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Il tax free shopping, un indice in crescita del settore turistico. L’analisi

Di Jacopo Bernardini

Il valore del mercato globale del lusso torna a segnare un nuovo record, dopo gli anni segnati dalla pandemia. La voglia di esperienze e di viaggi, in Europa continentale, traina anche i numeri del tax free shopping. In questo senso giocano da protagoniste anche Francia e Italia. I numeri del Coo North & Central Europe & Global Accounts di Global Blue, leader mondiale nel settore

Il valore complessivo del mercato globale del lusso raggiunge nel 2023 la quota di 1.500 miliardi di euro, in crescita dell’8-10% rispetto al 2022, e segna un nuovo record dopo gli anni segnati dalla pandemia. La spesa dei consumatori per le esperienze, in particolare, è tornata ai massimi storici, spinta dalla ripresa delle interazioni sociali e dei viaggi.

E proprio la voglia di esperienze e di viaggi, in Europa continentale, traina anche i numeri del tax free shopping. A confermare l’andamento positivo è Pier Francesco Nervini, Coo North & Central Europe & Global Accounts di Global Blue, leader mondiale nel settore del tax free shopping: “Il 2023 è il vero anno del ritorno. A livello europeo stiamo superando il 2019, nonostante alcuni Paesi del Nord, per esempio la Germania, stanno ancora soffrendo, e nonostante, soprattutto, l’assenza di due importanti nazionalità prima presenti: i russi e gli ucraini”.

Una crescita guidata da Francia e Italia con gli arabi che hanno “scoperto” l’Italia e i turisti statunitensi che, storicamente, hanno come prima destinazione la Francia. Anche la relocation dal Regno Unito all’Europa continentale sta avendo un peso, fenomeno su cui incide “la Brexit, che tra le numerose conseguenze ha avuto l’abolizione del Tax Free Shopping dal Paese”, spiega Nervini, “anche se stiamo lavorando con il governo inglese per reintrodurlo”.

Il comparto, come detto, è guidato dagli statunitensi e dai turisti dei Paesi del Golfo, che hanno aumentato la loro spesa in confronto al 2019 rispettivamente del 250% e del 170% nei primi dieci mesi dell’anno, mentre la ripresa da parte dei turisti provenienti dalla Cina ha raggiunto a ottobre il suo picco al 52%. Numeri confortanti, quelli dell’Estremo Oriente, ma ancora lontani dal 2019 anche se le prospettive, conferma Nervini, sono “ottime”.

Un dato importante che rafforza questa convinzione viene dal Giappone, dove i cinesi stanno comprando il 123% rispetto al 2019. “Essendo il Paese nipponico la loro prima destinazione estera, tutto fa presagire che anche l’Europa tornerà a riprendersi del tutto”, prosegue Nervini.

La crisi in Medio Oriente, invece, dal punto di vista del Tax Free Shopping non sembra stia portando particolari conseguenze negative: “Monitoriamo la situazione ogni giorno: le nazionali più colpite – Israele e i Paesi limitrofi, come Iran ed Egitto – rappresentano meno del 4% dei flussi, ma a parte piccole scosse di assestamento, non abbiamo rilevato nessun movimento degno di nota”.

Il profilo dei viaggiatori, rispetto al 2019, si è ringiovanito, “ora i flussi sono guidati dalla GenZ e dai Millenials, ma il comportamento d’acquisto è consolidato: vediamo un incremento dello scontrino medio, per cui le persone comprano di più nello stesso punto vendita”. Ulteriore segnale a conferma che, nonostante la pressione dell’inflazione, “si vuole sfruttare a pieno l’esperienza del viaggio”.

Un comportamento che, contro le aspettative di molti nel periodo della pandemia, non intacca lo shopping in presenza nei negozi. “Anche i più giovani, abituati a comprare online, quando viaggiano visitano gli store fisici e lì fanno acquisti”, prosegue Nervini.

Una battuta, infine, sulla soglia Tax Free da poco abbassata in Italia: “Può sembrare irrilevante sul mercato del lusso, ma lo vedo come un segnale molto positivo: avvicina molti consumatori al mercato e riallinea l’Italia ai competitor diretti, come Francia e Spagna” spiega Nervini. “Un ottimo risultato, per cui ci aspettiamo conseguenze positive sia dal cosiddetto border-business (quello che interessa Paesi limitrofi, come la Svizzera, ndr), ma anche una spinta soprattutto in alcuni settori più accessibili a livello economico, come per esempio la cosmetica”.



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