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In Indonesia, Eni cresce ancora. Scoperto un nuovo giacimento di gas

Di Duccio Fioretti

La nuova scoperta rafforza ancora di più la capacità produttiva di Eni nel Paese asiatico, dove la sua presenza è ben salda. Guardando al futuro e alla transizione

Eni annuncia la scoperta di un’importante riserva di gas all’interno del pozzo Geng North-1 scavato sotto l’egida del progetto “North Ganal”, a circa 85 km di distanza dalla costa orientale della provincia di Kalimantan. “Una grande opportunità per noi, per l’Indonesia e per la regione”, ha commentato il ceo Claudio Descalzi in diretta sulla CNBC.

La notizia è su tutti i media del mondo perché le stime preliminari indicano volumi complessivi che si aggirano intorno 140 miliardi di metri cubi, con un contenuto di condensati che tocca i 400 milioni di barili. Questi dati permetteranno lo studio delle opzioni per uno sviluppo accelerato del sito. Posizione e dimensioni stimate fano pensare che un nuovo polo di produzione potrà essere stabilito nel sito, collegandosi direttamente agli impianti di liquefazione di Bontan, nel settore orientale di Kalimantan. Anche in ottica futura: si stima infatti che nella zona in questione siano presenti oltre 141 miliardi di metri cubi di gas non ancora localizzati; sono attualmente in via di realizzazione degli studi atti a confermare questa ipotesi.

Il pozzo, perforato fino ad una profondità di 5.025 metri in 1.947 metri di profondità d’acqua, ha incontrato una colonna a gas di circa 50 metri in arenarie di età miocenica dalle eccellenti proprietà petrofisiche. Per una completa valutazione della scoperta è stata eseguita con successo una prova di produzione che, sebbene limitata dalle capacità delle attrezzature di test, ha permesso di stimare una portata del pozzo pari a circa 2,2-2,7 milioni di metri cubi al giorno e 5000 -6000 barili al giorno di condensati associati.

La campagna esplorativa in corso, assieme alle recenti acquisizioni, è in linea con la strategia del Cane a Sei Zampe, che mira a far sì che entro il 2030 il 60% della produzione del gruppo sia dato da un mix di gas e Liquified Natural Gas, i quali hanno minori emissioni del petrolio e rappresenteranno un punto di passaggio importante per quei Paesi che si avviano ora sul processo della transizione a un’economia sostenibile.

L’Asia sud-orientale in generale e in particolare l’Indonesia (dove Eni opera sin dal 2001), rivestono un ruolo importante in questa strategia. È recente l’annuncio da parte della società dell’acquisizione degli interessi di Chevron, la quale permette l’accrescimento della quota di partecipazione e l’ottenimento del ruolo di operatore. Annuncio arrivato a sua volta poco dopo quello dell’accordo raggiunto da Eni per l’acquisizione di Neptune Energy (il più grande “cash deal” nel settore europeo del petrolio e del gas da quasi un decennio), al completamento del quale la posizione di Eni nel blocco North Ganal e nella scoperta di Geng North si rafforzerà ulteriormente. Ad oggi, l’azienda di San Donato Milanese gestisce un ampio portafoglio di asset in esplorazione, sviluppo e produzione con una produzione a gas di circa 80.000 barili di olio.

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