Nel primo giorno dello Space summit Esa di Siviglia, Italia, Francia e Germania firmano un accordo per rilanciare il settore spaziale europeo e per spingere sul comparto dei lanciatori per l’accesso del Vecchio continente alle orbite. Inoltre, per Avio si avvicina la possibilità di un’apertura alla commercializzazione autonoma del Vega
L’Agenzia spaziale europea pone le basi per la sua strategia, guardando al 2040. È quanto emerge dalla prima giornata dello Space summit in corso a Siviglia, organizzato dall’Esa. Come sottolineato dal direttore generale dell’agenzia, Josef Aschbacher, infatti “i punti discussi durante questo summit porranno le basi per la creazione della Strategia Esa 2040, che verrà sviluppata a partire dalla prossima Ministeriale 2025” con l’obiettivo di “rendere l’Europa più forte e competitiva”.
Tra le principali novità che arrivano dalla città spagnola, tra l’altro, c’è l’accordo trilaterale tra Italia, Francia e Germania per rilanciare il settore spaziale e risolvere le questioni sulla disponibilità dei lanciatori europei e dei relativi spazioporti. Il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, quello dell’economia francese, Bruno La Maire, e il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, hanno apposto le loro firme a una dichiarazione congiunta che ha permesso lo sblocco dei lanci per i vettori Ariance 6 e Vega-C, dopo i ritardi dovuti, tra le altre cose, dalla complicata situazione geopolitica. La dichiarazione, inoltre, apre alla possibilità per la società Avio, che realizza la famiglia di lanciatori Vega, di commercializzare i servizi dei propri lanciatori in condivisione con la società francese Arianespace, attualmente responsabile della commercializzazione sia dei Vega, sia degli Ariane.
La collaborazione italo-franco-tedesca
Sull’accordo stretto da Roma, Parigi e Berlino è intervenuto anche Aschbacher: “Riportare l’Ariane 6 e il Vega -C sulla rampa di lancio il prima possibile è la priorità numero uno sia per l’Agenzia sia per gli Stati membri”. Per il direttore generale dell’Esa, infatti, “l’attuale crisi dei lanciatori è la più seria che sia mai stata affrontata” dal Vecchio continente. Secondo il ministro Urso, tra l’altro, “questo accordo è un’importante svolta in Europa, tanto più significativa alla luce dei nuovi eventi geopolitici e che può aprire la strada a una più ampia convergenza sulla politica industriale di difesa”. L’intesa stretta a Siviglia segue un primo accordo italo-franco-tedesco sui vettori nato in occasione della Ministeriale Esa del 2022 a Parigi. L’inizio di una collaborazione che ha visto una serie di riunioni sulla politica industriale europea, sulle materie prime critiche e sulle nuove tecnologie da applicare agli asset spaziali svolte tra Parigi, Roma e Berlino.
L’impegno italiano
Sempre nell’occasione della scorsa ministeriale di Parigi, l’Italia aveva stanziato oltre tre miliardi di euro, diventando il secondo contributore Esa al pari della Francia. La firma di oggi prosegue su quel percorso. Come sottolineato ancora dal ministro Urso, “l’intesa rappresenta un salto di qualità, che si riverbererà sugli altri settori strategici; un successo del format trilaterale di cui tutti siamo pienamente consapevoli”. Tra l’latro, il governo italiano sta lavorando alla prima legge spaziale e l’accordo appena firmato “troverà riscontro anche nel nuovo ordinamento legislativo per incentivare e sostenere l’industria nazionale sullo spazio, protagonista dei programmi europei”, ha detto Urso.
Al Summit si discute dei lanciatori
Aschbacher ha sottolineato come “negli ultimi mesi siano stati compiuti progressi significativi per quanto riguarda l’uso di Ariane 6 e del Vega-C.” L’Esa, in collaborazione con gli Stati membri e l’industria, ha presentato un accordo per risolvere la questione dei lanciatori che dovrà essere adottato entro la fine dei lavori del Summit. Aschbacher ha affermato che dal testo si evincerà come “il ruolo dell’Agenzia si evolverà fino a diventare un cliente di riferimento e un facilitatore delle attività e dei servizi spaziali commerciali”. L’accordo ha detto ancora il direttore dell’Esa, “vuole stimolare la creazione nuovi servizi europei di trasporto spaziale commerciale, ridurre il costo dei finanziamenti pubblici e stimolare un nuovo mercato per gli imprenditori spaziali europei”.
Le novità per Avio e Arianespace
Nell’accordo, dunque, vengono ampliate le disponibilità per il lancio dei vettori Vega dal sito francese di Kourou e nel documento è stata definita una programmazione dei lanci fino al 2030, anno in cui l’Europa ambisce a raggiungere il primo sbarco di un astronauta europeo sulla Luna. Come già riportato, ancora prima del Summit indiscrezioni francesi avevano anticipato l’idea di separare la commercializzazione dei servizi messi a disposizione dalle due famiglie di lanciatori europei, l’Ariane francese e il Vega italiano. Attualmente, infatti, è la società Arianespace ad occuparsi della commercializzazione di entrambi, utilizzando come sito di lancio il Centre spatial guyanais a Kourou nella Guyana francese. L’accordo firmato a Siviglia da Italia, Francia e Germania apre, dunque, a una possibile intesa affinché Avio si possa occupare della commercializzazione autonoma del proprio lanciatore, in condivisione con quello che viene già fatto da Arianespace.