Diciotto arresti tra Italia e Stati Uniti nel giorno del disgelo tra Biden e Xi: sgominata una rete che trafficava la droga cento volte più potente della morfina (ne bastano due milligrammi per uccidere una persona). Al centro, Giancarlo Miserotti, che nella sua villa coniava monete false
Secondo gli inquirenti ruotava attorno a Giancarlo Miserotti, detto Carl o anche Karl, piacentino di 51 anni, il traffico tra Cina e Stati Uniti di fentanyl. È la droga cento volte più potente della morfina, causa di una vera e propria piaga nazionale secondo le autorità americane. Ed è stata tra i temi al centro dell’incontro di mercoledì a San Francisco, California, tra il presidente statunitense Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping, che hanno deciso di cooperare nell’attività di contrasto.
“Un criminale senza scrupoli, che è riuscito a destreggiarsi abilmente nel mondo dell’acquisto e del traffico degli stupefacenti. Lui sapeva di diffondere un composto chimico che aveva avuto effetti letali”. Così Grazia Pradella, procuratore di Piacenza, ha descritto Miserotti commentando l’indagine condotta dalla Guardia di Finanza della città emiliana che ha portato all’arresto dell’uomo, falsario già condannato qualche anno fa, di altre sette persone in Italia (tra le quali la compagna e la figlia della sua compagna di Miserotti) e di altre undici negli Stati Uniti.
L’indagine “Painkiller” è nata da una segnalazione arrivata dall’ufficiale di collegamento della Drug Enforcement Administration (Dea) all’ambasciata degli Stati Uniti a Roma e ciò sottolinea la stretta collaborazione tra le forze di polizia e sicurezza italiane e americane. Dopo sei mesi di intercettazioni ambientali, telefoniche e informatiche, la banda è stata sgominata. Gli arresti sono stati compiuti in collaborazione con organismi internazionali come la Dea e la Direzione centrale per i servizi antidroga della Polizia di Stato. Gli investigatori hanno calcolato circa 100.000 dosi di fentanyl confezionate per le singole consumazioni. Tutto pagato con criptovalute e quindi non tracciabile.
La droga arrivava a Piacenza dalla Cina, dove la sostanza viene prodotta, in pacchi che apparentemente contenevano prodotti elettronici o libri. Questi poi venivano dirottati negli Stati Uniti attraverso una triangolazione pensata per evitare l’attenzione delle forze dell’ordine americane. L’intermediario di fentanyl tagliato con xylazina era riuscito anche a spacciare in carcere. “La premessa è che all’interno della struttura carceraria possono arrivare solo libri stampati regolarmente negli Stati Uniti”, ha spiegato il sostituto procuratore Matteo Centini. “Miserotti si faceva spedire a Piacenza dei libri dall’America. Alcune pagine venivano impregnate di sostanza stupefacente e i libri venivano rispediti in Usa per poter entrare nel circuito carcerario, dove la droga veniva estratta e spacciata”.
Ma indagando sul traffico di questa droga, dai bassi costi di produzione e dagli enormi guadagni, gli inquirenti hanno anche scoperto che la banda coniava monete false da 2 e 5 franchi svizzeri in una zecca clandestina nello scantinato della villa di Miserotti nel Piacentino, poi li trasformava in bitcoin e infine in euro veri utilizzando delle macchinette cambiavalute automatiche in Svizzera.
Sono stati sequestrati circa 300.000 euro in contanti e circa 26.000 euro in bitcoin, oltre a un immobile, con relative pertinenze, e a tutta la strumentazione atta alla contraffazione della valuta. Presi anche 2 chili di sostante stupefacenti sintetiche, di 1 chilo di marijuana e armi.
Miserotti è detenuto al carcere delle Novate di Piacenza. Rischia l’estradizione negli Stati Uniti, dove gravano su di lui pesanti accuse legate al traffico di droga, alla falsificazione di valuta e alla morte di un giovane per overdose avvenuta sei mesi fa in Ohio.
A luglio l’Italia ha partecipato alla prima riunione della Coalizione globale contro la minaccia delle droghe sintetiche. “Dobbiamo seguire i flussi di denaro”, aveva dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. In questo il lavoro delle forze di sicurezza italiane è cruciale”, ha aggiunto annunciando il sostegno all’iniziativa da parte della presidenza italiana del G7. Lo stesso messaggio, figlio dell’intuizione di Giovanni Falcone, era stato portato a Washington negli stessi giorni da Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, negli incontri con Lisa Monaco, viceprocuratrice generale statunitense, Alejandro Mayorkas, segretario alla Sicurezza interna. Perché, come evidenziato da Anne Milgram, capo della Drug Enforcement Administration statunitense, durante un’audizione al Senato di alcuni mesi fa, le organizzazioni criminale che trafficano fentanyl e altre droghe sintetiche si appoggiano a gruppi cinesi per il riciclaggio di denaro, “in tutto il mondo per facilitare il riciclaggio dei proventi della droga”.
(Nella foto: sulla punta di una matita, due milligrammi di fentanyl, una dose in grado di uccidere una persona – Drug Enforcement Administration)