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Sei punti per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio

Di Andrea De Maio

Siamo consapevoli che il rischio sismico non si può annullare, possiamo però intervenire con adeguate misure per mitigarlo, riducendone l’impatto in termini di vite umane e, in un quadro di sostenibilità, di danni economici rilevanti per il territorio. L’intervento di Andrea De Maio, presidente Fondazione Inarcassa, in occasione della Giornata nazionale della prevenzione sismica, promossa da Fondazione Inarcassa e dai Consigli nazionali Ingegneri e Architetti

Parlare di prevenzione del rischio sismico può sembrare una questione tra pochi addetti ai lavori, per lo più architetti e ingegneri. Siamo abituati a imbatterci in campagne di prevenzione nel campo medico che informano i cittadini sui rischi di una tardiva diagnosi o di un inadeguato stile di vita che può compromettere lo stato di salute.

La Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, promossa da Fondazione Inarcassa, dai Consigli Nazionali Ingegneri e Architetti, si prefigge un obiettivo analogo. Siamo consapevoli che il rischio sismico non si può annullare, possiamo però intervenire con adeguate misure per mitigarlo, riducendone l’impatto in termini di vite umane e, in un quadro di sostenibilità, di danni economici rilevanti per il territorio. È un tema che riguarda tutti i cittadini, i quali, analogamente a quanto accade per le campagne di prevenzione medica, vanno informati sugli strumenti che consentono di mettere in sicurezza la propria abitazione.

Il superbonus ha aumentato la consapevolezza dei cittadini sul tema del risparmio energetico, destinata a crescere ulteriormente con il green deal europeo che ha tra i suoi obiettivi un vasto programma di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Se però adeguiamo le abitazioni agli standard di efficientamento energetico senza intervenire anche sulla messa in sicurezza sismica rischiamo, in caso di terremoto, che esse possano subire danni rilevanti con perdite economiche e di vite umane. In questo modo, vanifichiamo le spese per l’efficientamento energetico e falliamo l’obiettivo che in questo tipo di investimento pubblico deve essere prioritario, assicurare l’incolumità dei cittadini.

Malgrado – secondo dati Cresme – il 44 per cento del territorio nazionale, sul quale insistono quasi 22 milioni di cittadini, sia ad elevato rischio sismico l’Italia non dispone ancora di un Piano organico di messa in sicurezza del patrimonio edilizio. Quanto accade sul territorio dei Campi Flegrei deve spingerci, invece, a suggerire al legislatore misure più efficaci e di lungo periodo.

A tal fine, durante la sesta edizione della Giornata Nazionale della prevenzione sismica abbiamo lanciato un Manifesto in sei punti che raccoglie le nostre proposte di messa in sicurezza del patrimonio edilizio. Occorre partire dalle verifiche di sicurezza statica e sismica degli edifici per conoscere lo stato di salute del patrimonio edilizio, attraverso una diagnosi di vulnerabilità, e quindi incentivare i bonus edilizi dedicati all’esecuzione di lavori antisismici, differenziati per livello di rischio, così da intervenire sugli edifici più vulnerabili.

Altrettanto importante è l’istituzione del fascicolo del fabbricato perché consentirebbe una gestione digitale unica delle informazioni che riguardano il singolo edificio. Inoltre, con l’obbligatorietà decennale di certificazione di idoneità statica, rilasciata da un professionista ingegnere o architetto, potremmo monitorare il livello di sicurezza degli edifici. Così come l’introduzione graduale di una polizza assicurativa per gli immobili, che non solo incentiva gli interventi antisismici, ma ridurrebbe anche nel tempo l’impegno economico dello Stato nei programmi di ricostruzione. Infine, è fondamentale promuovere nel Paese una cultura della prevenzione. Possiamo farlo attraverso l’istituzione per legge della Giornata Nazionale della Prevenzione sismica, un appuntamento annuale di approfondimento e dialogo tra gli esperti del settore e le istituzioni.



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