Breve viaggio all’interno di Hezbollah, che in arabo significa “Partito di Dio”, un movimento sciita libanese che è un partito politico, un’organizzazione militare e un gruppo terroristico, protagonista indiscusso delle vicende mediorientali degli ultimi anni
In questi drammatici giorni per il Medio Oriente, anche Hezbollah, acerrimo nemico di Israele, nonché protagonista indiscusso della scena mediorientale degli ultimi quarant’anni, è al centro dell’attenzione mondiale. Vediamo perché.
LE ORIGINI
Nato nel 1982, durante l’invasione israeliana nel Libano, dai movimenti sorti in seguito alla rivoluzione sciita in Iran del 1979, Hezbollah, che in arabo significa “Partito di Dio”, fin dall’inizio fu appoggiato e sostenuto dalla Siria e dall’Iran; fu proprio quest’ultimo che, attraverso i Pasdaran, il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, addestrò i miliziani rendendoli fin da subito un’efficace forza militare.
BANDIERA E SIMBOLO
La testimonianza di questo strettissimo legame è rappresentata dalla bandiera di Hezbollah, che come quella dei Pasdaran, raffigura una mano che stringe un fucile d’assalto AK-47 stilizzato ed è affiancata da una rappresentazione schematica del globo terrestre; sul vessillo di Hezbollah campeggia una parte di un versetto del Corano, sūra V, versetto 56, che recita: “E colui che sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il partito di Dio [hezbollah], che avrà la vittoria”.
GLI ANNI ’80 E LA GUERRA CIVILE IN LIBANO
Sin dalla nascita, Hezbollah è stato un protagonista della guerra civile libanese compiendo numerosi attentati contro Israele, il suo principale nemico. In quel periodo, poi, il Partito di Dio si rese responsabile di numerose azioni terroristiche, compresi rapimenti e autobombe ai danni delle forze di pace occidentali, inviate sotto l’egida dell’Onu, per cercare di riportare l’ordine nella regione; il più grave nel 1983 quando in un duplice attentato alla forza di pace internazionale a Beirut ovest morirono 241 marines statunitensi e 56 parà francesi.
IMAD MUGHNIYEH
Mente di questi attentati fu Imad Mughniyeh, oscuro personaggio molto vicino al primo leader di Hezbollah, Abbas Al-Musawi. Nel Partito di Dio, Mughniyeh fu chiamato “La Volpe” e “Colui che non dorme mai” per le sue incredibili capacità camaleontiche grazie alle quali riusciva a sparire nel nulla. Nel corso della sua attività eversiva, Mughniyeh è stato collegato a quasi tutte le principali operazioni terroristiche compiute da Hezbollah negli ultimi venticinque anni e, ben presto, La Volpe diventò il terrorista più ricercato al mondo, anche più di Osama Bin Laden prima dell’11 settembre; morì poi nel 2008 per lo scoppio di un’autobomba a Damasco.
OBIETTIVI E IDEOLOGIA
Sin dalla nascita, l’obiettivo principale di Hezbollah è stato quello di combattere le forze israeliane che avevano invaso il Libano e poi successivamente stabilire uno stato islamico. Quest’ideologia politica e militare, fondata sull’antisionismo, sull’antimperialismo e sull’antioccidentalismo, fu esplicitata in un manifesto del 1985 in cui il Partito di Dio giurava fedeltà al leader supremo dell’Iran l’ayatollah Ruhollah Khomeini, condividendo così i principi dello sciismo politico elaborati nel suo libro “Velayat-e faqih”,“Il governo islamico”. L’intenzione di trasformare il Libano in una sorta di Repubblica teocratica come quella iraniana fu successivamente abbandonata.
L’INGRESSO IN POLITICA
A cavallo degli anni ‘90 iniziò la trasformazione di Hezbollah. Da milizia armata e aggregazione terroristica il Partito di Dio intraprese la via politica, iniziando così un percorso di apertura verso lo Stato libanese che comportò l’abbandono dell’iniziale posizione rivoluzionaria “senza compromessi” degli anni ’80. Alle elezioni generali libanesi del 1992 Hezbollah conquistò 12 dei 128 seggi e nel 2005, per la prima volta nella sua storia, il Partito di Dio riuscì ad entrare nel governo del Libano. Da allora sono state diverse le esperienze governative e quelle passate all’opposizione, dove sono attualmente collocati a seguito delle consultazioni elettorali tenutesi nel maggio 2022; Hezbollah, inoltre, è il secondo partito che rappresenta la comunità sciita, dopo Amal.
IL SEGRETARIO GENERALE
Attualmente il segretario generale è Hassan Nasrallah, succeduto nel 1992 allo storico segretario Abbas Al-Musawi, ucciso in un raid israeliano da elicotteri Apache che colpirono il convoglio di auto su cui viaggiava nei pressi di Nabatieh, nel sud del Libano. A Nasrallah va il merito di aver elevato Hezbollah al livello di piccola potenza regionale, grazie anche al supporto iraniano, tale che la forza dell’ala militare di Hezbollah è cresciuta fino a diventare il gruppo paramilitare più potente del Medio Oriente, se non del mondo.
LA GUERRA DEL 2006 CON ISRAELE
Hezbollah, infatti, è sempre stato un movimento militarmente forte e ha dimostrato tutte le sue capacità belliche nel 2006 durante la guerra con Israele scoppiata dopo che alcuni uomini del Partito di Dio erano penetrati in Israele e avevano rapito due soldati uccidendone altri. La guerra provocò la morte di 1.200 persone in Libano e 158 israeliani, ma Hezbollah riuscì ad ottenere dei successi militari ricorrendo a tattiche della guerra ibrida. In quell’occasione il partito guidato da Hassan Nasrallah utilizzò tecniche di guerriglia e tattiche convenzionali contro le forze israeliane; a queste Hezbollah unì una massiccia infowar in cui venivano pubblicate foto e video degli scontri che mostravano la loro supremazia sul campo di battaglia alterando così la percezione del conflitto. La fine delle ostilità fu decretata dalla risoluzione 1701 dell’Onu che dispose il dispiegamento di una nuova forza di interposizione da schierare sulla Blue Line, la linea di ritiro identificata dalle Nazioni Unite tra Libano e Israele, a tutt’oggi presente con la partecipazione di circa 1100 soldati italiani.
LA RESISTENZA ISLAMICA
Hezbollah ha anche un’ala terroristica, chiamata al-Muqāwama al-Islāmiyya, la Resistenza Islamica, accusata di essere l’esecutrice di diversi attentati. In particolare, Il Partito di Dio è accusato dall’Argentina di essere stato l’autore dell’attacco del 1992 contro l’ambasciata israeliana a Buenos Aires, dove persero la vita 29 persone, e dell’attentato nel 1994 contro un centro comunitario ebraico, sempre nella capitale argentina, in cui morirono 85 persone. Nel 2020 un tribunale dell’Onu condannò alcuni affiliati di Hezbollah per l’attentato del 14 febbraio 2005 in cui fu ucciso Rafiq al-Hariri, il primo ministro del Libano, insieme ad altre 21 persone, mentre la sua auto passava davanti all’Hotel St. George nel centro di Beirut.
IL COINVOLGIMENTO NELLA GUERRA CIVILE SIRIANA
Hezbollah è poi stato, ed è tuttora, un attore importante della Guerra civile siriana, dove il movimento sciita, sin dall’inizio degli scontri, inviò un grosso contingente di armi, uomini e mezzi per aiutare il presidente Bashar al-Assad, loro storico alleato, a combattere i ribelli. Gli uomini del Partito di Dio, stimati tra i 5mila e i 6mila oltre il confine, hanno svolto un ruolo importante nel conflitto in Siria e sono stati decisivi in molte battaglie fianco a fianco alle truppe e milizie di al-Assad.
DA PROXY IRANIANO AD ATTORE REGIONALE
Il coinvolgimento di Hezbollah nella guerra civile siriana ha però, in parte, modificato lo status del movimento. Sin dalla sua nascita il Partito di Dio è stato sostenuto politicamente, socialmente e finanziariamente dall’Iran diventato de facto un suo proxy, ma la campagna militare in Siria ha rafforzato notevolmente il partito libanese. I combattimenti in Siria hanno infatti aumentato le capacità strategie e le tecniche militari di Hezbollah, a tal punto che il Partito di Dio ha creato o contribuito a creare diverse milizie in Siria, permettendogli quindi di avere una maggiore autonomia da Teheran. Dal 2014 Hezbollah ha offerto consulenza tecnica alle milizie sciite irachene e agli Houthi yemeniti, e, soprattutto, ha agito da mediatore tra i gruppi sciiti iracheni e l’Iran e tra Hamas e il regime di al-Assad, trasformandosi quindi in attore regionale in grado di avere un certo grado influenza in Medio Oriente.
LA FORZA MILITARE
Influenza dovuta anche alla forza militare di Hezbollah. Nel 2021, il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah sostenne che il gruppo aveva 100.000 combattenti. Secondo il Military Balance estimates 2022 redatto dall’ International Institute for Strategic Studies, Hezbollah avrebbe, invece, circa 20 mila miliziani attivi e un numero compreso tra 45.000 e i 50.000 riservisti. Il Partito di Dio ha poi un arsenale simile a quello di un esercito convenzionale: piccoli carri armati e mezzi blindati, droni, missili e razzi a tal punto da essere oggi considerato più potente dell’esercito regolare libanese.
I MISSILI
L’arsenale missilistico rappresenta poi il vero asso nella manica di Hezbollah, che vanta razzi di precisione che sarebbero in grado di colpire ogni parte di Israele. Nel dettaglio, secondo il Center For Strategic & International Studies, il Partito di Dio disporrebbe di razzi di corta gittata Falaq 1 e 2, Shahin, Katiyuscia, Fajr 3, con una gittata fino a 40 km che possono colpire l’Alta Galilea, missili di media gittata Fajr 5, Khaibar 1, M303, Zelzal in grado di arrivare al Lago di Tiberiade, in Cisgiordania (75 km), a Tel Aviv (120 km), Ashdod (165 km) e Gaza (215 km); missili a lunga gittata Fateh 110 e SCUD B/C, con gittata tra i 260 e 500 km, in grado di raggiungere il confine col Sinai; a questi vanno aggiunti, droni, missili antinave, missili terra aria SAM e razzi anti-carro teleguidati.
LO STATO NELLO STATO
Ma non solo armi, missili e soldati. Hezbollah, che controlla ampie parti del territorio libanese, in particolare quelle sciite come la parte sud della capitale Beirut, il Libano meridionale e della regione orientale della Valle della Bekaa, dal lontano 1982 è diventato uno Stato nello Stato. Nella parte controllate il Partito di Dio esercita e gestisce quelli che sono tutte le principali funzioni di uno Stato: dalla sicurezza al welfare passando per la sanità e il controllo dell’economia. In molte aree del Libano Hezbollah gestisce ospedali, cliniche, negozi, scuole ed imprese edili oltre ad una considerevole serie di organizzazioni preposte alla gestione di aiuti alla popolazione ed in particolare alle famiglie dei suoi miliziani. Il Partito di Dio ha anche un suo canale televisivo, Al Manar, il faro, l’organo ufficiale della propaganda del partito sciita. Tutto questo grazie alle ingenti risorse finanziarie grazie alle quali Hezbollah riesce a finanziare tutte le sue attività.
IL CIRCUITO FINANZIARIO
L’Iran, principale sponsor di Hezbollah, continua a fornire la maggior parte dei finanziamenti, anche se questi si sono drasticamente ridotti dopo la crisi iraniana del 2010; la Siria invece, dopo l’inizio della guerra civile, ha sospeso tutti gli aiuti. Hezbollah dispone poi di altre entrate come i finanziamenti sotto forma di donazioni private e rimesse provenienti dalle varie comunità sciite libanesi sparse in tutto il mondo ed entrate derivate da attività illegali. Queste ultime, secondo il Country Report on Terrorism del Dipartimento di Stato americano, includono il contrabbando di sigarette, la falsificazione di passaporti, il riciclaggio di denaro, le frodi bancarie, il traffico di prodotti farmaceutici contraffatti e il traffico di stupefacenti.
IL TRAFFICO DI DROGA
Nel dettaglio il “Partito di Dio” ha sviluppato un sistema articolato bastato sul narcotraffico per finanziare le sue attività: forte di una folta presenza di immigrati stanziati dagli anni ‘70 in Sudamerica, in particolare nella “Triple Frontera”, una zona di libero scambio a confine tra Brasile, Paraguay e Argentina, sede di numerosi traffici internazionali. All’origine dei legami tra Hezbollah ed i gruppi terroristici di opposizione locale come, ad esempio, le Farc e Sendero Luminoso, non c’è solamente l’ideologia antiamericana comune a queste organizzazioni, ma soprattutto l’interesse verso il narcotraffico, il contrabbando ed altre attività illegali, che hanno sostanzialmente unito i diversi gruppi. Hezbollah è poi dedito al controllo del traffico di hashish in Libano, specialmente nell’area della Valle della Bekaa, e del traffico del Captagon, una potente anfetamine diffusa in Medio Oriente.
NELLE LISTE DELLE ORGANIZZAZIONI TERRORISTICHE
I Paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti, hanno definito Hezbollah un’organizzazione terroristica e molti membri di spicco del movimento e attività economiche riconducibili a loro sono state pesantemente sanzionate dall’OFAC (Office of Foreign Assets Control), l’agenzia governativa Usa che si occupa di far rispettare l’estensione a soggetti terzi delle sanzioni Usa contro quelli che ritiene i suoi “nemici”. Hanno fanno lo stesso gli stati arabi del Golfo, alleati degli Stati Uniti, compresa l’Arabia Saudita. L’Unione Europea ha classificato solamente l’ala militare di Hezbollah come un gruppo terroristico, ma non la sua ala politica.
IL NUOVO CONFLITTO
Il conflitto tra Hezbollah e Israele non si è mai interrotto e nel corso degli ultimi anni si sono registrati numerosi scontri che hanno mantenuto alto l’interesse della comunità internazionale sull’area. L’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre ha riportato Hezbollah al centro dell’attenzione per un eventuale apertura di un fronte a nord di Israele proprio contro il Partito Dio. Nell’attesissimo primo discorso pubblico di Hassan Nasrallah, tenuto venerdì 3 novembre, il leader degli Hezbollah ha minacciato l’escalation e ha accusato gli Stati Uniti di essere “i primi responsabili dei crimini israeliani compiuti a Gaza”, che si devono preparare a una lunga guerra regionale di logoramento sui fronti palestinese, libanese, yemenita e iracheno: perché il Medio Oriente che conoscevamo prima del 7 ottobre “non esiste più”, e perché “noi continueremo ad esercitare una forte pressione su Israele”. È ancora difficile carpire se ci sarà uno scontro diretto tra Hezbollah e Israele, considerando che dallo scoppio delle ostilità si sono registrati molti scontri a fuoco e lancio di razzi con diversi morti tra le parti, ma se avverrà sarà l’occasione per entrambi per regolare i conti in sospeso.