Il lanciatore franco-tedesco Ariane 6 è pronto a fare la sua parte per garantire un accesso autonomo allo spazio dell’Europa. Tornerà sulla rampa di lancio nell’estate del 2024 e sarà capace di portare in orbita satelliti pesanti tra le venti e le cinquanta tonnellate
Pronto a tornare in orbita il lanciatore europeo Ariane 6. A confermarlo il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Josef Aschbacher, che ha segnalato come la possibile finestra del primo lancio potrebbe essere tra il 15 giugno e il 31 luglio 2024. Il primo volo del lanciatore franco-tedesco porterà in orbita piccoli satelliti. “Ci sono già 28 ordini prenotati per il nuovo lanciatore”, ha sottolineato Stéphane Israël, amministratore delegato di Arianespace. La prospettiva comune è quella di garantire un accesso europeo stabile allo spazio, “non solo guardando alla fine del decennio, ma anche oltre”, ha aggiunto Aschbacher.
I prossimi passi di Ariane 6
Per il direttore dell’Esa, “tra marzo e aprile, se tutti i test in programma andranno bene, sarà possibile definire una o più date specifiche per il lancio inaugurale di Ariane 6”, ma per ora “la finestra resta quella di giugno-luglio”. Infatti, per il lanciatore franco-tedesco i test non sono ancora finiti. “Prima di mandare i primi moduli di Ariane 6 in Guyana francese”, ha detto Martin Sion, amministratore delegato di ArianeGroup, “è previsto un test di accensione dello stadio superiore il prossimo 7 dicembre, per mettere alla prova diverse condizioni di volo”, ma ce ne sarà anche “uno a Kourou per un vero e proprio esame di lancio, il 15 dicembre”. In particolare, quest’ultimo sarà un esame rappresentativo di una cronologia di lancio, che ha lo scopo di anticipare i casi di degrado per garantire la robustezza del lanciatore e per prepararne lo sfruttamento di Ariane 6. Il test prevede anche una breve accensione del motore dello stadio centrale.
Ariane 6 alla prova
La crisi dei lanciatori vissuta dall’Europa in questo periodo ha imposto “un nuovo approccio”. Per Aschbacher, due sono stati i punti di forza che stanno portando alla risoluzione: “una maggiore comunicazione con gli Stati membri sugli aggiornamenti relativi ai lanciatori e il cambio di paradigma deciso, tutti insieme, a Siviglia”. L’Ariane 6 garantirà la messa in orbita di carichi pesanti. Nel prossimo futuro sono già previsti ordini “relativi ai satelliti Galileo, Eumetsat, ma anche payload di ordini commerciali”, ha detto Israël. Dopo le difficoltà tecniche riscontrate nello sviluppo del nuovo modello di Ariane, “il successo del test di accensione a lunga durata del motore Vulcain 2.1 è stato un tassello fondamentale per garantire il suo ingresso sulla rampa di lancio il prossimo anno”, ha sottolineato invece Aschbacher. Infatti “si è trattato di un’importante prova in scala reale di una linea di lancio completa che ha messo alla prova tutti gli aspetti funzionali del lanciatore”.
Siviglia decisiva per i lanciatori
Negli ultimi tempi, “l’Europa si è trovata davanti alla peggiore crisi dei lanciatori mai affrontata”, ha detto a Siviglia il direttore generale dell’Esa. Nella città spagnola il tema è stato al centro del dibattito. Assieme agli Stati membri dell’Esa si è deciso “ un cambio di paradigma per l’accesso allo spazio europeo verso un approccio commerciale” ha sottolineato Philippe Baptiste, presidente dell’agenzia spaziale francese, Cnes. Con l’accordo siglato al summit spagnolo tra Italia, Francia e Germania, non solo si è deciso di spingere sul comparto dei lanciatori ma, come sottolineato da Baptiste, “è stato importante decidere la programmazione dei lanci che si effettueranno da Kourou sia per l’Ariane 6 che per il Vega-C”. In un mondo che è ormai multipolare, sia a livello geopolitico che tecnologico, è fondamentale “sviluppare strumenti per un sistema di trasporto cargo e per futuri astronauti, tecnologie che l’Europa ancora non possiede”, ha invece concluso Aschbacher.