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Anche l’Italia firma la dichiarazione degli inviati contro l’antisemitismo 

“La storia ci ha insegnato che in momenti come questi dobbiamo alzare la voce e non possiamo restare indifferenti”, si legge nel documento sottoscritto anche dal prefetto Pecoraro

“Mai più” è ora. Con questo messaggio, che rimanda la memoria indietro alla Shoah si chiude la dichiarazione firmata dagli inviati speciali per il contrasto all’antisemitismo di oltre trenta Paesi e organizzazioni occidentali. Tra i firmatari figurano anche il prefetto Giuseppe Pecoraro, coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo del governo Meloni, e Deborah Lipstadt, inviata speciale del governo degli Stati Uniti per il monitoraggio e la lotta all’antisemitismo (qui la sua intervista a Formiche.net di qualche settimana fa).

Il 7 ottobre i “terroristi di Hamas” hanno perpetrato un “barbaro attacco”, “il più grave” contro il popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto, si legge: più di 1400 torturati, violentati e uccisi; oltre 200 in ostaggio. Molti leader di governi e capi di organizzazioni internazionali hanno condannato l’assalto ma non sono mancate manifestazioni che hanno “celebrato” Hamas alimentando l’antisemitismo e minacciando la sicurezza di sinagoghe e altri luoghi ebraici in Occidentali, prosegue ancora la dichiarazione.

I firmatari chiedono ai governi di “fornire la necessaria assistenza alla sicurezza di cui le comunità ebraiche” e invitano la polizia e le forze dell’ordine a vigilare sulle minacce agli ebrei nella consapevolezza che non devono essere ritenuti responsabili delle parole e delle azioni del governo israeliano o di qualsiasi altro governo (come illustrato dalla definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance, sottoscritta anche dall’Italia). Inoltre, denunciano gli atti di antisemitismo che si verificano in alcuni campus esortando le università “a condannarli e ad assicurare che i loro studenti ebrei, come tutti gli altri, abbiano la sicurezza e il sostegno necessari in questi tempi difficili, per godere del loro diritto all’istruzione”. E ancora, invitano la società civile “a non restare in disparte o in silenzio, ma piuttosto a usare la propria influenza per contrastare efficacemente l’antisemitismo e promuovere atti pubblici di solidarietà”. Infine, lanciano un monito alle piattaforme social che “amplificano e moltiplicano” i messaggi antisemiti, la disinformazione, i discorsi d’odio e i contenuti terroristici.

“La storia ci ha insegnato che in momenti come questi dobbiamo alzare la voce e non possiamo restare indifferenti”, concludono.



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