“Chiediamo a tutti di agire con lo stesso senso di urgenza”, scrivono i leader di Italia e Regno Unito in una lettera aperta dopo il tavolo riunito a Granada. Roma cerca sponde extra Ue e rilancia il memorandum con Tunisi
Giorgia Meloni e Rishi Sunak hanno firmato assieme una lettera aperta, pubblicata in Italia dal Corriere della Sera e nel Regno Unito dal Times, per chiedere di fermare gli sbarchi degli immigrati. “Stiamo lavorando insieme per fermare le imbarcazioni e chiediamo a tutti di agire con lo stesso senso di urgenza”, scrivono la presidente del Consiglio e il premier britannico parlando di una crisi etica, umanitaria ed europea. “Abbiamo una posizione comune e ora è il momento di agire. Solo fermando il flusso di migranti irregolari possiamo ripristinare la fiducia dei cittadini”, hanno proseguito rivendicando poi come la determinazione di Italia e Regno Unito nell’affrontare il problema dell’immigrazione illegale abbiamo portato “un cambio di passo nel dibattito in tutta Europa”.
Tra i due leader, insediatisi entrambi un anno fa a distanza di poche settimane, il feeling sta diventando sempre più forte. “Insieme abbiamo dato l’esempio per quanto riguarda l’Ucraina, come due dei più convinti sostenitori di Kiev sulla scena mondiale e fornendo un risoluto sostegno a 360 gradi”, si legge nella lettera. Tra Meloni e Sunak c’è sintonia politica ma anche amicizia, come ha spiegato Oliver Dowden, vicepremier britannico, a Formiche.net il mese scorso in un’intervista in cui ha anche ribadito che l’Italia “può contare sul forte sostegno del Regno Unito”. Il governo britannico, infatti, guarda con interesse al Piano Mattei per l’Africa che l’esecutivo italiano presenterà nelle prossime settimane: alla base c’è un approccio “non predatorio” alla regione, come ha spiegato Meloni.
L’immigrazione è un tema centrale nell’agenda bilaterale ma anche in quella dei due leader conservatori. A fine aprile i due governi hanno firmato un memorandum d’intesa sulla cooperazione bilaterale rafforzata. Nel documento, che getta le basi anche per una maggiore condivisione di intelligence, si parla di immigrazione come di “una sfida per l’intera Europa” che “richiede una risposta a livello europeo”.
È per questo che ieri Meloni, con la sponda di Sunak, ha organizzato un tavolo aperto a Granada, nel corso della riunione della Comunità politica europea. Doveva essere un comitato ristretto ma alla fine ha incluso alcuni dei pesi massimi del continente, come evidenziato dal quotidiano spagnolo El Mundo sottolineando il “disagio” del governo spagnolo anfitrione della giornata. Al tavolo aperto, infatti, oltre a Meloni e Sunak, si sono aggiunti successivamente il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il primo ministro olandese, Mark Rutte e il presidente albanese Edi Rama. Secondo fonti del governo spagnolo consultate dal quotidiano El Mundo, questo “allargamento” non sarebbe piaciuto molto all’esecutivo di Madrid, anfitrione della giornata.
I sei hanno condiviso otto punti, che comprendono una maggiore collaborazione fra gli Stati nel passaggio di informazioni, un ruolo rafforzato per Oim e Unhcr per l’assistenza ai migranti nei rimpatri e il sostegno ai Paesi nordafricani per la protezione delle frontiere.
Macron ha benedetto il format, parlando della necessità di “azioni comuni” per “prevenire i traffici illegali ma anche di lavorare con Paesi terzi d’origine e di transito”. La presenza di von der Leyen ha sottolineato la volontà di proseguire sulla strada del memorandum con la Tunisia considerato anche il fatto che la frenata del presidente Kaïs Saïed, intenzionato a “non accettare l’elemosina dell’Unione europea” non sembra preoccupare Meloni: “Credo che Saied”, ha spiegato,”abbia parlato con tono un po’ assertivo prevalentemente alla sua opinione pubblica. Con toni diversi dice una cosa che io comprendo e che a volte ho detto anche io: cioè non possiamo credere che il nostro rapporto con i Paesi del Nord Africa, come delle volte sembra ma non è così, sia pagarli per trattenere la migrazione illegale. Il rapporto deve essere completamente diverso e riguarda soprattutto lo sviluppo”, ha aggiunto. L’assenza dei due leader socialisti, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente spagnolo Pedro Sánchez, e quella di uno dei principali critici del memorandum, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, potrebbe però suggerire anche la volontà di un gruppo di Paesi di muoversi da soli sulla linea dura.