Il Congresso ha aumentato gli stanziamenti per l’anno fiscale 2023: 71,7 all’Odni e 27,9 al Pentagono. Ma altre voci rimangono fuori. Cifre previste in aumento anche nel prossimo bilancio
Gli Stati Uniti hanno stanziato quasi di 100 miliardi di dollari per l’intelligence nell’anno fiscale 2023, circa 10 in più rispetto al precedente anno fiscale. E quanto emerge dai documenti diffusi dall’Intelligence nazionale e dal Pentagono. Per il primo, cioè la struttura che coordina la comunità d’intelligence americana composta da 18 organizzazioni (compreso l’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale, Ogni), il Congresso ha stanziato 71,7 miliardi di dollari tramite il National Intelligence Program. Il dipartimento della Difesa (che comprende 9 delle 18 organizzazioni della comunità) ha dichiarato che sono stati stanziati 27,9 miliardi di dollari per il Military Intelligence Program. In totale si tratta di 99,6 miliardi di dollari, contro i 89,8 complessi del 2022.
Il National Intelligence Program per l’anno fiscale 23 è stato superiore di oltre 3 miliardi di dollari rispetto alla richiesta dell’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale, mentre il Military Intelligence Program ha superato di 1 miliardo di dollari la richiesta del Pentagono. Per l’anno fiscale 2024, invece, il primo ha chiesto 72,4 miliardi di dollari mentre il secondo 29,3 miliardi, per un totale di 101,7 miliardi, un aumento previsto di 2,1 miliardi rispetto a quanto stanziato per l’anno fiscale in corso.
A parte il calo registrato tra il 2012 e il 2015, i fondi stanziati per l’intelligence sono in costante crescita. Inoltre, come ricorda il Congresso, il National Intelligence Program e il Military Intelligence Program non comprendono alcune voci della spesa degli Stati Uniti per l’intelligence. Rimangono fuori, per esempio, alcune attività finanziate dai fondi dei dipartimenti o certi programmi di droni nel caso in cui la raccolta di informazioni non sia l’attività principale del sistema.
Ad agosto Avril Haines, direttore dell’Intelligence nazionale, aveva pubblicato la National Intelligence Strategy valida per i prossimi quattro anni. Il documento “illustra ciò che la comunità d’intelligence dovrà coltivare per essere efficace in futuro: un vantaggio informativo e tecnologico, un’ampia gamma di partenariati e una forza lavoro talentuosa e diversificata per perseguire la nostra visione di una comunità d’intelligence che incarni i valori dell’America”, aveva dichiarato. Sei gli obiettivi delineati nella strategia che riflettono: la centralità della competizione strategica tra gli Stati Uniti e la Cina e la Russia; la crescente importanza delle tecnologie emergenti, delle catene di approvvigionamento e dello statecraft economico per la sicurezza nazionale; la crescente influenza di attori subnazionali e non statali; le sfide derivanti dalla convergenza di sfide globali condivise, come il cambiamento climatico e la sicurezza sanitaria. Davanti alle minacce transnazionali, si legge, la comunità ha il dovere di “ripensare il suo approccio allo scambio di informazioni e approfondimenti” che appatengono ad aziende, amministrazioni locali, organizzazioni non governative e mondo accademico.