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Leadership femminile in sanità. Un gap da colmare

La promozione della leadership femminile nel settore sanitario passa anche attraverso il Premio “Leads”, assegnato dall’Associazione Donne leader in Sanità. La cerimonia ha visto tre premi vincitori su 15 progetti candidati, e tre menzioni speciali per donne che fanno la differenza.

L’equità di genere è una sfida ancora da affrontare in Italia, anche nel settore della salute. Sebbene il 78% del personale infermieristico e il 50% del personale medico sia composto da donne, quando si tratta di posizioni di vertice, solo il 20% dei direttori generali nelle aziende sanitarie è di sesso femminile.

Italia, fanalino di coda

Questo divario è evidente non solo nel settore sanitario, ma si riflette anche in altri aspetti della vita lavorativa. Il nostro Paese si classifica tra i peggiori in Europa per equilibrio tra vita e lavoro, secondo l’indice Remote che valuta diversi fattori come l’assistenza sanitaria, il salario minimo, i congedi parentali, e molti altri. L’Italia si piazza al 27simo posto su 100, precedendo solo Ungheria, Slovacchia e Romania.

Premio Leads, un passo in avanti per la parità di genere

Per affrontare questa sfida, l’associazione Donne leader in sanità ha istituito il premio “Leads”, con l’intento di “evidenziare l’esistenza di eccellenze e best practice, donne ed organizzazioni che siano di ispirazione per promuovere scenari sempre più inclusivi e per tracciare percorsi innovativi di equità manageriale ed organizzativa” ha spiegato Patrizia Ravaioli, presidente dell’Associazione.

I vincitori del contest

Tra i progetti premiati, l’azienda ospedaliera universitaria Pisana, con il progetto “Aoup, vista con gli occhi delle donne”, l’azienda farmaceutica Infectopharm, per aver sviluppato un percorso di crescita professionale specifico per le donne e la Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald che accoglie famiglie e bambini in cura presso i maggiori ospedali pediatrici, promuovendo parità e inclusione.

Nuovi circoli virtuosi

“Tutte le organizzazioni ci hanno dato una fotografia a colori di azioni che possono essere replicabili al fine di rimuovere gli ostacoli alla leadership femminile, creando un circolo virtuoso” ha spiegato Sara Vinciguerra, ideatrice del premio, quest’anno intitolato ad Alessandra Pederzoli. “Colpita da un tumore raro, Alessandra ha combattuto fino all’ultimo giorno infondendo grande positività e forza di vivere. L’esempio e la testimonianza − ha continuato Vinciguerra − sono la prima leva per contribuire a modificare la cultura e quindi l’agire e raggiungere una equità meritocratica per le donne nella sanità”.

Chi c’era alla premiazione

La cerimonia di premiazione ha visto la partecipazione attiva, fra gli altri, della presidente della giuria, Antonella Polimeni, rettrice dell’Università Sapienza di Roma, ma anche di personalità che operano nel campo della sanità, della comunicazione e dell’associazionismo, fra cui il direttore generale di Farmindustria Enrica Giorgetti, la senatrice già ministro della Salute Beatrice Lorenzin e la presidente dell’associazione Valore D Paola Mascaro, che hanno consegnati i premi ai vincitori.

Menzioni speciali a donne che fanno la differenza

A ottenere le menzioni speciali da parte del comitato sono state: Maria Neira, direttrice del dipartimento di Salute pubblica, ambiente e determinanti sociali della salute dell’Oms, per la promozione di programmi di sicurezza alimentare e la nutrizione, attenzionando i governi sugli scenari di rischio per la salute umana provocati dai cambiamenti climatici; Silvia Vaccari, presidente della Federazione nazionale degli ordini della professione di ostetricia, per la promozione di azioni sinergiche tra i diversi attori istituzionali e del terzo settore e per aver incentivato programmi e azioni per il miglioramento e la cura dei pazienti nonché per lo sviluppo di expertise verso una medicina di genere più inclusiva; Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, in rappresentanza di una categoria professionale essenziale per l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, durante il suo mandato, è stato approvato il nuovo codice deontologico che rispecchia la centralità della figura dell’infermiere a livello sia clinico che di management.


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