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Sanzioni ad Hamas ma anche all’Iran. La proposta di Terzi

Il 19 ottobre scorso il Parlamento europeo ha condannato il sostegno di Teheran all’organizzazione terroristica palestinese e a Hezbollah chiedendo di mettere al bando i Pasdaran. “Il governo intraprenda ogni azione politica e diplomatica affinché vengano adottati tali urgenti provvedimenti”, dice il senatore

Italia, Francia e Germania stanno lavorando a nuove sanzioni contro Hamas e i suoi sponsor internazionali. È quanto emerge da un cosiddetto non-paper (un documento non ufficiale dell’Unione europea) visionato da Politico. “È importante intensificare l’impegno per isolare Hamas a livello internazionale e delegittimare la falsa narrativa di Hamas come ‘difensore della (giusta) causa palestinese’”, si legge nel documento di tre pagine, datato 9 novembre.

I tre – l’E3 dell’Unione europea, diverso da quello europeo con Regno Unito, Francia e Germania che ha promosso i negoziati per l’accordo nucleare raggiunto nel 2015 – spiegano anche che “una volta che le condizioni politiche sono favorevoli”, queste nuove misure dovrebbero idealmente essere attuate da un’ampia coalizione di Stati, con una forte presenza di Paesi arabi. L’obiettivo è privare Hamas di risorse (come finanziamenti e armi), oltre a colpire le sue infrastrutture al di fuori di Gaza e la sua posizione politica e pubblica. Tra le ipotesi al vaglio c’è quella di estendere l’attuale regime di sanzioni – Hamas è inserita tra le organizzazioni terroristiche da vent’anni – per includere un maggior numero di individui dell’organizzazione. Nel documento viene suggerito anche di ampliare le sanzioni in vigore contro l’Iran per il suo sostegno alla Russia “per colpire il sostegno ad Hamas” legato alla fornitura di armi come i missili.

Durante il Consiglio Affari esteri di oggi a Bruxelles “non si è parlato di sanzioni all’Iran”, ha spiegato Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, in un punto stampa. Ma, ha aggiunto, “invitiamo anche l’Iran a non accentuare non solo i toni, ma anche a non sostenere iniziative aggressive di Hezbollah nei confronti di Israele”. Tuttavia, “al centro del dibattito di oggi c’è stato anche il documento italo-franco-tedesco, che ha l’obiettivo di isolare Hamas, impedirle di nuocere, ridurle i finanziamenti e impedire che ci sia una impennata di antisemitismo in Europa e nel mondo”, ha aggiunto il ministro.

La proposta è in fase embrionale, di confronto con i Paesi e con la diplomazia europea. Politico evidenzia che diversi Stati membri hanno dubbi sulla tempistica, sostenendo che potrebbe ritorcersi contro e inasprire il conflitto in Medio Oriente, andando contro l’obiettivo europeo di evitare un’escalation del conflitto. Secondo altri avrebbe senso avere misure pronte nel caso in cui ci fossero prove del coinvolgimento dell’Iran (che nega) nell’attacco del 7 ottobre o se Teheran dovesse rinfocolare la situazione nella regione.

Il 19 ottobre scorso il Parlamento europeo, nella risoluzione del 19 ottobre scorso, ha condannato “con la massima fermezza il sostegno dell’Iran al gruppo terroristico Hamas e ad altri gruppi terroristici nella Striscia di Gaza, (…) il ruolo destabilizzante svolto dall’Iran nella regione attraverso le sue azioni di incitamento alla violenza e inasprimento del conflitto, nonché il sostegno fornito al suo associato Hezbollah nel contesto degli attacchi”. Inoltre, ha ribadito l’urgenza di “includere l’intero Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche e Hezbollah nell’elenco delle organizzazioni terroristiche stabilito dall’Ue” chiedendo “un’indagine approfondita sul ruolo dell’Iran” nel “finanziamento e sostegno del terrorismo nella regione”.

Un simile provvedimento è “urgente in funzione del sostegno finanziario e militare garantito dal regime di Teheran, per mano del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, a queste organizzazioni proxy che alimentano senza sosta la violenza e i conflitti nella regione”, spiega Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della commissione Politiche dell’Unione europea del Senato. “Così come è stato provato in diversi Stati europei che atti terroristici sono stati compiuti o programmati seguendo le direttive di Teheran”, aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia.

“È quanto mai urgente che il governo italiano intraprenda ogni azione politica e diplomatica alle Nazioni Unite, nell’Unione europea e in ogni altra sede multilaterale e bilaterale affinché vengano adottati tali urgenti provvedimenti a tutela della sicurezza e stabilità regionale e internazionale e per l’affermazione in Iran dei principi di giustizia, democrazia e stato di diritto”, continua l’ambasciatore, già ministro degli Esteri. “In considerazione della grave situazione in Medio Oriente e del forte rischio di un’ulteriore destabilizzazione della regione e della crescente minaccia alla sicurezza internazionale non più rinviabile l’iscrizione del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche nelle liste delle organizzazioni terroristiche”, conclude.

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