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Phisikk du role – Giambruno, come Bel Amì e il marito di Cesara

Alcuni casi simili alla vicenda che in queste ore ha interessato la vita personale della presidente del Consiglio e del compagno rimandano, tra le altre cose, a riferimenti letterari e storici… La rubrica di Pino Pisicchio

Non c’è morale della favola nella storia di tal Giambruno che raccoglie con la sua postura sguaiata in favore di telecamera ogni sfaccettatura possibile del machismo da barzelletta, al punto da sembrare un personaggio di Antonio Albanese. Ignoto al colto e all’inclito fino al giorno in cui la sua diletta compagna assunse la carica di primo ministro della Repubblica Italiana, questo giovanotto dal ciuffo telegenico si è ritagliato uno spazio mediatico nell’azienda televisiva della famiglia Berlusconi alimentando attenzioni nazionali per aver dato voce ad alcune massime tratte dal pensiero filosofico degno di un Bar Sport anni ’50.

Cominciò a catalizzare l’attenzione del pubblico più vasto quando sciorinò l’inarrivabile perla con cui commentava in tv lo stupro di gruppo avvenuto a danno di ragazzine appena adolescenti con il ponderato argomento del “se lo sono andate a cercare”. Forse immaginando di interpretare l’aria che tira nel Paese dopo l’avvento della destra al potere, ha continuato sul registro “virile” fino al numero mandato in onda da “Striscia la Notizia”, il telegiornale dadaista e anarchico di Antonio Ricci. Il programma di Canale Cinque, infatti, l’ha immortalato in una performance ormai celeberrima in cui restano protagonisti il suo ciuffo, alcune manovre autodirette verso anatomie talvolta chiamate in causa per motivi apotropaici, e performance splendide splendenti rivolte alla giornalista in studio, tipo corteggiamento dell’upupa maschio nel periodo riproduttivo.

Come si fa, allora, a non essere solidali con la parte lesa da questa umiliazione inferta, oltretutto, con un old medium come la TV (dunque diretta sopratutto al pubblico anziano che la vede, che è anche quello che continua ad andare a votare. Dunque:potenziale danno elettorale)? La pronta e sobria reazione con cui la compagna del dott. Giambruno chiude il menage familiare, è anche una richiesta di rispetto della sua privacy e di quella della figliola. Che è giusto tenere in considerazione. Dunque mettiamo un sigillo sul ciuffo e chiudiamo con un ricordo.

Quasi una decina di anni fa scoppiò uno scandalo che travolse il signor Floriani, marito dell’esponente di spicco della destra italiana e più volte parlamentare Alessandra Mussolini. L’accusa era di aver intrattenuto convegni impropri con baby squillo consenzienti, dietro pagamento. L’accusato patteggiò. L’on. Mussolini affrontò la situazione, che creò naturalmente imbarazzi e dolore, con fermezza e dignità. C’è qualcosa che lega le due storie e riguarda la modellistica del protagonista maschile e la visione delle donne, protagoniste della politica italiana dal lato della destra ideologica. La parte maschile di queste storie sembra uscita dallo stereotipo più completo e dettagliato del maschio Denim, l’uomo che non deve chiedere mai.

Nel dettaglio può soccorrere qualche riferimento letterario e una citazione storica per l’avvenire. In queste storie c’è dentro sicuramente un pizzico di Bel Ami, il romanzo di Maupassant che narra di un arrampicatore che dalla provincia francese si porta a Parigi per cercare fortuna nel giornalismo e la trova per le grazie di una potente signora che lo aiuta persino a scrivere i primi articoli. La citazione storica, che è anche l’antifone, non può che essere quella del famoso detto che chiede al coniuge o compagno del politico di essere come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto.

In verità si scoprì che Pompea non era proprio una santa, perché aveva una liason extraconiugale con Clodio che Cesare conosceva. Ma, al processo per il divorzio Cesare tacque del particolare, perché la moglie del capo non poteva essere neanche sfiorata da un tale ignominioso sospetto.

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