“Oltre 60 miliardi per progetti legati alla mobilità sostenibile e intelligente”. Le parole di Michelangelo Suigo, direttore Relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit, che raccontano come anche nella nuova strategia Bul (Banda ultra larga) la società specializzata nella trasformazione digitale potrà ricoprire un ruolo rilevante
La tre giorni sul lago di Como, “ComoLake2023 – Next Generation Innovations”, la Cernobbio digitale, è stata un successo ed ha visto alternarsi molte voci del governo e delle istituzioni e delle imprese del settore. Moltissimi gli spunti e le suggestioni raccolte, in cui non sono mancate anche le criticità, oltre che le idee per lo sviluppo, che comporta l’innovazione tecnologica.
Come evidenziato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’IA sarà tra le priorità del G7 a guida italiana e come anche sottolineato dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, in una intervista a Milano Finanza, il governo ha “lanciato la sfida per colmare un grande vuoto di visione, di consapevolezza e di crescita del sistema Paese. Siamo ancora agli inizi, ma ci sono le condizioni per avviare con tutti gli stakeholder, pubblici e privati, una grande fase di aggregazione di idee sulle strategie digitali dell’Italia […] e su come il nostro Paese possa recuperare molti dei ritardi accumulati in questi anni”.
In relazione ai progetti e agli investimenti su cui si sta puntando, è intervenuto Michelangelo Suigo, direttore Relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit, alla seconda giornata di lavori della manifestazione di Como, durante il panel “Digitalizzazione della mobilità futura e sostenibile: reti di trasporto, 5G, IoT, tunnel e gallerie”.
“Inwit con oltre 23.500 torri capillarmente diffuse sul territorio, 7.800 remote unit Das e small cells e 52.000 ospitalità, ricopre un ruolo fondamentale anche per lo sviluppo del Vehicle to Everything environment”, ha detto. “Abbiamo apparati che forniscono copertura mobile multi operatore in 1.000 km di gallerie stradali e autostradali, incluse alcune delle principali arterie di viabilità nazionale e abbiamo realizzato la copertura mobile in 5G della nuova metropolitana di Milano, la M4, dall’aeroporto di Linate a San Babila”.
“La torre oggi è un’infrastruttura condivisa e digitale che porta efficienza nella catena del valore”, ha continuato Suigo. “È sempre più uno snodo chiave delle moderne infrastrutture digitali: asset connessi, distribuiti e protetti in grado di fornire servizi avanzati nell’ambito dell’ecosistema 5G, dalla connettività in fibra all’hosting di antenne fino all’ospitalità di mini data center dell’architettura edge computing e alla sensoristica avanzata IoT. Il settore Towerco è capital intensive: abbiamo grandi investimenti con ritorni di lungo periodo e alta necessità di remunerare il capitale investito”.
Inoltre Suigo ha ricordato i progetti in essere e le risorse del Pnrr: “Siamo partner tecnologico del progetto europeo 5G-Carmen, che ha testato funzioni e servizi innovativi per l’automotive con le nostre torri sulla A22 ‘del Brennero’. Inwit, grazie a queste infrastrutture, è quindi un key player per lo sviluppo della smart mobility, che avrà una forte spinta grazie ai fondi previsti dal Pnrr. Oltre 60 miliardi per progetti legati alla mobilità sostenibile e intelligente. Inwit può ricoprire un ruolo rilevante anche nel progetto della nuova strategia Bul (Banda ultra larga) del Dipartimento della Trasformazione digitale, che prevede importanti risorse destinate anche al miglioramento della copertura 5G delle vie di comunicazione, a cominciare da quelle ferroviarie e proseguendo con quelle stradali come i tunnel di Milano-Cortina”.
Infine, un commento sull’adeguamento dei limiti di campo elettromagnetico che “rappresenta un’importante sfida per lo sviluppo del Paese”, ha affermao. “Ci sembra di capire che ci sia un orientamento verso un approccio di adeguamento dei limiti a un livello intermedio rispetto a quelli europei. A noi pare che questa opzione sia molto ragionevole. Occorre ridurre poi i tempi burocratici per l’ottenimento dei permessi necessari per la costruzione di una nuova torre. Stiamo parlando addirittura di 10 mesi, dei quali solo il 20% è tempo speso per i lavori realizzativi, mentre il resto è legato alla localizzazione del sito e all’ottenimento delle autorizzazioni. C’è stata una buona semplificazione normativa nazionale, ma è importante assicurare che le normative nazionali siano pienamente recepite a livello locale”, ha concluso Suigo.