Teheran offre sostegno e coordinamento, ma alla fine è l’organizzazione terroristica a decidere cosa fare e quando farlo. Intervista a Raz Zimmt, esperto dell’Università di Tel Aviv e dell’Institute for National Security Studies
“È molto difficile accertare la portata del coinvolgimento iraniano” nell’assalto lanciato da Hamas sabato 7 ottobre nel Sud di Israele “basandosi solo su fonti aperte”, spiega Raz Zimmt, esperto di Iran dell’Università di Tel Aviv e dell’Institute for National Security Studies, a Formiche.net sottolineando di non avere accesso a informazioni di intelligence che possano fornire una risposta chiara.
Che cosa sappiamo dal coinvolgimento iraniano?
L’Iran fornisce assistenza a Hamas in termini di tecnologia, armi, addestramento e know-how. L’Iran non ha mai cercato di nasconderlo. Pertanto, Hamas non avrebbe potuto compiere un simile attacco senza il sostegno iraniano. Inoltre, sappiamo per certo che almeno negli ultimi uno o due anni ci sono stati continui coordinamenti tra Iran, Hamas, Hezbollah e la Jihad islamica palestinese, soprattutto a Beirut e Damasco.
Ma quale è il rapporto tra Hamas e l’Iran?
Il rapporto tra Hamas e l’Iran non è gerarchico. Hamas non ha bisogno del permesso dell’Iran. Non è così che funziona. C’è sostegno e coordinamento, ma alla fine è Hamas a decidere cosa fare e quando farlo.
Le sanzioni delle Nazioni Unite sul programma iraniano di missili balistici e droni sono appena scadute. Cioè significa che l’Iran può ora acquistare legalmente un missile balistico intercontinentale dalla Cina o vendere missili e droni a Hamas, Hezbollah e Russia. Ma Teheran è interessata a un allargamento del conflitto in Israele, magari al Libano?
Al momento non sembra che l’Iran sia interessato a un allargamento del conflitto al Libano, soprattutto se parliamo di un’ulteriore escalation. Non immagino uno scenario in cui sia direttamente coinvolto, per esempio, nel lancio di missili contro Israele. L’Iran crede davvero che Hamas sia ancora in grado di fare qualsiasi cosa voglia contro Israele da solo. Inoltre, teme che un eventuale scontro su larga scala tra Israele e Hezbollah possa disperdere le capacità strategiche di cui dispone Hezbollah, il suo braccio armato in Libano per scoraggiare Israele a Nord.
In questi giorni si è parlato molto delle conseguenze della crisi in Israele sugli accordi di normalizzazione con l’Arabia Saudita, che infatti sono stati congelati. Ma che ne è del Jcpoa, l’accordo sul nucleare iraniano?
Il Jcpoa è praticamente morto. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad accordi o intese non ufficiali tra Stati Uniti e Iran, dopo la conclusione che il Jcpoa non può essere rinnovato. Ma non c’è modo in questo momento, certamente non prima delle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, di tornare al Jcpoa.