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Moratti torna in Forza Italia, ma il Centro è Giorgia Meloni

Dopo la parentesi nella forza politica di Calenda e Renzi, l’ex ministra berlusconiana è tornata in Forza Italia. A precedere la decisione, il fallimento del “nuovo Centro” di Azione e Italia Viva che, a dire di un esperto del settore come Rotondi, è incarnato da chi governa, quindi Giorgia Meloni

La parabola del figliol prodigo o A volte ritornano. Scegliete voi il riferimento, evangelico o letterario che sia. La sostanza, in entrambi i casi, non cambia: a un anno dal clamoroso boccheggiamento con il Terzo Polo, Letizia Moratti torna all’ovile di Forza Italia.

Un rientro col botto, peraltro, dal momento che all’ex ministra dell’Istruzione è stata addirittura affidata la guida della consulta nazionale. Le malelingue (ma a pensar male, diceva Andreotti, spesso si indovina) già parlano di una mossa per arginare la fronda ronzulliana in vista del congresso previsto per fine febbraio. A chi crede invece che il cambio di casacca sia strumentale a una candidatura per le prossime Europee, la diretta interessata risponde senza scomporsi: “Non penso, il mio contributo ha un orizzonte che va oltre”. E va bene, ci ha convinto.

Quale che ne sia la reale motivazione, il dato politico che emerge da questa mossa è uno e uno solo: il Terzo Polo, se mai è esistito, non esiste più. Quello di Moratti è infatti solo l’ultimo addio a un progetto mai realmente decollato: a Strasburgo, ha provato a spiegare l’ex sindaca di Milano, “Renzi e Calenda stanno con Renew Europe mentre io mi colloco nel Ppe, su questo tema non ci siamo trovati”. Un po’ poco per mollare la presa, ma tant’è.

Cosa resta dunque dell’ennesimo cantiere di Centro inaugurato appena quindici mesi fa dai fratelli coltelli Matteo e Carlo? Macerie. Come da copione, all’indomani della debacle delle politiche il leader di Italia Viva ha colto la palla al balzo per sbaraccare lasciando il socio con il cerino in mano: da lì, una pioggia di accuse e reciproci scippi di parlamentari che ha finito per spargere il sale sulle rovine fumanti della Cartagine terzopolista. Oggi – al netto delle pur encomiabili dichiarazioni di intenti dei “non allineati” Bonetti e Rosato – non sembra ci sia qualcuno realmente interessato a rimetterne in piedi le mura.

Morale della favola: nessuno riesce a riportare in vita la Democrazia cristiana. La maledizione del Biancofiore colpisce più di quella di Tutankhamon. O, considerati i mal di pancia che di volta in volta accompagnano tutti i fallimentari tentativi in tale direzione, più di quella di Montezuma (per maggiori dettagli, chiedere a Sandro Mazzola).

Viene perciò da dar credito a uno degli ultimi highlander scudocrociati, Gianfranco Rotondi, quando dice che il vero centro oggi ha le sembianze di Giorgia Meloni. “In politica – ribadiva ancora poche settimane fa in un’intervista l’ex delfino di Gerardo Bianco – c’è la sinistra, c’è la destra, e poi c’è il governo. E il governo è sempre democristiano”. Se è vero dunque che l’Italia si governa al centro, l’equazione è presto fatta: il centro, oggi, è Fratelli d’Italia. E dato l’ampio consenso di cui gli eredi della Fiamma continuano a godere nei sondaggi a oltre un anno dal voto, gli altri si mettano pure l’anima in pace.


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