Il perimetro della minaccia si è ampliato ma ne è cambiata anche la natura: ora è fluida, multidimensionale, asimmetrica e ibrida. Che cos’ha detto Elisabetta Belloni, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, nel suo intervento al San Marino Aerospace
La minaccia agli Stati è diventata sì più ampia ma ne è cambiata “profondamente” la sua natura: “È fluida, abbatte le frontiere fisiche e non è immediatamente individuabile; è multidimensionale, con la realtà analogica e il dominio virtuale che si influenzano a vicenda; è asimmetrica, essendo sempre più difficile comprenderne origine, responsabilità e portata; sa essere anche ibrida grazie all’impiego combinato di strumenti convenzionali e non convenzionali finalizzato a compiere attività di ingerenza che possono arrivare a mettere alla prova la tenuta dei nostri sistemi democratici”. Lo ha spiegato ieri Elisabetta Belloni, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, nel suo intervento al San Marino Aerospace, evento organizzato dalla Segreteria di Stato per l’Industria e sostenuto dall’intero Congresso di Stato della Serenissima Repubblica, a cui hanno preso parte anche Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, e Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa.
Belloni ha anche sottolineato come questa “minaccia inedita” si sviluppi in una fase segnata “dall’erosione” della sovranità degli Stati Uniti e dalla presenza, nel sistema delle relazioni internazionali, di attori non statuali come le grandi aziende multinazionali, in particolare quelle tecnologiche, i media, le organizzazioni non governativi, i gruppi di interesse, “anche le piazze e gli individui” e, “purtroppo, pure gli attori violenti, anzitutto terroristici – come i recenti, drammatici avvenimenti ci hanno rammentato – e la criminalità transnazionale”.
Tre le “conseguenze importanti” individuate dall’ambasciatrice che da un anno e mezzo guida il dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri con compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani.
Prima: “L’estensione del raggio d’azione dell’intelligence economico-finanziaria, fenomeno che peraltro ci accomuna agli Paesi nostri alleati e partner della comunità euro-atlantica, in quanto frutto della centralità dei profili economici nella dinamica della competizione fra Stati”. In questo caso, “l’azione informativa permette di definire lo scenario delle criticità che caratterizzano l’ecosistema italiano dell’innovazione, in chiave di salvaguardia della competitività dei segmenti più innovativi della nazione, per ciò stesso più esposti ad attività di scouting per mano di concorrenti sleali”.
Seconda: “L’impatto sul ciclo dell’intelligence del progressivo spostamento dei pericoli per la nostra sicurezza dal dominio analogico a quello virtuale, che impone un continuo sforzo di rimodulazione e riadattamento sia delle attività operative, sia dell’analisi”. In particolare, sul versante cyber l’analisi dei rischi è diventata “componente qualificante del nostro lavoro”, ha spiegato Belloni sottolineando i pericoli di “vulnerabilità intrinseche” alle tecnologie che espongono sistemi e reti a incidenti e attacchi all’insaputa dell’utente. Anche per questo, ha evidenziato, è fondamentale per l’azienda investire in cybersicurezza, in termini sia di mezzi sia di conoscenza, per far fronte a un fattore umano che “resta la componente preponderante della minaccia e del rischio” nel cosiddetto quinto dominio. Inoltre, a “complicare ulteriormente il quadro” c’è la disinformazione online, ha aggiunto: divulgare false informazioni per “destabilizzare le società, accrescere la volatilità dei mercati e generare sfiducia nei cittadini e nei consumatori, polarizzando le tensioni interne e internazionali”.
Terza: l’intercessione tra le prime due, cioè il legame tra le dimensioni economico-finanziaria e cibernetica. Ciò “evidentemente impone di integrare la risposta ai due fenomeni” elevando gli standard di sicurezza di tutti gli assetti, sistemi, reti e servizi di valore strategico per il Sistema Paese, “con riferimento sia al suo tessuto produttivo, sia alle sue infrastrutture critiche”. La risposta deve arrivare, ha continuato, dall’intelligence ma anche dai privati e dalla cooperazione internazionale con una condivisione di informazioni che è essenziale per contrastare qualsiasi minaccia, compresa dunque quella cyber.
“Oggi non si può più essere davvero al sicuro se non si è parte attiva della sicurezza stessa”, ha concluso Belloni invitando a “essere coscienti delle minacce e abili nel sottrarsi al rischio di reagire troppo tardi, quando i danni sono già stati fatti e sono divenuti irreversibili”.