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Reti, efficienza, resilienza. Così l’Enel di Cattaneo elettrifica l’Italia

L’amministratore delegato firma la sua prima strategia multiannuale, che punta sulle reti di distribuzione, dedica metà dei 36 miliardi in investimenti all’Italia e massimizza la generazione di cassa. Struttura aziendale più semplice, margine operativo più ampio, utile oltre a 7 miliardi e valore aggiunto per gli investitori: tutti i dettagli

“Trasformare il Gruppo Enel in un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente, pronta per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che possono presentarsi in futuro”. Con queste parole l’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha incorniciato la presentazione del nuovo Piano strategico 2024-2026 da 36 miliardi, il primo con la sua mano sul timone dell’azienda. E la rotta che ha disegnato al Capital Markets Day è all’insegna dell’efficientamento, tanto in azienda quanto negli investimenti, orientando il gigante energetico verso un ruolo più responsabile nei confronti degli investitori e del sistema-Paese.

RETI ED ENERGIE VERDI

“Nei prossimi tre anni adotteremo un approccio più selettivo negli investimenti, per massimizzare la redditività e minimizzare i rischi”. La ridefinizione dell’impegno di Enel passa da una scelta più oculata nella realizzazione degli impianti a un ribilanciamento degli investimenti dalle rinnovabili all’infrastruttura – quella rete elettrica su cui viaggia la transizione energetica. E la promessa di concentrarsi sul Paese si traduce in un aumento delle risorse indirizzate verso l’Italia: il 49% degli investimenti, poco meno di 18 miliardi, di cui 12 andranno sulle reti.

Intanto si vuole consolidare la leadership globale di Enel sulle rinnovabili installando 13,4 gigawatt di nuova capacità, portando il totale a 73 GW nel 2026. E in parallelo è prevista la chiusura di tutti gli impianti a carbone a livello globale entro il 2027 (in Italia è confermata al 2025). All’orizzonte, invece, c’è il possibile ritorno verso il nucleare, dove Enel, oltre a gestire impianti nucleari in Spagna e Slovacchia, ha in essere anche una partnership con la start-up newcleo per quello di quarta generazione. “Valuteremo quindi le occasioni che si presenteranno”, ha detto Cattaneo.

LA STRATEGIA GLOBALE

Oltre all’Italia, ha spiegato Cattaneo, il gruppo intende concentrare la sua potenza di fuoco sugli altri Paesi core. Il 25% delle risorse andrà in Spagna, il 19% in Sudamerica (Brasile, Cile, Colombia), il 7% negli Stati Uniti (in un momento di forte avvicinamento sul dossier energetico) per finanziare impianti rinnovabili puntando su un modello a partnership, con partecipazione superiore al 50%, e su una migliore redditività. 12 miliardi per le rinnovabili, 3 per le infrastrutture e 3 per il segmento clienti, dove Enel intende generare valore attraverso l’integrazione dei servizi in offerte a pacchetto.

SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA

Nella presentazione, l’ad ha tracciato una linea tra lo storico impegno dell’azienda nel campo delle rinnovabili e la rinnovata intenzione di puntare sulla sostenibilità anche economica. “La disciplina finanziaria sarà il fondamento della nostra Strategia, per potenziare la generazione di cassa e l’efficienza, mentre la sostenibilità continuerà a guidare le nostre decisioni di business”, ha detto Cattaneo. Gli obiettivi finanziari guardano verso l’alto: si va da un aumento del margine operativo lordo dai circa 22 miliardi del 2023 ai 23,6-24,3 miliardi previsti nel 2026, con un salto dell’utile netto da 6,4-6,7 a 7,1-7,3 miliardi.

La promessa racchiusa in questo piano “frugale” è di utilizzare questi margini per coprire le spese, tra investimenti e dividendi: Enel intende distribuire agli azionisti fino al 70% dell’utile, a seconda dei risultati, e intanto mette sul piatto una cedola minima garantita di 0,43 euro ad azione. Le riserve saranno tenute da parte nel nome della resilienza, la cui importanza è stata evidenziata dagli shock esterni di questi ultimi anni – specie nel campo dell’energia. Aiutano anche i 3,5 miliardi del Pnrr, che il gruppo ha indirizzato sulle reti, ma anche la serie di cessioni internazionali che genererà circa 11,5 miliardi tra l’anno in corso e il prossimo e aiuterà a ridurre i costi per 1,2 miliardi.

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