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Perché la società “cinese” che puntava al porto di Taranto è stata messa in liquidazione

Progetto Internazionale 39 srl, che prima gestiva pizzerie, è stata sciolta dopo che è stata respinta l’istanza per l’assegnazione della piattaforma logistica dello scalo pugliese. Secondo La Verità è la conferma che era soltanto un veicolo per una società di scopo con altri soci

Il 29 settembre la Progetto Internazionale 39 srl è stata sciolta e messa in liquidazione. Lo riporta oggi La Verità.

È la società, che vede tra gli azionisti un delegato del governo cinese in Italia (Gao Shuai) con il 33% e un altro 1% posseduto dall’associazione di cui è presidente, che a marzo aveva vinto la gara per aggiudicarsi la piattaforma logistica, un’area di 132.171 metri quadrati, venendo preferita alla danese Vestas. Tuttavia, meno di due mesi fa, l’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio aveva respinto e archiviato l’istanza di Progetto Internazionale 39 per la mancata capitalizzazione e la mancata modifica dei soci. La società “avrebbe dovuto modificare la compagine sociale ma non è avvenuto e quindi l’istanza per la piastra logistica di Taranto è stata respinta”, scrive La Verità. “L’ultima presa cinese sul porto è stata dunque sventata, e quindi la società è stata liquidata. Confermando che fungeva solo da veicolo per una società di scopo con altri soci”, aggiunge il quotidiano.

Lo stesso giornale aveva rivelato che la società – che oggi si occupa di trasporti e logistica ma prima, sotto il nome di Pumma Brand, gestiva un marchio di una catena di pizzerie a Roma – ha sede nella capitale, in Piazzale Clodio 22, nello studio del commercialista Tommaso Celletti. Quest’ultimo ne risulta anche amministratore unico e azionista al 33%. Alfredo Esposito, residente a Civitavecchia, ha una quota pari. Il restante 34% è diviso tra il delegato del governo di Pechino in Italia e l’associazione a lui collegata.

Come spesso ricordato su queste pagine, assieme a Gioia Tauro, Taranto è area cruciale per le attività della Marina italiana e della forze Nato. Ed è da tempo nel mirino cinese. Basti pensare che ad aprile è arrivato il via libera al progetto di Ferretti Group, gruppo del made in Italy controllato dal colosso pubblico cinese Weichai, per il nuovo stabilimento di produzione di scafi per gli yacht nel porto pugliese (annunciato pochi mesi dopo l’adesione italiana alla Via della Seta con la firma del memorandum d’intesa nel marzo 2019 sotto il governo gialloverde presieduto da Giuseppe Conte).

A questo punto, quindi, rientra in pista la danese Vestas, racconta oggi La Verità. Non mancano però le difficoltà, visto che la società danese aveva presentato un’offerta concorrente a quella di Progetto Internazionale 39 annunciando nell’autunno del 2022 anche la costruzione a Taranto di mega pale, “le più grandi al mondo”, per l’eolico offshore. L’autorità portuale aveva però preferito i cinesi. E Vestas, che al tempo non aveva presentato ricorso, non ha aree alternative in porto dove movimentare le pale e poi imbarcarle.

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