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Chi si sente democristiano ha una possibilità. La via di Rotondi

L’anno prossimo la nuova Dc festeggerà i primi venti anni: nella vita di un uomo non sono poi tanti, nella vita di un partito rappresentano un’era, nella storia di un piccolo partito sono un’eternità.
Ci siamo stati e ci siamo ancora perché rappresentiamo un partito nuovo, ma autorizzato e dunque gemmato dalla Dc storica

A poche ore dalla pubblicazione del nuovo simbolo della Dc, ho già ricevuto molti apprezzamenti, qualche consiglio, alcune critiche. Una la condivido: ai democristiani non piace l’inserimento nel simbolo del nome del presidente del partito.
La cosa non piace neanche a me: la Dc era allergica alla personalizzazione della politica, e non a caso siamo gli ultimi ad adeguarci a questa nuova regola del marketing politico.

La verità è che siamo stati costretti a questa scelta. L’anno prossimo la nuova Dc festeggerà i primi venti anni: nella vita di un uomo non sono poi tanti, nella vita di un partito rappresentano un’era, nella storia di un piccolo partito sono un’eternità.
Ci siamo stati e ci siamo ancora perché rappresentiamo un partito nuovo, ma autorizzato e dunque gemmato dalla Dc storica: le ricorrenti leggende sulla “Dc che non si è mai sciolta”, le farneticanti rifondazioni che predicano l’identità tradita e bussano alla cassa degli ultimi immobili, in questi anni si sono infranti contro sentenze e ordinanze che hanno costantemente riconosciuto le nostre ragioni, l’ultima nello scorso agosto.

Tuttavia alcuni presunti democristiani insistono in una azione di disturbo che non è fondata su nessun elemento né giuridico né politico.
Sarebbe interessante sapere perché sorgono tante formazioni democristiane col solo esito- che forse è il loro scopo- di impedire la ricostruzione del partito. Esiste una sorta di protocollo : si inflaziona un nome e un simbolo perché intorno ad essi non si ricrei una speranza.

Di fronte a questo tentativo, dobbiamo essere realisti: dedichiamo il nostro tempo alle cause, o alla ricostruzione del partito?
L’inserimento del mio nome nel simbolo risolve la questione: esso non è più confondibile con nessuno dei presunti pretendenti alla continuità democristiana.
A questo punto vale la pena di provarci: come ha detto Giampiero Catone, il solo democristiano che non ha mai mollato, il mio nome ormai si identifica con la suggestione democristiana.

Di fronte a ciò, le mie obiezioni sono svanite, e volentieri ho trasformato le mie generalità in una integrazione del marchio.
E da domani chi si sente democristiano ha una possibilità : iscriversi alla “Dc con Rotondi”, un modo concreto per trasferire la Dc dalla galleria dei ricordi a una nuova stagione di militanza e di protagonismo.

(pubblichiamo il post che Gianfranco Rotondi ha scritto sulla sua pagina Facebook) 


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