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IA, rischi e opportunità per la cyber. Cosa dice il report Uk

L’Intelligenza artificiale può migliorare la risposta alle minacce ma può anche essere sfruttata per destabilizzare le democrazie, si legge nella relazione annuale del National Cyber Security Centre

Il bollino “Cover generated using AI”, cioè copertina generata con l’Intelligenza artificiale, è ciò che meglio riassume la relazione annuale del National Cyber Security Centre, la struttura britannica per la sicurezza informatica incardinata all’interno del Government Communications Headquarters, agenzia per la signals intelligence.

La scelta della copertina, spiegata con una lunga nota nella seconda pagina, è pensata per raccontare le opportunità e i rischi per gli individui (e i loro dati) e per le società democratiche. È il frutto della spinta del governo guidato da Rishi Sunak che due settimane fa ha organizzato, come ricorda nella premessa il vicepremier Oliver Dowden, il primo Summit sulla sicurezza dell’Intelligenza artificiale nell’iconico Bletchley Park dove la squadra di Alan Turing decrittò le comunicazioni naziste. Ma è anche, e soprattutto, un’affermazione della realtà – basti pensare ai diversi rapporti  (come quello pubblicato dall’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza) che in vista delle prossime elezioni mettono in guardia dalla manipolazione delle informazioni e dalle ingerenze da parte di attori stranieri sfruttando l’Intelligenza artificiale.

L’Intelligenza artificiale è ormai sulla bocca di tutti. E pensare che il lancio di ChatGPT risale soltanto a meno di un anno fa. Ma l’attenzione all’Intelligenza artificiale da parte del National Cyber Security Centre (la cui controparte in Italia è l’Agenzia per la cybersicurezza) evidenzia l’importanza della sicurezza cibernetica applicata a questa tecnologica.

Infatti, l’Intelligenza artificiale è in grado di migliorare la sicurezza cibernetica “aumentando drasticamente la tempestività e l’accuratezza del rilevamento e della risposta alle minacce”, scrive Anne Keast-Butler, da qualche mese a capo del Government Communications Headquarters (prima donna a ricoprire questo incarico). Non mancano, però, i rischi, evidenziati proprio dalla copertina distopica. “Dobbiamo continuare nel nostro lavoro di innovazione per far fronte alle sfide della sicurezza cibernetica in costante evoluzione”, spiega Lindy Cameron, che guida il National Cyber Security Centre. “Sia che queste si presentino sotto forma di rapido sviluppo di tecnologie come l’Intelligenza artificiale o di avversari statali” (e il rapporto analizza nell’ordine come Cina, Russia, Iran e Corea del Nord) “che cercano di ottenere un vantaggio su di noi, dobbiamo garantire che il Regno Unito, come attore informatico responsabile, rimanga (almeno) un passo avanti”, aggiunge.

L’approccio britannico coinvolge l’intera società. “Spetta a tutti noi utilizzare l’Intelligenza artificiale in modo responsabile e noi del National Cyber Security Centre, collaborando con le aziende e i governi di tutto il mondo, ci impegniamo a garantire che la sicurezza cibernetica venga presa in considerazione in modo approfondito durante lo sviluppo di nuove tecnologie dell’Intelligenza artificiale”, si legge a pagina due.



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