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Dal Piano Mattei alla base spaziale di Malindi. Le sinergie tra Italia e Kenya

A Roma i rispettivi ministri con delega agli Affari spaziali, Adolfo Urso e Aden Duale, si sono incontrati per esplorare il futuro uso strategico del Centro spaziale Luigi Broglio a Malindi, in Kenya, e le possibili aree di sinergia tra le agenzie nazionali in un’ottica di sicurezza nazionale e rafforzamento della presenza italiana in Africa

Nel solco del Piano Mattei e nel segno dell’interesse nazionale, l’Italia ha discusso a Roma della base spaziale Luigi Broglio di Malindi, in Kenya, in un vertice con la controparte di Nairobi. L’incontro si è svolto tra Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, con delega alle politiche spaziali e il suo omologo keniota, Aden Duale, ministro della Difesa per rafforzare la cooperazione nel settore spaziale tra i due Paesi. All’incontro romano hanno preso parte anche Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e l’omologo James Aruasa. Da qui il rilancio delle competenze tra Italia e Kenya di politiche di sviluppo in ambito industriale e di cooperazione con le agenzie e gli enti spaziali africani e la creazione di un centro per l’osservazione della Terra. L’obiettivo è rendere il centro di Malindi un valore strategico per l’Italia, che punta a un ruolo più solido e influente nel continente africano.

Il vertice a palazzo Piacentini

Le ambizioni italiane nello spazio passano anche attraverso il rafforzamento delle cooperazioni con l’Africa, in particolare con il Kenya. Nel confronto si è discusso dell’importanza strategica della cooperazione sia nel settore industriale sia tra le agenzie spaziali nazionali. Il governo italiano “vuole dare vita a una joint venture in ambito commerciale e industriale”, ha sottolineato Urso, ed è importante discutere quali siano i settori di interesse che toccheranno questa collaborazione. Per l’Italia il rapporto con il Kenya nel settore affonda le radici nella storia repubblicana. Infatti, la creazione nel 1964 del centro spaziale Luigi Broglio a Malindi ha permesso al nostro Paese di entrare nell’esclusivo club spaziale dell’epoca (accanto agli Usa e Unione Sovietica) con il lancio dei satelliti San Marco.

Appuntamento in Kenya

Il governo italiano sta dimostrando una grande attenzione verso il continente africano e il Piano Mattei è il suo fiore all’occhiello. Quest’ultimo contiene anche un capitolo sullo sviluppo di politiche industriali e di formazione con i Paesi africani nel settore spaziale. In questo ambito rientrano una serie di iniziative che sono state discusse a Palazzo Piacentini, per promuovere la formazione in loco degli addetti ai lavori e per dare vita a un centro regionale per l’osservazione della Terra. Urso si è “dato appuntamento a gennaio in Kenya”, con il suo omologo, “per monitorare l’andamento dei progetti fin qui approvati e visitare le strutture della base di Malindi, che si auspica possa diventare un centro di eccellenza non solo per il Kenya, ma per l’intero continente africano”.

Il rapporto tra Asi e Ask

Le basi per questo confronto romano erano state gettate lo scorso giugno a Nairobi, nel corso del secondo appuntamento del Joint steering committee meeting, nel quale Teodoro Valente e Patrick Mariru, segretario generale del ministro della Difesa, hanno firmato le risoluzioni per implementare l’accordo intergovernativo tra i due Paesi per l’uso del Centro di Malindi, siglato nel 2020. Come ricordato da Urso a Roma, “il già solido legame tra le agenzie spaziali dei nostri due Paesi verrà ulteriormente rafforzato attraverso l’impegno dell’Asi a fornire supporto all’omologa Ask”. I due Paesi guardano a una cooperazione di lungo periodo e infatti l’accordo intergovernativo italo-keniota, entrato in vigore il 16 dicembre 2020, ha una durata prevista di quindici anni con possibilità di rinnovo

Ambizioni strategiche italiane in Africa

È utile ricordare che, lo scorso anno, la base spaziale italiana a Malindi era finita sotto la lente d’ingrandimento del Copasir, allora presieduto da Adolfo Urso. La relazione sul dominio aerospaziale, metteva in guardia sulla presenza nella base di tecnici cinesi, in virtù di un accordo bilaterale tra Pechino e Nairobi. Inoltre, si rifletteva sulla opportunità di conservare il Centro spaziale e se ci fossero reali prospettive future di un suo utilizzo. Oggi, le iniziative dell’Asi e del governo italiano con la controparte keniota vanno a rafforzare la cooperazione sullo spazio tra le due realtà, e permettono, allo stesso tempo, all’Italia di riaffermare la propria presenza all’interno del centro spaziale, con un occhio particolare al nostro interesse (e alla nostra sicurezza) nazionale, come auspicato dal Copasir.


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