyiv (45%), a pochissimi punti percentuali di distanza da coloro che vi si oppongono (42%). Anche in Francia e in Italia, il consenso registrato è appena superiore alla metà (51%). Ad essere invece fortissimi sostenitori dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato sono ancora una volta i Portoghesi (78%) e i Lituani (76%), seguiti dai Polacchi (71%) e dagli Inglesi (70%).

Polarizzazione politica

Chiedendo agli intervistati anche il loro collocamento politico, il Tt riesce a dare un quadro generale di quanto queste questioni possano essere divisive. Negli Stati Uniti c’è un divario di circa venti punti percentuali tra le risposte positive date da chi si è identificato come democratico (73% nel caso del supporto finanziario, 75% nel caso dell’adesione alla Nato) e chi si è dichiarato repubblicano. Una polarizzazione simile si nota anche in Germania, con i sostenitori del Partito Socialdemocratico e dell’Unione Cristiano-Democratica che hanno dato in massa risposta positiva a tutte e tre i quesiti posti loro, mentre gli elettori dell’Alternativa per la Germania che invece si sono dimostrati tendenzialmente molto meno favorevoli. Infine, anche in Francia è stato registrato questo fenomeno: mentre più dei due terzi dei sostenitori del partito di Emmanuel Macron anno risposto favorevolmente a tutte le domande, quelli del Rassemblement National hanno dato si sono spaccati a metà sull’assistenza finanziaria e sull’adesione alla Nato, mentre si sono schierati nettamente contro l’ingresso nell’Ue.

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