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Italia e Stati Uniti, il legame si stringe sul biotech

Di Michela Marchini

Il primo incontro bilaterale Italia-Usa per il biotech e le scienze della vita, ospitato dalla Farnesina, ha visto la partecipazione congiunta del vice premier Antonio Tajani, dei ministri Aldolfo Urso, Anna Maria Bernini, Orazio Schillaci e dell’ambasciatore Usa a Roma Jack Markell

Si rafforza la cooperazione tra l’Italia e gli Stati Uniti anche nel settore delle biotecnologie e delle scienze della vita. Le due potenze vedono nell’industria un interesse strategico legato alla sicurezza nazionale, per cui il ruolo dei governi rimane cruciale nel fornire leadership e orientamento.

BIOTECH, INDUSTRIA CRUCIALE PER LA CRESCITA ECONOMICA

“L’industria del biotech e del life science è essenziale per la crescita economica, l’occupazione, l’export e la sicurezza nazionale”, ha detto Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri in apertura della Conferenza Italia-Usa, organizzata dalla Farnesina per discutere della cooperazione internazionale sulle biotecnologie emergenti e le scienze della vita. “Per questo la collaborazione con gli Usa – ha continuato il vice premier – ci permette di rafforzare la nostra presenza e consolidare relazioni politiche e istituzionali”.

PIANO NAZIONALE PER LE BIOTECNOLOGIE

“Questo settore influirà in modo significativo nelle nuove frontiere della tecnologia, pensiamo anche solo all’intelligenza artificiale e a quanto questa sarà importante nel campo delle scienze della vita”, ha aggiunto il ministro Tajani, che ha annunciato che entro la fine dell’anno l’Italia proporrà un piano nazionale sulle biotecnologie e le scienze della vita, “settori che sono anche collegati alla sicurezza nazionale e nei quali intendiamo collaborare con un partner storico quali sono per noi gli Stati Uniti”.

MARKELL: “ITALIA PARTNER STRAORDINARIO”

A fargli eco, l’ambasciatore Usa in Italia Jack Markell, che definisce l’Italia un partner straordinario per la sua “avanguardia nel campo delle tecnologie, ma soprattutto nella medicina predittiva, produzione di vaccini e nelle nuove frontiere del pharma”. Markell ha poi sottolineato l’importanza di questa alleanza strategica, non solo per gli investimenti in innovazione e ricerca, ma anche per garantire una sicurezza nazionale, in termini di approvvigionamento, messa in crisi dall’attuale contesto geopolitico.

TECNOLOGIA E IA AL CENTRO (ANCHE) DELLA PRESIDENZA ITALIANA G7

Della stessa visione è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui “Gli shock geopolitici ci hanno fatto capire l’importanza delle catene del valore e dell’approvvigionamento, anche e soprattutto degli elementi primari del settore della farmaceutica, nonché l’importanza di agire insieme ai Paesi amici, come sono in primis gli Stati Uniti”. Questioni che saranno centrali anche durante la presidenza italiana del G7, insieme all’innovazione e, in particolare, all’intelligenza artificiale: “Non a caso tra i nostri primi G7 ci sarà proprio il G7 sull’intelligenza artificiale e dell’economia digitale – ha aggiunto Urso – che raccoglierà testimone di Hiroshima e che dovrà, si auspica, fare passi avanti significativi nell’indicare i criteri per l’intelligenza artificiale per i Paesi del G7 a cui speriamo anche altri Paesi possano in futuro adeguarsi”.

L’IMPORTANZA DELLA RICERCA

E di G7 ha parlato anche Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca. Sono “temi su cui la nostra collaborazione ha radici profonde e su cui ci sono grandi prospettive future, ma che ad oggi trovano ancora dei limiti per via dei diritti di proprietà intellettuale”. “La condivisione delle informazioni, dei dati e la collaborazione tra il mondo dell’Università e della ricerca è fondamentale” ha aggiunto il ministro, riprendendo poi le parole dell’ambasciatore Merkell: “Dobbiamo mettiamo insieme operatori, istituzioni, ricerca, industria, e attraverso una potente shakerata andare verso il futuro”.

SCHILLACI: FONDAMENTALE LA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE

“Il settore biotech in Italia sta vivendo un momento grande vivacità sia in prospettiva di ricerca sia per la presenza di numerose e valide aziende attive nella ricerca lo studio e lo sviluppo di molteplici tecnologie con aree di applicazioni molto diversificate”, ha aggiunto Orazio Schillaci, ministro della Salute, secondo cui il settore deve poter contare su un “ecosistema integrato, dove il pubblico e il privato, il mondo della ricerca e quello dell’industria concorrano insieme, ciascuno nel proprio perimetro, verso un obiettivo comune: il miglioramento della salute pubblica”. Il tutto in un quadro di rafforzata collaborazione internazionale. E il ministero della Salute – ha assicurato – è pronto a fare la sua parte”.


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