L’approvazione alla Camera della proposta di legge per istituire la settimana delle Stem nasce dall’esigenza di far conoscere le innumerevoli possibilità che le materie tecnico scientifiche offrono ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Il binomio donne stem può rilanciare l’occupazione femminile e, di conseguenza, avere un impatto molto positivo sull’intero mercato del lavoro. Conversazione con la prima firmataria, deputata di FdI
Mercoledì si è scritta una pagina importante per la gender equality. La Camera ha approvato la proposta di legge per l’istituzione della settimana dedicata alle discipline stem (science, technology, engineering e mathematics) in cui si porrà un particolare accento alla sensibilizzazione delle giovani donne affinché intraprendano percorsi formativi in questi ambiti. Si tratta di una sostanziale accelerazione in quel processo culturale orientato a perfezionare l’emancipazione femminile anche in campo scientifico. “Tra le motivazioni fondanti della proposta c’è proprio la volontà di invertire quel paradigma per cui le donne non sono portare per le materie tecnico-scientifiche”, spiega Marta Schifone (FdI) ideatrice e prima firmataria della proposta di legge.
Qual è la ratio della proposta di legge?
La ratio di questa proposta di legge nasce dall’esigenza di far conoscere le innumerevoli possibilità che le materie tecnico scientifiche offrono ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Possibilità innanzitutto in termini occupazionali, il 44% delle imprese (dati del Secondo Osservatorio Stem della Fondazione Deloitte) dichiara infatti di avere già avuto difficoltà a trovare profili professionali con background Stem. Per questi motivi è fondamentale far conoscere alle nuove generazioni l’importanza di una formazione Stem.
Come si svolgerà la Settimana dedicata alle Stem?
La settimana è fissata nei giorni tra il 4 e l’11 febbraio di ciascun anno e sarà volta a promuovere l’orientamento, l’apprendimento, la formazione e l’acquisizione di competenze nell’ambito delle discipline Stem. Ci saranno, quindi, dibatti nelle istituzioni come le scuole, le università, i musei scientifici, ma anche nelle aziende. Una settimana che possa servire a favorire l’orientamento e la scelta delle materie tecnico-scientifiche e a far scoprire anche la bellezza della conoscenza di queste materie.
Quanto è importante la collaborazione tra pubblico e privato per promuovere un cambiamento culturale e per contrastare alcuni stereotipi legati a queste materie?
Quando si è davanti alla necessità di un cambiamento culturale, tutte le componenti della società sono importanti. Erroneamente si pensa che queste materie non abbiano appeal e, ancor peggio, sbocchi professionali. I dati, la richiesta di lavoro, indicano che non è così. Le istituzioni devono comunicare questo messaggio, le aziende private devono incentivare questi percorsi. Solo insieme, mirando verso un unico obiettivo si può arrivare a un grande cambiamento culturale che farà solo il bene del nostro paese.
Qual è il ruolo della famiglia e quale quello della scuola per una maggiore sensibilizzazione allo studio delle materie stem?
Tutti hanno un ruolo in questo percorso. E molto spesso il nostro paese fa fatica a fare sistema, a mettere le idee in comune. Uno dei cardini della settimana delle materie Stem è proprio la partecipazione e la collaborazione tra tutti quelli che io chiamo “agenti del cambiamento”, ovvero quelle realtà come le scuole, le università, le famiglie, che possono aiutarci a divulgare l’importanza di queste materie, quindi ad impostare un cambiamento rispetto alla situazione attuale. Dobbiamo fare tutto il necessario affinché queste realtà dialoghino e collaborino tra di loro, tutte unite verso un unico obiettivo.
Secondo lei, il binomio donne e stem può rappresentare una leva di sviluppo per il nostro Paese in termini occupazionali?
Assolutamente sì. Anzi, le dirò di più, tra le motivazioni fondanti della proposta c’è proprio la volontà di invertire quel paradigma per cui le donne non sono portare per le materie tecnico-scientifiche. Ovviamente non è così e dobbiamo impegnarci anche per impostare un cambiamento culturale, che parta fin dai primi anni di scuola. Il binomio donne stem può rilanciare l’occupazione femminile e, di conseguenza, avere un impatto molto positivo sull’intero mercato del lavoro. Dobbiamo fare orientamento, illustrare bene le potenzialità occupazionali di queste discipline, con un occhio particolare per le bambine e le ragazze. È ora di voltare pagina.