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Formare gli Space manager del futuro. Il master alla Luiss Business school

Di Letizia Davoli

La Luiss Business school ha presentato il suo master in Space economy, un percorso che formerà i futuri manager dello spazio. Insieme al presidente Luigi Abete, alla cerimonia presenti Carlo Festucci, Massimo Comparini, Cristina Leone, il generale Franco Federici e Antonio Blandini

Se l’Italia vuole giocare la partita della leadership nella Space economy, deve scendere in campo con giocatori di altissimo livello. Che però vanno formati, preparati e allenati per vincere in un contesto internazionale, partendo dalle già ottime competenze che abbiamo nel nostro Paese. Non ha dubbi Luigi Abete, presidente di Luiss Business school, nel vedere un parallelo tra aerospazio e sport. Perché il gradino più alto del podio, nello spazio come nello sport, si conquista solo con una intensa preparazione, confrontandosi continuamente con altri attori internazionali. L’occasione per parlare delle prospettive dell’aerospazio in Italia è stata la presentazione del primo master in Space economy offerto proprio dalla Luiss Business school, in partenza a fine ottobre. Un percorso di dodici mesi “che formerà i futuri manager dello spazio – ha detto Abete – a muoversi in un mondo trasversale, tra conoscenze e competenze, che sono la chiave per affrontare le sfide di un mercato che sembra d’élite, ma che inizia già ad essere di massa”.

Ricerca, impresa e mondo militare: l’aerospazio ormai riguarda ogni ambito della vita di un Paese, e le imprese italiane – per quanto già leader nelle tecnologie – non lo sono ancora in quel settore strategico che sono le relazioni istituzionali, anche internazionali. “In Italia infatti – ha spiegato Carlo Festucci, segretario generale di Aiad – c’è un problema di sistema. È necessario capire come si colloca il Paese per politiche e tecnologie sia in Europa che a livello globale, ma mancano le capacità di gestire e muoversi nelle istituzioni che si occupano di aerospazio”. Bisogna quindi orientare le scelte verso nuovi manager con nuove competenze.

“Sono necessarie nuove professioni – ha detto Massimo Comparini, ceo di Thales Alenia Space Italia – manager che sappiano immaginare il futuro e prevedere cosa chiederà il mercato dello spazio. Chi pensa nuovi modelli di business non dovrà avere solo competenze economiche, ma anche scientifiche e tecnologiche”. Nuovi modelli che devono fare tesoro delle professionalità del settore già altissime, presenti in Italia. Fare innovazione, infatti, non significa creare una nuova azienda: “Se l’Italia non l’avesse fatta finora – ha spiegato Comparini – non staremmo costruendo a Torino la nuova stazione cislunare o lo Space rider”.

Per questo il master nasce da una collaborazione con gli stakeholder – ha ricordato Ezio Bussoletti, del comitato di coordinamento del Master – “per capire cosa è più utile oggi al mondo dell’aerospazio italiano, formando persone che abbiano la capacità di dialogare a livello internazionale sostenendo le imprese del nostro Paese”. Una internazionalizzazione che il Ctna (il Cluster tecnologico nazionale aerospaziale) offre ai distretti dell’aerospazio italiani rafforzandone la competitività, ha sottolineato la presidente Cristina Leone.

“Ma oggi non si tratta più solo di business – ha aggiunto il generale Franco Federici consigliere militare del presidente del Consiglio e segretario del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio (Comint) – fondamentale è anche il posizionamento. In questo momento abbiamo difficoltà ad essere rappresentati nelle agenzie che contano come Esa, per questo ci vogliono giovani con la formazione adeguata a rappresentare e sostenere il paese in Europa”.

Europa che oggi però rischia di essere tagliata fuori dal mercato dell’aerospazio perché i servizi che offre costano troppo rispetto ai privati: “L’Italia investe molto nello Spazio – ha ricordato il nuovo presidente del Centro italiano ricerche aerospaziali. (Cira), Antonio Blandini – ma lo fa male e senza obiettivi precisi. Abbiamo capacità tecniche e imprenditoriali di altissimo livello ma dobbiamo decidere gli obiettivi del paese investendo nei percorsi importanti con indicazioni chiare”.

Percorsi che riguardano anche il mondo della Difesa, altro attore del master: lo spazio è ormai un ambito irrinunciabile e sempre più strategico, soprattutto dopo l’ingresso dei privati che hanno cambiato completamente l’intero sistema, offrendo nuove opportunità ma anche nuove sfide alla sicurezza dei Paesi. E anche queste sfide richiedono, per essere affrontate e vinte, nuove competenze e conoscenze. Non a caso gli Stati Uniti hanno creato una nuova forza armata responsabile di tutte le operazioni spaziali, la Us Space force.

Lo Spazio che si studierà al master sarà quindi uno spazio duale, civile e militare. La leadership italiana conquistata fin dal progetto San Marco ha bisogno, per essere conservata, di nuove professioni multidisciplinari e trasversali, ad alto impatto tecnologico, con visioni alte, capaci di rispondere con rapidità ad un mercato in continua evoluzione, senza comprimerlo con una offerta troppo rigida. Un compito sicuramente difficile per i nuovi manager ma, d’altra parte, è il motto di chi va nello spazio: “per aspera ad Astra”. Ora, vale anche per il mondo business.

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