La più grande iniziativa dedicata alla ricerca e allo sviluppo del settore a beneficio di pazienti e società sarà finanziata dalla Commissione europea e dalle regioni di 24 Paesi
La medicina personalizzata migliora la qualità delle cure e riduce pure i costi dei sistemi sanitari. A scommettere sulle potenzialità della lettura del genoma è il progetto della durata di dieci anni, European partnership for Personalised Medicine (Ep PerMed), che rappresenta la più grande iniziativa internazionale dedicata al settore, finanziata con 110 milioni di euro da parte della Commissione europea e da 250 milioni da parte delle regioni di 24 Paesi, fra i quali anche Canada e Israele. Per l’Italia, le regioni che hanno aderito sono finora la Lombardia e la Toscana.
Aumentare le conoscenze
Il lancio del progetto è avvenuto a Siena, nell’ambito degli Stati generali della medicina di precisione, promossi dal consorzio internazionale denominato Ic PerMed, nato nel 2016 su spinta della Commissione di Bruxelles e sostenuto da quaranta organizzazioni pubbliche e private no profit. La maggior parte dei fondi della partnership sarà destinata al finanziamento dei bandi di ricerca sulla medicina personalizzata, a cui potranno partecipare enti pubblici o privati, ma anche all’informazione dei cittadini. L’obiettivo principale da qui ai prossimi dieci anni è creare una piattaforma globale e dedicata, che faccia aumentare le conoscenze e permetta ai sistemi sanitari di ciascun Paese di migliorare l’assistenza. “Non siamo tutti uguali e possiamo aver bisogno di cure diverse – spiega il rappresentante dell’Health innovations directorate people presso la Commissione europea, Indridi Benediktsson -. La partnership lavorerà per la diffusione della medicina personalizzata nei sistemi che non l’avevano applicata finora”.
Volano per ridurre i costi
“La medicina personalizzata è uno strumento molto importante. Analizzando il genoma, cioè il nostro codice genetico, potremo sapere molto sul singolo individuo e ipotizzare il miglior trattamento”, afferma il presidente della Fondazione Toscana life sciences, Fabrizio Landi. “La medicina personalizzata – aggiunge – può ridurre i costi della sanità perché grazie al quadro specifico della persona eviteremo i costi della diagnostica che oggi pesano moltissimo”. La Fondazione è in particolare uno dei partner italiani del progetto per la costruzione della piattaforma globale che metterà in dialogo scienziati, industrie, decisori politici e cittadini.
Migliorare i sistemi sanitari
La partnership avrà quindi il compito di finanziare la ricerca ma anche di sostenere l’organizzazione dei servizi locali. “Abbiamo l’impressione che la ricerca nel settore sia più avanzata rispetto ai sistemi sanitari – commenta il coordinatore della partnership presso il German Aerospace center, Wolfgang Ballensiefen – ma ora vogliamo portare l’innovazione nei sistemi sanitari dei Paesi. Vogliamo iniziare dalle regioni, per noi sarà una base per capire come far funzionare in sistemi più ampli e complessi. Abbiamo davanti dieci anni per implementare. Il primo bando di ricerca verrà pubblicato a inizio 2024”.
Infrastrutture e dati sanitari
La nuova partnership nasce con alle spalle un lavoro di ricerca svolto a livello regionale, nazionale e internazionale da parte del consorzio Ic PerMed. “Sono sette anni che ci muoviamo per rispettare l’agenda europea di medicina personalizzata – sottolinea il vice presidente di Ic PerMed, Ejner Moltzen -. Abbiamo notato uno sviluppo sorprendente. Siamo stati in grado di capire le difficoltà da affrontare per migliorare sempre di più. La ricerca nel settore della medicina personalizzata in questo momento si è soffermata in poche aree di studio ma abbiamo notato che c’è una difficoltà nel reperire infrastrutture e fondi”. Altro tema rilevante è il trattamento dei dati sanitari che deve avvenire nel rispetto dei cittadini: “lo sviluppo tecnologico – sottolinea la vice presidente della ICPerMed e rappresentante del ministero della Salute austriaco, Hemma Bauer – ci permette di rispettare le leggi in merito, come per esempio le nuove tecniche di diagnostica che devono rispettare gli standard di sicurezza. I nuovi approcci devono sottostare a regole stringenti, devono essere sostenibili a livello di costi e ci sono molti aspetti etici a cui fare attenzione”.