Simbolo della Guerra Fredda, il Muro di Berlino è stato la rappresentazione fisica della Cortina di Ferro che ha tracciato il confine tra Est e Ovest, tra democrazie e regimi comunisti, tra Nato e Patto di Varsavia. L’intervento di Domenico Vecchiarino
Se andate nel centro della città di Berlino troverete lungo la strada una doppia fila di ciottoli che segna il percorso del celeberrimo Muro che divideva la città in due parti durante la Guerra Fredda. Conosciuto in Germania con il nome di Berliner Mauer, il suo nome ufficiale era Antifaschistischer Schutzwall, tradotto in italiano “Barriera Antifascista” e fu costruito nel 1961 delle autorità della Germania Est per impedire ai suoi cittadini di scappare nell’Ovest. Ma ripercorriamo insieme la sua storia partendo dall’inizio, ovvero dalla nascita della Guerra Fredda.
L’INIZIO DELLA GUERRA FREDDA
La Guerra Fredda iniziò sul finire della Seconda Guerra Mondiale, quando emersero alcune “crepe” all’interno del fronte della cosiddetta “Grande Alleanza” Questi dissidi, sorti a causa della divergenza di vedute riguardo la strategia militare condotta contro la Germania, si acuirono ulteriormente durante le Conferenze di Pace tra i leader delle potenze Alleate, durante le quali si decidevano i futuri equilibri mondiali post-bellici, e si conclusero a Yalta con la divisione del mondo in sfere d’influenza.
LA CONFERENZA DI POTSDAM
Nell’agosto del 1945, durante la Conferenza di Potsdam avvenuta dopo la resa incondizionata della Germania, i leader delle nazioni vincitrici della guerra decisero la divisione dello stato tedesco in quattro settori controllati e amministrati rispettivamente da Unione Sovietica, Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia. Anche Berlino fu divisa in quattro zone, ma essendo la città all’interno della porzione di Germania occupata dai sovietici, i settori statunitense, britannico e francese formarono un’exclave nell’area sotto controllo sovietico.
IL BLOCCO DI BERLINO
Le crescenti tensioni tra Unione Sovietica e Stati Uniti sfociarono nel marzo 1948 in una delle crisi più importanti della guerra fredda, che provocò il blocco da parte dell’Unione Sovietica di tutti gli accessi stradali e ferroviari ai settori inglese, francese e statunitense della città di Berlino. In risposta a questo blocco gli USA organizzarono un grandissimo ponte aereo per rifornire la città di cibo, carbone, medicinali e altre forniture.
LE DUE GERMANIE E LE DUE BERLINO
Questa crisi portò nel 1949 alla nascita della Repubblica Federale di Germania, frutto della fusione delle zone occupate da Stati Uniti, Regno Unito e Francia, a cui l’Unione Sovietica rispose, sempre nello stesso anno, creando nella propria zona di occupazione la Repubblica Democratica Tedesca. Anche la città di Berlino rimase divisa: la zona Est della città divenne parte della Repubblica Democratica Tedesca e venne chiamata Berlino Est mentre la zona Ovest di Berlino divenne a tutti gli effetti parte della Repubblica Federale Tedesca.
L’ESODO VERSO OVEST
Prima della nascita dei due stati tedeschi, i cittadini di Berlino potevano circolare liberamente in tutti i settori della città e della Germania amministrati dagli Alleati ma, man mano che la situazione politica divenne più instabile, i loro movimenti vennero limitati fino al punto di chiudere, nel 1952, il confine tra la Germania Est e la Germania Ovest. Nonostante la chiusura del confine, l’esodo di tedeschi da est a ovest non terminò: la Germania ovest negli anni ‘50 visse, infatti, un fortissimo boom economico con alti tassi di crescita, mentre la parte orientale, sottoposta a grandi richieste economiche dall’Unione Sovietica per riparare i danni subiti nella guerra, unite all’imposizione di un’economia pianificata, faticava a riprendersi. A causa di ciò tra il 1949 e il 1961, circa 2,7 milioni lasciarono definitivamente l’Est per trasferirsi nella parte Ovest.
LA COSTRUZIONE DEL MURO
Le autorità della Germania Est, per fermare l’emigrazione dei suoi cittadini verso ovest iniziarono, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, la costruzione di un Muro attorno a Berlino Ovest. Inizialmente fu installata una barriera fatta di filo spinato, ma a metà agosto questa venne sostituita con elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare un vero e proprio muro. Alle proteste occidentali, la Germania Est rispose che il Muro rappresentava un “baluardo antifascista” che avrebbe oltretutto evitato l’entrata di che possibili spie occidentali potessero entrare nell’est.
IL MURO
Al termine della sua costruzione il Muro era lungo più di 140 chilometri e aveva diviso in due la città di Berlino: vennero divise in due strade, viali, piazze e case; vennero interrotti i collegamenti telefonici, i collegamenti ferroviari e stradali e furono chiuse anche le fogne che collegavano est e ovest. Le case a ridosso delle due parti furono rase al suolo e gli abitanti trasferiti, creando così quella che più tardi venne chiamata striscia della morte, un’area ricoperta di sabbia o ghiaia rastrellata, che rendeva semplice la visione di consentendo, quindi, l’individuazione di eventuali intrusi.
LA STÜTZWANDELEMENT UL 12.11
Il Muro venne più volte modificato fino alla quarta e ultima versione, la “Stützwandelement UL 12.11” terminata nel 1980, in cui la cinta muraria venne sostituita da 45.000 sezioni separate di cemento armato ciascuna alta 3,6 metri, con basamento affondato a una profondità di 20 metri, e larga 1 metro e mezzo. La parte superiore della parete fu rivestita con un tubo liscio, destinato a rendere più difficile la scalata e i tentativi di scavalcarlo. Il Muro fu rafforzato con recinzioni di maglia, filo spinato, cani da guardia e chiodi, oltre che con 116 torri di guardia e 20 bunker.
IL CHECKPOINT CHARLIE
Il muro di Berlino divenne a tutti gli effetti il confine tra Repubblica Federale di Germania e Repubblica Democratica Tedesca e furono realizzati dei punti di attraversamento chiamati “Checkpoint”. Quello più famosa era il checkpoint Charlie, sulla Friedrichstrasse, oggi diventato il Museum Haus am Checkpoint, ma c’erano anche il checkpoint Alpha a Helmstedt, il checkpoint Bravo a Dreilinden e il Ponte di Glienicke, situato proprio sulla linea di demarcazione fra Berlino Ovest e la Germania Est, famoso perché utilizzato per molto tempo come punto di scambio delle spie e per questo motivo soprannominato il “ponte delle spie”.
LE FUGHE DALL’EST
Nel corso degli anni si susseguirono migliaia di tentativi di attraversamento del Muro da parte dei cittadini dell’est, alcuni davvero molto creativi: tra i più fantasiosi c’è senz’altro quello dell’acrobata tedesco Horst Klein che provò a superare il muro arrampicandosi su un cavo dell’alta tensione inutilizzato che si estendeva lungo il Muro; o quello di Hans Strelczyk e Gunther Wetzel, che costruirono in casa una rudimentale mongolfiera; o quello del tunnel sotterraneo ideato da Wolfgang Fuchs. Ce ne furono tanti altri ancora, come la fuga effettuata attraverso una funivia creata sparando una freccia – a cui era legato un filo d’acciaio – verso un edificio di Berlino Ovest ideata da Michael Becker e Holger Bethke; il dirottamento di un treno sfruttando un binario abbandonato ancora esistente al di sotto del muro, ideata dal macchinista Harry Deterling; oppure semplicemente correndo come il soldato di frontiera Conrad Schumann immortalato nella famosissima fotografia dove è ripreso proprio mentre saltava il filo spinato durante i primissimi giorni della costruzione del muro; nuotando sott’acqua attraverso il fiume Sprea come Hubert Hohlbein; o come Klaus-Günter Jacobi a bordo di una BMW Isetta modificata.
LE RIFORME DI GORBAČËV
Nella seconda metà degli anni ‘80 Michail Gorbačëv, leader dell’Unione Sovietica dal 1985, iniziò le riforme della glasnost e la perestroika che accelerarono la crisi dei regimi comunisti. A Berlino, tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre 1989, iniziarono le proteste dei cittadini che chiedevano elezioni libere e la libertà di circolazione.
LA CONFERENZA DI GÜNTER SCHABOWSKI
Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa Günter Schabowski, ministro della Propaganda della Repubblica Democratica Tedesca, convocò una conferenza stampa per annunciare ai cittadini dell’est che il nuovo governo di Krenz aveva deliberato di concedere loro dei permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Nel corso della conferenza, Riccardo Ehrman, corrispondente ANSA da Berlino Est, chiese da quando queste nuove regole di viaggio sarebbero entrate in vigore; Schabowski, non avendo partecipato alle riunioni nelle quali erano stati decisi i dettagli di queste nuove regole, rispose: «Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (…) Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente.»
LA CADUTA
Fu così che migliaia di berlinesi, avendo visto l’annuncio di Schabowski in diretta TV, si precipitarono per le strade cercando di entrare a Berlino Ovest. Le guardie di confine, colte di sorpresa, non riuscirono a contenere l’enorme folla di persone e furono costrette ad aprire i posti di blocco. Nel tardo pomeriggio di giovedì 9 novembre gli abitanti della città iniziarono ad abbattere il Muro con migliaia di persone che vi si arrampicarono per abbracciarsi, ballare, festeggiare. Dopo 28 anni il Muro di Berlino era caduto, il simbolo della Guerra Fredda, quella Cortina di Ferro che aveva rappresentato la divisone del mondo non esisteva più mentre l’Unione Sovietica si avviava verso la sua irreversibile dissoluzione.