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Missili ipersonici. Rischi e opportunità secondo lo Iai

I missili ipersonici sono una sfida per la sicurezza e la stabilità globali. Tali tecnologie, tra l’altro, chiamano in causa anche il tema della deterrenza. Questi gli argomenti principali della presentazione del documento Iai “Le capacità missilistiche ipersoniche stato dell’arte e implicazioni per l’Italia”

L’importanza delle tecnologie ipersoniche è ben nota. Data la loro imprevedibilità, il loro carattere destabilizzante e la loro capacità di trasportare testate nucleari, possedere missili ipersonici comporta un notevole vantaggio strategico. Tali tecnologie si inseriscono in un contesto di crescente complessità: la guerra in Ucraina ha infatti, dimostrato quanto sia importante un giusto equilibrio tra capacità offensive e difensive, in ottica di deterrenza. Mosca e Pechino, poi, possono vantare un sistema missilistico ipersonico a livello avanzato, mentre il paradigma difensivo dei Paesi Nato è oggi in discussione. Questi i temi principali discussi all’Istituto affari internazionali in occasione della presentazione della ricerca curata da Karolina Muti con Alessandro Marrone Michelangelo Freyrie “Le capacità missilistiche ipersoniche stato dell’arte e implicazioni per l’Italia”, alla presenza dell’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dello Iai, moderato dal vice presidente Michele Nones.

Tra offesa e difesa

“In passato era semplice tracciare una linea che distinguesse le tecnologie offensive da quelle difensive, oggi il compito è arduo”, ha detto Luciano Bozzo, professore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’università di Firenze, che ha altresì sottolineato l’importanza del bilanciamento economico-strategico tra offesa e difesa, dialettica caratteristica delle relazioni tra potenze. In un sistema internazionale “caotico”, l’ha definito Bozzo, i missili ipersonici costituiscono un importante vantaggio, rischiando una corsa agli armamenti. Diventa pertanto essenziale conciliare deterrenza e collaborazione internazionale.

Approccio multidominio

Le armi ipersoniche sono vere e proprie tecnologie disruptive che cambiano gli equilibri strategici globali. Pertanto, ha detto il generale Carmine Masiello, sottocapo di Stato maggiore della Difesa, l’approccio multidominio “deve diventare la nostra forma mentis nello sviluppo degli strumenti della difesa”. In particolare, il generale ha ricordato l’incidenza dei domini spaziale e cyber, essenziali nel contrasto alle minacce ipersoniche. Masiello ha, inoltre, segnalato la necessità di accrescere la cooperazione europea, così da aumentarne l’autonomia strategica, e di rafforzare la preparazione scientifica e umanistica del capitale umano.

Come affrontare la sfida?

“È un obbligo della Difesa trovare soluzioni non solo per difenderci, ma anche per la deterrenza”, queste le parole del generale Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, che ha anche ribadito la necessità di superare il gap strutturale tra sviluppo tecnologico e tempi di produzione degli armamenti. La velocità della tecnologia ipersonica ci interroga su come difenderci in caso di attacco. L’intelligence e i meta-dati diventano dunque essenziali per ottenere un vantaggio strategico ed è indispensabile un dialogo tra la Difesa e i diversi interlocutori civili, dagli analisti ai cyber-esperti.

Il ruolo della Nato

Come sostenuto dal ministro plenipotenziario Alessandro Cattaneo, consigliere diplomatico aggiunto del presidente del Consiglio, le tecnologie ipersoniche “hanno la potenzialità di dimostrarsi un game changer” strategico, chiamando in causa anche il rapporto tra pubblico e privato. Come ricordato da Cattaneo, la rapidità di risposta a un attacco ipersonico è un tema su cui la Nato dovrà riflettere: la catena di comando e controllo dovrà essere più rapida, anche per quanto riguarda la sua parte civile.

L’integrazione in Europa

Così come affermato da Giovanni Soccodato, amministratore delegato di MBDA Italia, “la componente tecnologica industriale è fondamentale”.  Il ruolo del settore come catalizzatore della cooperazione europea è di cruciale rilevanza, perché, come affermato dall’ad, “sulla fascia alta dell’atmosfera non si può prescindere dalla collaborazione internazionale”. Infatti, il peso del dominio spaziale nello sviluppare capacità di early warning, e la necessità di aggregare le industrie del Vecchio continente, rendono necessaria la cooperazione. 

Uno sguardo tecnico

Come affermato dall’ingegnere Stefania Sperandei, direttore Software engineering di MBDA, “la precisione dell’informazione, l’accuratezza dei sensori e la capacità di manovrare gli intercettori in tempi e con le capacità necessarie è una sfida tecnologica”, dove la capacità industriale diventa cruciale. Due i temi principali da affrontare. Il primo riguarda la produzione dei sistemi ipersonici. Il secondo tema, invece, riguarda il controllo e la necessità di manovrare il missile.

Ricerca e sviluppo

“L’Italia è un piccolo Paese che deve fare una sola cosa: investire in ricerca e sviluppo”, ne è sicuro il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago. Ciò è necessario per garantire il benessere e la qualità delle democrazie occidentali. La certezza della supremazia tecnologica è adesso messa in discussione, come dimostrato dall’arretratezza sulle tecnologie ipersoniche. Per risolvere questo problema, ha concluso Perego, è fondamentale incrementare le spese nel settore della Difesa, un impegno a cui le forze politiche non possono sottrarsi.



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