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Sulla disabilità l’inclusione fa la differenza

L’inclusione delle persone con disabilità nella società deve necessariamente trovare realizzazione anche nel mercato del lavoro e nel riconoscimento delle professionalità. È importante capovolgere la percezione della diversità affinché sia riconosciuta come un valore, alimentando il confronto, coinvolgendo istituzioni, professionisti, aziende e mondo dell’associazionismo

Teatro, divertimento, scuola, libri, mondo del lavoro. Sono solo alcuni dei tantissimi strumenti di inclusione che aiutano le persone con disabilità – e i bambini e i ragazzi in particolar modo – a superare le barriere che troppo spesso si trovano a dover affrontare. Lo sport è senza dubbio uno di questi. Nasce così l’iniziativa “INSPORT – Includere con lo sport”, promossa da SuperJob, la piattaforma che offre opportunità di lavoro, informazione e supporto a chi convive con la disabilità. Il progetto, presentato all’Università Luiss di Roma durante l’evento, “Oltre le barriere: un ponte verso l’inclusione”, ha riunito i rappresentanti delle istituzioni, gli esperti e il terzo settore e ha offerto momenti di aggregazione sportiva, tra cui partite di rugby, pallavolo e basket, fra gli atleti dell’Ateneo e i ragazzi delle realtà associative coinvolte.

Migliorare la qualità della vita di tutti

“Lo sport – sottolinea il capo di gabinetto del ministero dello Sport e dei Giovani, Massimiliano Atelli, intervenuto alla presentazione – “può essere un veicolo di inclusione e di sviluppo di capacità e abilità personali che possono fare la differenza per raggiungere”. E dal confronto fra i diversi attori possono nascere sempre nuove soluzioni, come suggerisce uno dei membri del Comitato scientifico di SuperJob, Valentina Cefalù: “Siamo molto orgogliosi – dichiara – di aver sostenuto questa iniziativa dall’alto valore sociale insieme a importanti partner e associazioni che con le loro iniziative perseguono l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Come realtà impegnata a capovolgere la percezione della diversità affinché sia riconosciuta come un valore, riteniamo sia fondamentale alimentare il confronto su questi temi, coinvolgendo istituzioni, professionisti, aziende e mondo dell’associazionismo. In particolare lo sport, grazie al suo linguaggio universale, è in grado di unire le comunità e favorire la piena integrazione anche delle persone che vivono con qualche difficoltà in più. Un impegno che continueremo a portare avanti con sempre maggior forza e che ci ha spinto ad intraprendere la strada di evolverci in associazione”.

Impegno quotidiano

L’inclusione delle persone con disabilità nella società deve necessariamente trovare realizzazione anche nel mercato del lavoro e nel riconoscimento delle professionalità. “Nella nostra azienda l’inclusione nel mondo del lavoro è un impegno che si rinnova ogni giorno”, spiega la senior executive director della società di recruiting Michael Page, Francesca Caricchia. “Un impegno – aggiunge – che parte dall’interno dell’organizzazione per permettere alle persone con disabilità di crescere e di apportare valore, e che si rivolge all’esterno, grazie alla partnership con SuperJob, mettendo a disposizione un team dedicato che si occupa della selezione delle persone disabili e di supportarle nell’inserimento nel mondo del lavoro”.

Credere nelle proprie possibilità

All’evento, moderato dal condirettore di Formiche e direttore di Healthcare policy, Alessandra Micelli, hanno preso parte i referenti di diverse associazioni, fra cui l’ideatore di Opera in Corsia, attività dell’Associazione Etta&Paolo Limiti, Edoardo Vittorio Agnelli, il presidente della Cooperativa sociale Onlus, Mio Fratello è Figlio Unico, Alessandro Carella, una socia dell’Associazione Cartastraccia, Orsola Longhini, e il presidente di Divertitempo, Gianluca Morelli. Fra le testimonianze di come sia possibile valorizzare le differenze di ciascuno tramite lo sport, anche quella del giovane campione europeo paralimpico di pesistica, Donato Telesca. “Gli unici limiti che abbiamo – racconta l’atleta – sono quelli che scegliamo di darci. Anche le più grandi difficoltà possono trasformarsi in opportunità per ripartire ed è per questo che non bisogna mai smettere di credere nelle proprie possibilità e di impegnarsi per raggiungere nuovi traguardi”. Una mission che si è data anche l’Università romana, come ricorda il direttore dell’associazione sportiva Luiss, Paolo Del Bene: “L’impegno dell’ateneo – afferma – nel sostenere e accompagnare le diverse categorie di studenti-atleti all’interno del programma sportivo Luiss che, nato nel 1998 con la prima squadra di basket, ha oggi all’attivo 13 sport, 18 squadre e 11 scuole sportive”.

Fin da piccoli

“C’è grande attenzione da parte della pediatria di famiglia nei confronti dei bambini e degli adolescenti con disabilità fisiche, psichiche e intellettive, per i quali una diagnosi precoce e una presa in carico continuativa rappresentano due fattori cruciali che possono migliorare sensibilmente la qualità della vita e ridurre l’impatto della disabilità sulle famiglie”, sostiene il referente nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) per le malattie rare e la disabilità, Serafino Pontone Gravaldi in occasione del confronto con il giornalista Andrea Sermonti. “I pediatri di famiglia – continua – sono in prima linea nel sensibilizzare sull’importanza che i ragazzi con disabilità, anche nella transizione dalle cure pediatriche a quelle dell’adulto, siano supportati da equipe multidisciplinari che operano in strutture in grado di integrare cure mediche, terapie occupazionali, sport e attività ricreative. Migliorare la condizione di disabilità, infatti, non è solo un aspetto medico, ma anche sociale, che riguarda tutti gli aspetti di vita, dalla scuola, al lavoro, al tempo libero. Per questo è necessario abbattere le barriere che impediscono l’inclusione e incentivare la pratica sportiva quale occasione di socializzazione e di condivisione di valori sociali che aiutano a migliorare le capacità relazionali”.


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