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Che cos’è la Space Smart Factory del Tiburtino

Ideata da Thales Alenia Space Italia e realizzata grazie ai fondi del Pnrr, la Space Smart Factory nascerà al Tecnopolo Tiburtino. Una fabbrica spaziale intelligente (la più grande d’Europa) che connetterà Pmi, grandi player e istituzioni, per lo sviluppo industriale e la competitività del Paese nel mercato globale

Al Tecnopolo Tiburtino nascerà la Space Smart Factory, la fabbrica intelligente più grande d’Europa, nata in parte grazie ai fondi del Pnrr. Si tratta di un hub digitale e riconfigurabile, parte di un sistema di stabilimenti industriali italiani interconnessi tra loro, con l’obiettivo di mettere a fattor comune le capacità spaziali del nostro Paese per realizzare satelliti altamente tecnologici di diversa classe e ambiti di applicazione. Il progetto è stato promosso da Thales Alenia Space Italia, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), e verrà co-finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi).

Alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti Massimo C. Comparini, ad di Thales Alenia Space Italia; Franco Ongaro, chief Space business officer Leonardo; Roberto Formaro, direttore Programmi Asi; Giuseppe Gori, presidente Tecnopolo; Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma; Paolo Aielli, city manager del Comune di Roma; Giovanni Campolo, VP Centro di Competenza AIT Thales Alenia Space Italia; Fabrizio Mainas, ad CBRE | Hitrac Engineering Group e Luisa Regimenti, assessore regionale del Lazio.

Il progetto

La Space Smart Factory è il risultato di un investimento di oltre 100 milioni, frutto dell’impegno dell’Asi e dei fondi del Pnrr.
La nuova fabbrica sorgerà all’interno del parco tecnologico di Roma, il Tecnopolo Tiburtino, che ospita già 150 imprese, molte delle quali Pmi.
Lo stabilimento verrà realizzato dalla società CBRE | Hitrac, leader globale nelle tecnologie per le infrastrutture critiche, ed “è stato eletto come progetto target per l’azienda a livello globale”, come ha detto Fabrizio Mainas.

Le parole di Comparini

La Smart factory permetterà al comparto industriale nazionale di interagire, creando così quella che Massimo Comparini ha definito ad Airpress, “una fabbrica confederata capace di arricchire la capacità del Paese”. Il centro, la cui data di consegna è prevista per il secondo trimestre del 2025, rappresenta “un impegno molto sfidante, ma che ci deve vedere pronti. Si può fare, l’Italia può essere numero uno – ha continuato l’ad – l’hub produttivo integrerà la filiera con le tecnologie di oggi e rafforzerà la competitività globale di Thales Alenia Space e del sistema industriale spaziale italiano, un cambio di paradigma nella costruzione di assetti spaziali”.

Gli obiettivi

Nel Tecnopolo, si lavorerà sulla capacità produttiva degli asset spaziali di nuova generazione, come il segmento dei micro e piccoli satelliti, inclusi PLATiNO e Nimbus, e alle costellazioni satellitari.

La fabbrica “si pone come obiettivo la costruzione di almeno due satelliti a settimana così da rispondere al problema della responsiveness. Tutto questo sarà legato ad un’infrastruttura digitale dove il concetto di cyber sarà essenziale”, ha spiegato Giovanni Campolo

Il centro ospiterà anche lo Space Joint Lab, un luogo innovativo per la formazione di nuove figure professionali nel campo delle discipline spaziali e per lo sviluppo di idee e prodotti innovativi in partnership con PMI, start-up, fornitori, partner industriali e centri di ricerca.

I commenti di Ongaro e Formaro

Come ha spiegato Franco Ongaro, il progetto vuole “dare al Paese un vantaggio competitivo, specialmente nelle costellazioni”, rivoluzionando il processo di progettazione. “Non si può più costruire il modello fisico per poi sottoporlo ai test, il progetto deve essere già pronto e testato digitalmente prima di essere costruito attraverso l’utilizzo di digital tween”.
Così si abbatterebbero le tempistiche e i costi legati alla creazione di qualsiasi oggetto spaziale, sia esso piccolo o grande, rendendo possibile la produzione di più larga scala.
“Dal 2025 in poi – ha concluso Ongaro – alcune delle lucine che vedrete passare durante la notte verranno dalla Tiburtina”.

Fondamentale quindi la cooperazione tra tutti gli stakeholder coinvolti, sia istituzionali sia industriali. Infatti, come ha detto Roberto Formaro “la Smart factory è il progetto iconico del Pnrr spazio” nonostante l’apparente difficoltà nella realizzazione. Eppure, ha continuato, sui piccoli satelliti “la nostra filiera è dietro solo quella statunitense”. Rimaneva però la questione di mettere a fattore comune il lavoro che oggi è realizzato principalmente dalle Pmi. In questo senso, “bisognava trovare un campione nazionale che fosse capace di creare una space factory aperta che rispondesse all’esigenza di includere più parti del territorio – poiché, ha concluso il direttore – non si vince da soli, la sfida è globale e richiede una logica di filiera”.



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