Dopo una maratona di 36 ore, Consiglio e Parlamento hanno raggiunto un’intesa sul primo quadro normativo sui sistemi di intelligenza artificiale nel mondo. Vietato il “social scoring” e identificazione biometrica permessa solo per terrorismo, ricerca di vittime e reati gravi come omicidi, sequestri e violenza sessuale. “Passo significativo”, dichiarano il ministro Urso e il sottosegretario Butti
Al termine di una maratona negoziale durata più di 36 ore in tre giorni, il Consiglio europeo e il Parlamento europeo, assieme ad alcuni esperti della Commissione europea, hanno raggiunto un’intesa sull’Artificial Intelligence Act. Si tratta del primo quadro normativo sui sistemi di intelligenza artificiale nel mondo. Il testo passa ora ai tecnici, chiamati a scrivere la versione definitiva della legge. Questa poi essere approvata sia dal Parlamento sia dal Consiglio europeo.
Più alto è il rischio, più severe sono le regole
L’AI Act è pensata per “promuovere lo sviluppo e l’adozione di intelligenze artificiali sicure e affidabili nel mercato unico dell’Unione europea da parte di attori pubblici e privati”, si legge nella nota diffusa dalla presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea. “L’idea fondamentale è quella di regolamentare l’intelligenza artificiale in base alla capacità di quest’ultima di causare danni alla società, seguendo un approccio ‘basato sul rischio’: più alto è il rischio, più severe sono le regole”.
E trattandosi della prima legge di questo tipo nel settore “può stabilire uno standard globale per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale in altre giurisdizioni, proprio come ha fatto il Gdpr” per i dati personali, “promuovendo così l’approccio europeo alla regolamentazione tecnologica sulla scena mondiale”, si legge ancora.
I commenti di Breton e Benifei
È “molto più di un regolamento”, ha dichiarato Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno: è “un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’Unione europea per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale. Il meglio deve ancora venire”.
Secondo Brando Benifei, capodelegazione del Partito democratico al Parlamento europeo e relatore del provvedimento l’accordo raggiunto è “la dimostrazione che se l’Europa si muove unita e decide può prendere il proprio posto nel mondo e promuovere un cambiamento positivo”. “Ora sarà fondamentale avviare l’implementazione che partirà dalle proibizioni per poi attuare gradualmente tutte le regole, con l’ambizione di influenzare, come già sta accadendo, la discussione a livello globale sulla regolamentazione di questa tecnologia”, ha aggiunto.
Cosa contiene il provvedimento
Il provvedimento copre diversi ambiti e applicazioni dell’intelligenza artificiale, dai sistemi per le nuove assunzioni di personale nelle aziende, agli algoritmi che fanno funzionare le automobili a guida autonoma, passando per il riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine e la diffusione della disinformazione online. Il testo concordato prevede: misure di salvaguardia sull’intelligenza artificiale; limitazioni all’uso dei sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell’ordine (vietato a eccezione di tre casi: l’evidente minaccia di un attacco terroristico, la ricerca di vittime, le indagini che riguardano reati gravi come omicidi, sequestri e violenza sessuale); divieti di sistemi di social scoring; diritti dei consumatori di presentare reclami e ricevere spiegazioni; multe pesanti (che vanno da 7,5 a 35 milioni di euro).
La nota di Urso e Butti
L’accordo “rappresenta un passo significativo” per lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale nell’Unione europea e in Italia, hanno dichiarato in una nota congiunta il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti. “Da quando è entrato in carica, il governo Meloni ha contribuito in modo significativo a questo processo legislativo, sostenendo un approccio basato su di una visione umanocentrica dell’IA che dia impulso allo sviluppo delle nuove tecnologie, ponendo l’Europa al centro della trasformazione digitale globale nel rispetto delle prerogative che il trattato UE riserva agli Stati membri. L’accordo politico preliminare dovrà ora essere sottoposto all’esame dei governi europei che ne valuteranno i dettagli in vista dell’approvazione finale da parte del Consiglio. L’Italia ribadirà la necessità di un quadro normativo semplice e chiaro, che rispecchi un equilibrio tra progresso tecnologico e salvaguardia dei principi etici costituzionalmente orientati e dei diritti dei cittadini, in grado di supportare adeguatamente lo sviluppo del mercato e della tecnologia, in perenne evoluzione. Il governo auspica che la futura legislazione possa favorire un’innovazione responsabile e sostenibile, promuovendo sviluppo ed investimenti da parte delle imprese nazionali ed europee, nel rispetto dei diritti dei cittadini e delle prerogative degli Stati membri a salvaguardia dell’interesse nazionale”, hanno concluso.